venerdì 31 ottobre 2025

Firenze. Una Cappella musicale 'in fiore', dal Quattrocento all'Ottocento. Storia e catalogo del fondo musicale. LIBRI di Pietro Acquafredda

 

                  Dal mottetto Nuper rosarum flores di Dufay

                    ai Pensieri musicali per organo di Casini

Storia della Cappella di Santa Maria del Fiore e catalogo del Fondo musicale


L'uscita del catalogo del Fondo musicale della Cattedrale fiorentina di Santa Maria del Fiore e dell'attiguo Battistero di San Giovanni ci ha fatti tornare con la memoria alla nostra gioventù, agli anni dei nostri studi chigiani, seconda metà, anni Sessanta.

E già, perché chi aveva avviato lo studio, non in vista di una catalogazione, dell'importante Fondo musicale della Cappella fiorentina, che ebbe fra i suoi maestri, musicisti illustrissimi da Marco da Gagliano a Francesco Corteccia, per citare i più noti - fu Mario Fabbri, allora direttore dell'Accademia Chigiana che, per il corso di direzione di coro, affidato a Nino Antonellini, mitico direttore del 'Coro da camera' della Rai, aveva approntato allo scopo di adottarlo come repertorio, una edizione delle 'Laudi di Santa Maria del Fiore'. Delle quali, 26 in tutto, c'è traccia nel catalogo oggi pubblicato dalla fiorentina Olschki.

Non sembri superfluo ribadire la presenza in detto catalogo delle 'Laudi', perché chi allora le riesumò, è stato criticato, in altro caso, per l'apporto di documenti (che si è scoperto poi solo lui avesse visto e nessun altro, accampando una successiva distruzione) a proposito delle vicende della invenzione di Bartolomeo Cristofori: il cembalo 'con il piano e il forte'.

La ricerca che è sfociata in questo preziosissimo catalogo, si compone di in tre volumi, il primo del quali traccia la storia della cappella dal Quattrocento al Sette-Ottocento; mentre gli altri due costituiscono il vero e proprio catalogo con gli incipit musicali (quelli testuali negli indici) dei singoli brani custoditi nel fondo. La ricerca sistematica, al fine di giungere ad un catalogo del fondo musicale della Cappella fiorentina è stata avviata molti anni fa, da uno studioso americano Frank D'Accone, purtroppo scomparso, molto avanti negli anni, prima di vedere il frutto del suo lavoro prendere forma in una edizione di grande rilievo e pregio.

Dal catalogo restano fuori il repertorio del canto 'piano' utilizzato dai chierici nelle funzioni religiose, come pure i preziosi codici miniati del Cinquecento la cui cura e bellezza conosciamo bene (noi compilammo per la Biblioteca Braidense, che si curò di catalogarli moltissimi anni fa, le schede di codici similari meravigliosi e di grande formato, del Convento domenicano della Quercia, Viterbo) e che la Cappella fiorentina ha pure.

Rientrano invece i numerosi manoscritti che attestano la nascita e pratica della polifonia , con voci dapprima aggiunte al canto 'piano', come anche le preziose e rare edizioni a stampa, ad esempio, di Palestrina ( Messe e Mottetti), di Luca Marenzio come di Monteverdi ( Madrigali ) che i maestri avevano acquisito per la Cappella, e dello stesso Marco da Gagliano (religioso, canonico di San Lorenzo) che, nelle sue musiche liturgiche, abbandonava lo stile evoluto praticato nel melodramma nascente (sua la Dafne, rappresentata per il Carnevale 1608), e tornava a quello contrappuntistico antico. Presenti anche musicisti stranieri (Villaert, Gombert) le cui composizioni facevano parte del repertorio ivi praticato, accanto a quello dei titolari della cappella. Ma l'autore, il più presente anche a Firenze, è comunque il solito 'Anonimo' che, come la storia della musica insegna, è 'il più prolifico' in assoluto, in ogni tempo e a tutte le latitudini.

Il primo dei tre volumi traccia la storia della Cappella fiorentina: D'Accone, con un corposo studio di quasi 200 pagine, diviso in paragrafi dedicati alla Cappella ed ai singoli maestri, ne documenta la storia dal Quattrocento al Seicento; e Giacomelli, per il Sette-Ottocento. Una curiosità: l'ingresso nella Cappella del Battistero, nel 1774, del quattordicenne Luigi Cherubini, 'contralto'.

D'Accone accenna anche alla storia del famoso mottetto 'Nuper Rosarum Flores' richiesto a Dufay, maestro di cappella pontificio, da Papa Eugenio IV, allora residente a Firenze, ed eseguito nel 1436, in occasione della consacrazione dell'altare maggiore di Santa Maria del Fiore, e il cui prezioso manoscritto è conservato a Modena.

E altrove rammenta anche l'invettiva di Savonarola contro i canti 'figurati' e il suo appello a tornare al canto 'fermo', che fu causa del licenziamento in tronco di tutti i cantori della cappella da parte dei Medici, la cui storia si intreccia, in vari momenti, con quella dell'organismo musicale.


Per il presente catalogo la ricostruzione della storia del fondo musicale, ha tenuto conto anche degli inventari antichi del Seicento, ben tre nel giro di pochi anni, e di un quarto, di fine Settecento.

Completano l'opera ricchissimi indici ed allegati (fonti e bibliografia, tavole, ed illustrazioni delle medesime, nomi e incipit testuali).


****

Frank D'Accone - Gabriele Giacomelli. La Cappella musicale di Santa Maria del Fiore e le sue sue fonti.

Vol. I: La polifonia rinascimentale e barocca, il repertorio sette-ottocentesco. La storia, i maestri , le musiche (secoli XV-XIX). Pag.284

Vol. II*:Catalogo del fondo musicale dell'Opera di Santa Maria del Fiore: Serie II, IV e V ( nn.1-21).

Vol.II** :Catalogo del fondo musicale dell'Opera di Santa Maria del Fiore: Serie II, IV e V ( nn.1-21). I due volumi del catalogo. Pag. 881 complessive

Leo S.Olschki editore MMXXV

Nessun commento:

Posta un commento