venerdì 31 ottobre 2025

Luciano Berio di Oneglia. Una travagliatissima intervista uscita emendata, 30 anni fa sul 'Venerdì' ( La Repubblica), ora finalmente nella versione originale, salvo qualche ininfluente particolare di carattere familiare espunto . di Pietro Acquafredda

 

Berio di ONEGLIA

di Pietro Acquafredda


In occasione dei suoi settant’anni, il settimanale ‘Il Venerdì’ di Repubblica, ci commissionò una intervista a Luciano Berio, festeggiato al Festival Romaeuropa. L’intervista ebbe luogo nella primavera del 1995, nella sua casa di Radicondoli, registrata e fedelmente trascritta.

Ma l’intervistato, a pochi giorni dalla pubblicazione, inviò una versione del tutto nuova del testo; alla fine, pro bono pacis, fu pubblicata la sua versione. Ma quella originale, più spontanea ed anche più ricca, che abbiamo conservato, la offriamo ai lettori, a cento anni esatti dalla nascita di Berio, e quando, ancora una volta, Romaeuropa lo ricorda.

Da essa abbiamo eliminato i passaggi in cui parla della sua famiglia, che allora furono, forse non per sua volontà, causa principale delle sue contestazioni.




*****



Sono pieno di problemi e contrattempi

- attacca il musicista..

L'opera incompiuta di Mozart,

Zaide’, per la quale Berio ha fatto

un complesso lavoro, è stata cancellata

dal programma del Maggio

Musicale Fiorentino. Le

ragioni le elenca il diretto interessato:

I produttori sono dei delinquenti

e il regista è un pazzo:

provano a Cracovia, mentre la

prima era programmata a Firenze,

il produttore è a New York,

il regista in Brasile, il direttore

d'orchestra, giovane e

bravissimo, è in Inghilterra

ed io sono

qui...".Un film di

straordinaria

follia, in un

luogo

dove

nulla sembra poter turbare il quieto solitario

lavoro di un musicista confinato

nella campagna senese, a

Radicondoli, in una bella casa

del Settecento, in pietra,

'Il Colombaio' . E, invece,

anche per un

compositore famosissimo,

come Luciano

Berio, giunto

alla soglia

dei settant'anni,

i problemi non finiscono

con la scrittura di una nuova

opera.

Come in un film, il racconto della

sua vita.

da dove si potrebbe

cominciare?

Lo avrei chiesto

a mia madre... io

non saprei da

dove cominciare.

Non so

farlo né per la

mia vita né per

quella di qualunque

altro, come percorso

lineare. Anche

quando si racconta

il lavoro di una persona,

musicista o

scrittore, mettendo

in fila dei

titoli, si sbaglia.

La

cosa è

molto più complessa. Sono veramente

negato a raccontare la mia vita,

anche perché non l'ho mai raccontata.

E poi sono ligure; ed i liguri,

per natura, sono reticenti e

scontrosi.

Della sua infanzia qualcosa ricorderà?

La mia infanzia è stata molto

bella, piena di musica: mio nonno

e mio padre erano musicisti,

quindi sono stato sempre nella

musica, in un modo o nell'altro.

Senza di loro la sua vita sarebbe

stata diversa?

E' un grande dilemma tuttora irrisolto,

quello dei rapporti tra natura

ed ambiente che solleva

addirittura problemi genetici.

Suo padre è stato con Lei come

Leopold Mozart con il piccolo

Amadeus, cioè abbastanza duro,

forse cattivo?

No, non è stato cattivo né duro,

però è stato molto rigoroso.

Anche Leopoldo è stato un

grande maestro per il piccolo

Wolfango.

Mai nessun dubbio l'ha sfiorata

sulla strada da intraprendere?

Mai, forse questa è una mancanza.

Anzi un dubbio l'ho avuto,

ad un certo momento. Avevo undici

o dodici anni e mi venne

l'idea di una carriera navale, perché

ho sempre amato il mare e

l'amo tuttora.

E poi, invece, dalla nativa Oneglia,

è finito a Radicondoli, nella

campagna toscana, lontano dal

mare.

L'incoscienza politica, democristiana

e socialista, ha rovinato le

coste. Non posso andare troppo al sud, o in Sardegna che amo

moltissimo, a causa del mio lavoro,

che svolgo sì a casa ma che

mi costringe a frequenti viaggi.

Devo perciò abitare non lontano

dagli aeroporti, ad esempio. Le

coste italiane, comprese quelle

della Liguria, sono infrequentabili,

rovinate dalla speculazione. Ad

Oneglia resto sempre legato, c'é la

mia casa di famiglia che ho appena

donato alla Società Operaia

di Mutuo Soccorso e che diventerà

presto un luogo di studio

della cultura, della storia e dell'arte

del Ponente Ligure, da Savona

alla Francia. C'è l'architettura

di ascendenza romanica; di letteratura

ce n'è molta: De Amicis era

di Oneglia e la ‘Scapigliatura’ di

inizio secolo spesso bazzicava ad

Oneglia; mio padre era amico di

famiglia di Angelo Silvio Novaro.

Di musica ve n'è stata, invece, abbastanza

poca. E, poi, ad Oneglia

c'è stato anche Mussolini.

Quando?

Non conosco bene la sua biografia

ed a questo punto non mi attrae neanche tanto.

Dopo il suo

espatrio in Svizzera, tornato in Italia,

venne ad Oneglia a fare l'insegnante

elementare. Era molto

povero. Ad Oneglia c'era una macelleria,

la 'Macelleria Natta', dei

genitori di Alessandro Natta, dove

Mussolini andava a chiedere

avanzi di carne che i Natta gli davano,

per aiutarlo. Le voglio raccontare

ciò che mi ha confidato

una volta Alessandro Natta, a proposito

del maestro elementare

Benito Mussolini. Un giorno si era

recato presso la macelleria di suo

padre per domandare il solito

obolo, in natura. In macelleria

c'era quel giorno una bella signora

con un bambino al seno:

Mussolini la guarda con occhi spiritati

e dice: “Ma che bel putto!”.

La sera, a cena, la mamma di Alessandro

Natta racconta al figlio:

oggi è venuto Benito, e ad una signora

che aveva un bambino in braccio ha detto: che bel putto!

Ma che vuol dire putto?” La signora

Natta si era insospettita.

Ricorda cosa ha fatto con i primi

soldi guadagnati da musicista?

No! Ricordo, invece, cosa ho fatto

con i primi soldi che mi furono regalati,

a dieci anni, da mia nonna.

Una bella somma per l'epoca che

spesi tutta in biglie, palline, duecento

circa. Mia madre se ne accorse

e riuscì a riportare le palline

alla cartoleria ed a farsi ridare indietro

i soldi.

Degli anni di guerra - Lei era un

ragazzo - cosa ricorda?

Brutti ricordi: problemi, conflitti.

Anche perchè mio padre, un brav'uomo,

aveva una certa ammirazione

per Mussolini. Per questo mi

sono staccato molto presto dalla

mia famiglia, avevo diciott' anni

Questo ricordo ancora oggi mi fa

molto male. Dopo la guerra andai

a studiare a Milano.

Assai più tardi ha pensato ad una

sua famiglia; il lavoro di musicista

comportava dei sacrifici?

Sacrifici per la famiglia. La vita che

ho fatto ha avuto effetti spesso

non costruttivi per la vita famigliare.

Direi che adesso ho imparato.

La politica è

stato un suo grande

amore, a giudicare

dalle tante volte

che, specie in passato,

si è apertamente

schierato.

questo amore dura

ancora o si e affievolito?

Oggi le cose sono molto diverse,

perché l'Italia sta attraversando

una crisi culturale che si manifesta

in molte maniere, dal modo di

far politica a quello di risolvere i

problemi fondamentali dell'educazione,

oppure nella mancanza

di senso di responsabilità di molti,

nello svolgere il proprio lavoro.

Guardi come si è ridotta la televisione,

o le stesse pagine dei giornali,

che un tempo avevano una

grande dignità, e che oggi, dovendosi

giustamente occupare

della melma politica, sono anch'essi

un po’ inquinati. E' una crisi

culturale alla radice di questo

stato di cose, non un fatto politico.

Di conseguenza, anche la politica

è ridotta a semplice tattica

senza alcuna strategia di pensiero;

non vi sono ideali, anche se, certamente,

molte persone ancora li

coltivano e difendono. In generale

c'è stato un abbassamento di

clima, di tensione, idealità, spiritualità,

La televisione ha colpe?

Nel momento in cui c'era in Italia

il desiderio di cambiare tutto, la

televisione ha avuto il demerito di

facilitare l'arrivo di Berlusconi.

Questo il suo unico demerito; per

il resto non darei così importanza

alla televisione. L'importanza che

oggi si attribuisce alla televisione

nasce dalla crisi culturale profonda

che attraversiamo. Se i valori

sono collegati più

profondamente e razionalmente

tra loro, la televisione non può pesare

più di tanto. E' lo stato di

emergenza che le attribuisce importanza.

Naturalmente la situazione

televisiva in Italia va

modificata, vi sono

tanti esempi nel

mondo che possono

essere presi a modello.

Ed invece è

tutto un pò degradato.

Avrà allora molto

apprezzato il gesto

del suo amico Umberto

eco che ha

pubblicamente dato

50 milioni al comitato

per il sì sui referendum

televisivi.

E' un gesto molto

bello, coraggioso.

Umberto è molto coraggioso.

E poi ha un

modo d'essere tutto

suo, che è scomodo

per molti. Gli sono

legato da amicizia

ma anche da grande

ammirazione, per

quel che dice, fa e,

naturalmente, pensa.

Nella vita di ogni uomo di successo

c'è un Salieri, vero o presunto.

E il suo ?

Innanzitutto, nel film ‘Amadeus’, è

fasulla l'immagine di Salieri, ottimo

musicista. No, sono molto

grato a certi musicisti per quello

che danno o hanno dato a me, ed

ai miei compagni di strada. Soprattutto

Maderna, Boulez, Messiaen.

L'Italia ha avuto una storia

anche per la musica molto travagliata

nel Novecento, a differenza

di quanto è accaduto in Francia o

nella Germania, e prima, natural-

mente, in Italia con la grande

opera di Rossini e Verdi; ma neppure

essi hanno contribuito alla

formazione del pensiero musicale.

E ciò ha comportato per l'Italia

una grande fatica per mettere

le radici in Europa. Stesso discorso

vale per la letteratura (il nostro

Ottocento è Leopardi; io ho problemi

con Manzoni!); nella pittura

c'è...Fattori. Si guardi, invece, alla

Francia...sembra che la pittura sia

nata lì! Il lavoro di dissodamento

in Italia nella musica, l'ha cominciato

Puccini e poi Dallapiccola,

Petrassi, Maderna e quelli della

mia generazione.

Torniamo al film sulla sua vita: a

quale regista lo affiderebbe?

Presto sarò anch'io un cineasta

come Gregoy Peck: il 29 luglio (1995,ndr) mi

danno, a Venezia, il 'Leone d'oro'

alla carriera. Avrei dei conflitti

nella scelta del regista per un film

sulla mia vita. Uno solo, no! Una

volta avrei detto Antonioni,

perchè lascia vivere le cose, non le violenta,

Ora mi interessano

molto i fratelli Taviani.

E Corbiau, il regista del recente

film sul castrato Farinelli?

Chi è? Non lo conosco. Non vado

mai al cinema. Forman, magari!

l'unico film che ho visto negli ultimi

mesi è ‘Forrest Gump’, un film

di grande abilità, ma di un cinismo

ideologicamente putrido.

I musicisti, i cui cognomi iniziano

con la lettera B, sono tutti dei colossi.

Questo pensiero le ha mai

creato qualche problema ...di responsabilità?

Crea dei problemi sulle pagine del

telefono, dove ci sono troppe 'B'.

Senza contare che ad Oneglia, metà sono Berio.

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