martedì 28 ottobre 2025

La Filarmonica 'Rossini', pesarese, va a Mosca. Suonerà nell'ambito del Festival Rostropovich ( da Il resto del Carlino, di Antonella Marchionni).

 

La Filarmonica Rossini va in Russia, il concerto diventa caso politico: “Macchiamo la nostra immagine”

la Formazione pesarese sarà al Conservatorio di Mosca il 20 novembre per il Festival Rostropovich. La dirigerà Luca Maria Testa, tra l’altro preside del liceo scientifico. Ma nelle chat interne è esplosa la polemica

L’orchestra nell’immagine comparsa sulla locandina e, a destra, il direttore Luca Maria Testa, che è anche preside dello Scientifico

L’orchestra nell’immagine comparsa sulla locandina e, a destra, il direttore Luca Maria Testa, che è anche preside dello Scientifico


     Ci andranno. Ma forse qualcuno partirà con il mal di pancia. L’Orchestra Filarmonica “Gioachino Rossini” si prepara a volare a Mosca per esibirsi nella prestigiosa Grande Sala del Conservatorio il 20 novembre, ospite del XV Festival Internazionale Rostropovich.

    Un invito di grande rilievo, il festival è uno degli appuntamenti più blasonati del panorama musicale mondiale, che consacra la formazione pesarese come ambasciatrice della musica italiana in Russia.

    Luca Maria Testa sul podio, braccio di ferro prima della partenza: i motivi

    Sul podio, come direttore e guida artistica, ci sarà Luca Maria Testa, preside del liceo scientifico-musicale “Marconi”, con un programma che va da Mahler e Schubert e Elgar e naturalmente Rossini, che dà il nome all’orchestra. Fin qui, tutto bene. Se non fosse che dietro le quinte, prima del “sì” ufficiale, la decisione di partire non è stata affatto pacifica. C’è stato un vero e proprio braccio di ferro interno, una riunione accesissima, finita con una votazione in cui la maggioranza aveva inizialmente scelto di non partecipare. Motivo? Le implicazioni d’immagine di un concerto in Russia, nel pieno di una guerra che spacca ancora l’opinione pubblica mondiale.

    Il concerto in Russia e l’immagine dell’orchestra 

    Tra i soci, c’è chi ha parlato di coerenza morale, chi di responsabilità politica e chi, più semplicemente, di opportunità. Suonare a Mosca nel 2025, è stato osservato, significa inevitabilmente prendere posizione, anche se lo si fa con un violino in mano e non con una bandiera. L’immagine dell’orchestra “verrebbe sporcata in maniera indelebile”, avrebbe sostenuto uno dei membri più critici. Dall’altra parte, la fazione favorevole alla partenza ha invitato alla calma: “mi sembra comunque doveroso ascoltare le parole e quelli che sono gli aspetti prettamente tecnici di questo contatto”.

    Alla fine, è prevalso l’approccio pragmatico.

    La locandina dello spettacolo in cirillico
    La locandina del concerto

    La decisione della Filarmonica Rossini

    Si è deciso di riaprire il confronto, sentire direttamente Testa, “credo sia doveroso analizzare ancora la questione tutti insieme con il Maestro Testa, che ci ha portato questa proposta e così essere a conoscenza di tutti gli elementi necessari”, e capire meglio i contorni del progetto: sicurezza, contratti, organizzazione, motivazioni artistiche. E alla fine la Filarmonica Rossini ha detto sì.

    Alcuni musicisti non partono per Mosca 

    Ma non tutti hanno cambiato idea. C’è chi ha confermato la propria indisponibilità personale, citando motivi etici o familiari, e chi si è limitato a un secco “rimango del mio parere”. Un’anima dell’orchestra, con elegante franchezza, ha riassunto il dilemma: “quando con l’orchestra Olimpia ho fatto il concerto Pro Ukraina ero ben consapevole di assumere una posizione politica attraverso il mio meraviglioso e importantissimo lavoro, quando ho manifestato in piazza pro Gaza ero pienamente consapevole di aver assunto una posizione politica attraverso il mio lavoro, andando a Mosca la questione non cambia, quello che mi interessa più di qualsiasi altra opportunità è mantenere una certa coerenza anche attraverso il mio lavoro”.

    Sul piano artistico, non c’è dubbio: la serata moscovita sarà un palcoscenico di prestigio per la Filarmonica pesarese, che potrà farsi conoscere in una delle capitali mondiali della musica.

    Sul piano simbolico, invece, il viaggio resta un piccolo terremoto interno: in ogni caso, la Filarmonica Rossini volerà a Mosca con i bagagli pieni di partiture, qualche malumore irrisolto e, inevitabilmente, un po’ di mal di pancia.




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