«Ho voluto fare un gesto rivoluzionario, “marinettiano” o “dannunziano”, se volete: ho rivendicato la mia libertà di contestare musicisti che invece di suonare, leggono comunicati sindacali. Io a teatro vado per ascoltare musica, non per sentire rivendicazioni sindacali».
Lui, il “controrivoluzionario” del palchetto della Fenice, è Marco Mestriner, fedelissimo di Fratelli d’Italia, presidente facente funzione di Ater (dopo le dimissioni di Fabio Nordio, candidato in Regione dopo essere passato a Forza Italia). Mestriner da un paio di giorni è diventato l’ennesimo protagonista delle vicende del Teatro di San Fantin, la cui sceneggiatura si dipana con colpi di scena giorno dopo giorno: dalla contestazione alla nomina di Beatrice Venezi a direttore musicale, a quella contro il sovrintendente Nicola Colabianchi (con richiesta di dimissioni da parte dei sindacati dei musicisti), fino al concerto di protesta in campo San’Engelo e al blocco di commenti non pertinenti agli spettacoli sui social del Teatro. *****
La protesta di Mestriner più che 'marinettiana' è stata 'fascistoide' e da 'militante politico', 'fedelissimo' di Fratelli d'Italia. Se ha orecchio per la musica, perchè non si è chiesto, prima di parlare, quale musica gli toccherebbe ascoltare in Fenice, con B.V. sul podio? (P.A.)
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