lunedì 20 settembre 2021

Sylvano Bussotti è scomparso. Il primo ottobre avrebbe compiuto 90 anni

Se ne è andato ieri , da tempo era malato. in questi gironi  in Italia sono programmati molti concerti 'in suo onore', ora diventai 'alla memoria'.  Dalla Biennale di Venezia, al Romaueropa Festival, in collaborazione con Santa Cecilia di cui era accademico, e poi a Firenze dove proprio in questi giorni era stato annunciato un festival monografico dedicatogli.

L'ultima volta che abbiamo avuto rapporto con lui è stato un paio d'anni fa: giugno 2019.  Gli chiedemmo autorizzazione formale a pubblicare quella montagna di articoli che negli anni di collaborazione convinta  aveva scritto per il nostro Piano Time - anni Ottanta, cominciando con la sua 'Lettera da Genazzano', la cittadina laziale che egli voleva divenisse la sua Bayreuth, e continuando con il 'Bussottioperaballett'. In sua vece ci rispose Rocco, il 6 giugno , il compagno di una vita, e suo coniuge, perchè Sylvano  non stava affatto bene:

Caro Pietro, 

  ho ricevuto la tua mail, riflettevo sul modo giusto di risponderti.
Sylvano da qualche anno è malato di alzheimer e la sua firma non è più quella di una volta, anzi spesso è uno scarabocchio illeggibile,  detto questo penso che sia un' ottima idea pubblicare questi scritti, cosi come destinare l’eventuale somma, ricavata dalle vendite, alla Casa Verdi. La casa editrice dovrebbe accontentarsi della mia di firma come coniuge da qualche anno.
Fatemi sapere se la cosa è possibile.
vi abbracciamo entrambi

Rocco


Di quegli articoli,  buona parte di essi, quasi sempre accompagnati da disegni e grafici, conserviamo non solo memoria, ma anche gli originali. Li ricevevamo  attraverso Lalla Brau che in quegli anni era a Roma, dal negozio di Piazza Venezia, 'longa manus' di Ricordi, suo editore.

Come dicevamo, li abbiamo  proposti ad una casa editrice creata e retta da volenterosi giovani musicologi;  loro  al principio hanno accettato, entusiasti dell'offerta, perché trattasi di una cinquantina circa di articoli, mai più ripubblicati dopo la prima uscita su Piano Time - seconda metà degli anni Ottanta - ma poi , dopo aver avuto anche l'autorizzazione di Bussotti, da Rocco,  volevano addebitare a noi le spese per la digitalizzazione dei testi che noi gli avremmo procurato fotocopiando le pagine di Piano Time  e fornendo direttamente gli originali ove possibile. E la storia si è conclusa senza nulla di fatto. Oggi gli editori fanno così. 


La proposta l'avevamo fatta anche perchè in una delle biografia ultime dedicate a Bussotti, l'autore ( Luigi Esposito, Un male incontenibileSylvano Bussotti, artista senza confini. Bietti editore) che si dichiarava a conoscenza del musicista ed in rapporto con lui, aveva liquidato  la sua collaborazione a Piano Time, durata anni, con quattro stupide parole" in quegli anni aveva collaborato saltuariamente a ... e citava più di una rivista oltre Piano Time. Falso. 

(Ecco come riporta la collaborazione di Bussotti a riviste di musica negli anni Ottanta, Luigi Esposito: " Sempre negli anni Ottanta, Bussotti collaborò con le riviste Discoteca, Musica/Realtà e Piano Time e i suoi interventi erano molto seguiti, da giovani compositori e musicisti e da colleghi già affermati").

Vero è che Bussotti h scritto qualche articolo sia su Discoteca che su Musica/Realtà, ma da giugno 1985 a marzo 1990,  dunque per un quinquennio circa, scrisse esclusivamente per Piano Time, la bellezza di 52 articoli, senza saltare mai un numero; a quei suoi articoli vanno aggiunti altri pezzi in forma di intervista e perfino un'autointervista, di cui conserviamo gelosamente l'originale scritto con inchiostri diversi per domande e risposte. Non l'abbiamo detto ancora, ma tutti gli articoli di Bussotti ci pervenivano manoscritti,  e scritti di suo pugno. Bussotti, lo ribadiamo, nella seconda metà degli anni Ottanta, aveva collaborato assiduamente - con uno spazio fisso interamente affidato a lui - solo con Piano Time. E con nessun altra rivista

 Che Bussotti sia stato per anni un protagonista della musica  e non solo di essa, dovendosi naturalmente aggiungere altri capitoli alla sua attività multiforme, le sue regie d'opera ed anche le sue opere di natura 'pittorica', come lo erano del resto anche le sue partiture, è a tutti noto. Dunque non staremo qui a ripercorrere i tanti capitoli della sua storia di protagonista della musica del Novecento.

La sua 'fedeltà' infine, caratteristica forse non a tutti nota a causa della sua 'infedeltà' di artista, l'abbiamo concretamente sperimentata  almeno in due occasioni. La prima, quando dopo un nostro diverbio con Pestalozza - ragione del diverbio un nostro trafiletto, 'dissacrante' per Pestalozza, sull'allora segretario PCI Occhetto,  a seguioto del quale egli ordinò a un musicologo e ad un compositore notisimi ambedue, e fedelissimi del PCI di interrompere la collaborazione, cosa che fecero immediatamente comunicandocela senza pudore - con Luigi Pestalozza (la storia ci sembra di averla raccontata su questo blog) questi chiese  anche a Bussotti di interrompere la collaborazione alla nostra rivista, e Bussotti gli rispose picche; la seconda quando avendo noi interrotto la direzione, per dissapori con l'editore di Piano Time, la collaborazione con il mensile la interruppe anche lui.

Nel 2011, al compimento del suo ottantesimo anno di età,  gli dedicammo un ampio servizio su Music@- la gloriosa rivista edita dal Conservatorio dell'Aquila, finita oggi nella m... per colpa dei nuovi reggitori di quell'istituto di musica - e Bussotti in quell'occasione ci inviò una cartolina, sul cui retro aveva annotato una breve composizione dedicataci.  Fu l'ultimo suo regalo cosciente.

 

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