lunedì 6 settembre 2021

Nino Rota ebbe in gioventù, a Londra, una relazione con una pianista, Magda Longari, da cui nacque una figlia che oggi si chiama Nina Rota

 Mea culpa. Non sapendo della storia della relazione di Nino Rota con una donna,  della quale erano note le generalità, a Londra nel 1947-48,  e dalla quale nacque una figlia - successivamente, non subito, riconosciuta -  andavo testardamente sostenendo che quella relazione l'ebbe con Suso Cecchi D'Amico, in ragione del fatto che la nota sceneggiatrice, moglie di uno dei suoi più grandi amici ed estimatori, Fedele D'Amico, s'era sempre interessata ad una ragazza figlia naturale di Nino Rota, ma non sua - apprendo purtroppo solo ora - avuta dalla pianista italiana Magda Longari, che in quegli anni viveva a Londra.

 Di quella relazione si parla nel volume curato da F. Lombardi ( in realtà Atti di un convegno dedicato) edito da EDT, dal titolo Nino Rota. Un timido protagonista del Novecento musicale. ( 2012). Nel quale si legge che la Longari, dopo quella relazione, durata poco, comunicò al musicista che era in Italia, di essere rimasta incinta. La loro figlia, non immediatamente riconosciuta, nacque a luglio del 1949, fu presto affidata ad un Istituto, ed appena le leggi lo consentirono, adottata da una famiglia in America. Dove tuttora vive, ha settantadue anni, e si chiama Nina Rota, ormai riconosciuta ed entrata di diritto a far parte dell'asse ereditario del musicista., al quale partecipano anche altri parenti non diretti di Rota, tanto di eredità ce n'è a volontà e per tanti. Prima di essere legalmente riconosciuta ebbe nome Marina Rota.

                                           ******

Passiamo ad un altro capitolo, toccato anche questo nel libro in oggetto, quello dedicato all'ORATORIO Mysterium Catholicum, eseguito per la prima volta ad Assisi il 29 agosto 1962, commissionato dalla 'Pro Civitate Cristiana'. 

Nel volume lo si classifica come CANTATA, e con il titolo modificato,  per volontà dello stesso Rota, all'indomani del debutto, in Mysterium, con l'eliminazione cioè dell'aggettivo Catholicum - che aveva il senso di 'universale', nel timore che ad esso venisse attribuito, proprio in virtù di quell'aggettivo, un carattere confessionale.

 QUESTO E' FALSO. Che Rota abbia voluto in seguito eliminare quell'aggettivo e considerare quello che era nato come Oratorio  una Cantata, è possibile e probabile, anzi certo, ma non nei tempi che il libro suggerisce.


 Anni dopo la prima assisiana del Mysterium Catholicum - certamente nella seconda metà degli anni Sessanta, più verso la fine, non prima - il maestro in persona mi fece dono, legandolo ad una trascrizione di uno dei brani più ispirati dell'opera ( Unun panem frangimus, ridotto a voci pari ed organo) che gli avevo richiesto,  di uno spartito di quella sua opera, che conservo gelosamente, con tanto di dedica:

A  Pietro Acquafredda con l'augurio di sentire questo oratorio diretto da lui. Aff.mo Nino Rota.

 Sulla copertina dello spartito solo il titolo: Mysterium Catholicum. e sulla prima pagina: Mysterium Catholicum. Oratorio. per quattro voci soliste, coro e orchestra.

 Sempre in quegli anni, seconda metà dei Sessanta, da Viterbo dove studiavo, venni una domenica a Roma, per ascoltare una delle esecuzioni dell'oratorio a Santa Cecilia. Purtroppo non ho conservato il programma di sala redatto per l'occasione dall'Accademia, ma siamo certi che ancora in quegli anni il Mysterium era ancora Catholicum e Rota lo considerava del genere Oratorio. Solo successivamente Rota avrebbe optato per il trasferimento dell'opera nel genere della Cantata, perchè a detta di certi suoi esegeti, mancava di una delle caratteristiche dell'oratorio 'latino': la presenza di personaggi, al punto che veniva anche intitolato 'dialogo'. Dimenticano quegli esegeti che nella letteratura dell'oratorio, sia latino che volgare, esistono infiniti esempi di lavori senza personaggi sostituiti da un florilegio di citazioni - come appunto aveva fatto Vinci Verginelli per Nino Rota - attingendole alle Scritture alla Liturgia ed ai Padri della Chiesa.

 Dunque se mutamento ci fu nelle titolazione dell'opera e  nell'indicazione del genere di appartenenza,  avvenne anni dopo il debutto dell'Oratorio Mysterium Catholicum.

 Sarebbe quindi opportuno che Francesco Lombardi biografo di quel suo lontano parente Nino Rota, del quale ha  senza alcun merito, ereditato una fortuna, in una  prossima edizione del volume da lui curato per le edizoni EDT, rettificasse ciò che ha scritto. 

Nessun commento:

Posta un commento