martedì 14 settembre 2021

Le sfide di Carlo Fuortes. All'Opera di Roma esternalizzazione - fortunatamente accantonata - in Rai internalizzazione da tempo auspicata

Cominciano le prime 'granelle' per il nuovo AD della Rai, Carlo Fuortes, messo lì da Mario Draghi per  mettere ordine nei conti e riformarla, con la complicità di Marinella Soldi, presidente ed esperta di tv.

Ieri intanto il primo sciopero della sede di Roma, a seguito del quale molti programmi quotidiani in diretta hanno ripiegato su 'riassunti' delle puntate precedenti,  semplicemente per non mandare il solito film tappabuchi. 

 Nei giorni scorsi, con l'approvazione del CDA, Fuortes ha cominciato intanto lo smantellamento degli attuali direttori di reti, spedendo quello di Rai Due, Di Meo a San Marino, a dirigervi la tv che per il 50% è di proprietà del Tesoro. Fuori uno.

 Ha dichiarato che prima delle elezioni  di ottobre non procederà a cambiamenti di peso, dei quali già si vocifera, e che sono stati causa dello sciopero di ieri. Si parla di accorpamento dei tg, delle redazioni, per gran parte dei servizi, con conseguenti tagli dei rispettivi budget, di riduzioni di direzioni e vice direzioni - sinceramente  di  numero esagerato e che lasciano gran parte dei nominati dietro una scrivania a fare quasi nulla ma con compensi  di un dirigente in carica. I casi sono tanti. Vediamo se sarà capace di farlo. Come anche di tagliare il numero esorbitante di collaboratori esterni, fra i quali si intrufolano mogli, amanti e figli di... come anche fedeli servitori da compensare, ma moltissimi inutili, come anche riportare in Rai intere programmazioni appaltate ad esterni.

Ha già fatto divieto a pezzi grossi della tv pubblica di  andare ospiti in tv concorrenti, per intanto fino alle elezioni, ma quasi sicuramente anche dopo. Dovrebbe fare anche il contrario e cioè evitare presenze consuete e numerose di esterni, se per la stessa materia si hanno giornalisti competenti in Rai, perchè certamente ve ne sono.

 Noi stessi, quasi quotidianamente, non riusciamo a non meravigliarci per la presenza in Rai di tanti giornalisti esterni cui vengono affidate  conduzione e direzione di intere trasmissioni, al punto che ci siamo convinti che in Italia l'industriale con più televisioni non è tanto Berlusconi quanto Cairo, i cui dipendenti di tv e giornali sono di casa e da tempo anche in Rai.

 Certo Fuortes, qualche problemuccio l'ha già, per la cui soluzione  non dispone della forza giusta, perchè negli anni passati a Musica per Roma e al Teatro dell'Opera ha intrecciato rapporti  o ha avuto sicuramente scontri con persone che ora si trova nell'azienda pubblica e nei confronti delle quali, le prime, ha le mani legate o potrebbe meditare vendette nei confronti delle seconde. 

 Nei giorni scorsi si è letto della star (????) Ingrid Muccitelli - fidanzata di Mauro Masi, il quale voleva prendere il posto di Fuortes, ma per fortuna non ci è riuscito, anche perché del suo passaggio precedente si hanno ricordi ancora vivi insieme a qualche censura, anzi condanna, per 'danni' -  promossa e conduttrice a Rai Uno, nelle trasmissioni mattutine del fine settimana, come non bastassero i due già presenti. 

Masi,  non molto tempo fa, da dirigente di una banca, ha stipulato con l'Opera di Roma diretta da Fuortes, un contratto di sponsorizzazione. E, per questo, ora qualcuno avanza l'ipotesi che la promozione della sua 'ragazza' ( di Masi naturalmente, perché della vita privata di Fuortes non si sa nulla; non sappiamo nulla neanche noi che lo consociamo da quando,  metà anni Ottanta, era nostro collaboratore perché ci forniva servizi fotografici per il mensile Piano Time),  sia una sorta di ricompensa della sponsorizzazione. Magari i tempi con consentono questa messa in relazione, ma questo non è che un altro problema, piccolo, anzi piccolissimo certo, ma un problema.

E poi, come ha sottolineato il consigliere di amministrazione Laganà, in rappresentanza dei dipendenti Rai, Fuortes se vuol proprio far veder che cosa è capace di fare, cominci ad INTERNALIZZARE molte delle produzioni da anni appaltate all' esterno, e non sempre per ragioni di efficienza produttiva e  riduzione di costi. All'Opera di Roma voleva esternalizzare orchestra e coro - una  bestialità! - in Rai internalizzi le produzioni: una mano santa per l'azienda; ed una bella iniezione di orgoglio ai molti interni marginalizzati, le cui professionalità da tutti riconosciute,  vengono regolarmente ignorate e perfino calpestate.

 In una intervista a Fuortes di qualche tempo fa, L'Espresso titolava: Io risolvo problemi. Ecco, ora in Rai di problemi da risolvere Fuortes ne ha in abbondanza, faccia però attenzione a non cominciare  con il piede sbagliato, cioè da quelle di facciata.  


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