lunedì 13 settembre 2021

Papa Francesco e Viktor Orbàn: due (?) idee di cristianità

 Ieri un giornale 'moderato'  -  se non andiamo errati Il Giornale diretto da  Augusto Minzolini - titolava proprio così: Due  cristianesimi a confronto, quello di Bergoglio e di Orbàn.

 Il faccia a faccia, non privato, fra il Papa e il chiacchieratissimo Presidente ungherese, avrebbe messo a confronto due modi assolutamente distanti, se non addirittura opposti e contrastanti, di intendere il Cristianesimo. Va da sè che, per quel giornale, pur non convintamente, e per una schiera di altri giornali di destra, Papa Francesco sarebbe una sorta di 'anticristo', e, di conseguenza, Orbàn, il difensore dei valori del Cristianesimo, messi in pericolo dalla politica 'di sinistra' e 'laica' del Pontefice, l' antipapa. Sì, perchè quel giornale ed altri della stessa parte politica, continuano a sostenere che Bergoglio è l'usurpatore e che Ratzinger, papa emerito, è l'unico papa. Ma nello stesso tempo  ipotizzano che Bergoglio si  possa dimettere andando a creare nuova confusione nella Chiesa, che così avrebbe due papi emeriti, ma uno solo eletto con tuti i crismi, papa Benedetto XVI, ed ancora regnante.

 Non abbiamo letto naturalmente l'articolo, né ci interessa leggerlo; quel titolo, assolutamente demenziale e farneticante, ci è bastato.

Ma quel titolo ed il confronto al quale si accennava, che di fatto metteva Orbàn in cattedra, e Bergoglio in castigo dietro la lavagna perché non aveva studiato la lezione della storia cristiana, ci aveva fatto venire in mente analogo episodio - del quale abbiamo forse già scritto in questi anni? non ricordiamo, comunque lo facciamo ora , visto che ha qualche attinenza con il faccia a faccia ungherese fra il Papa e Orbàn - che riguarda però il mondo che più di ogni altro abbiamo frequentato, in ragione del nostro lavoro, quello cioè della musica.

Andiamo indietro nel tempo, a metà degli anni Ottanta, quando dirigevamo il mensile Piano Time, ed anche per questa responsabilità  eravamo in stretto e continuo contatto con molte realtà di formazione e concertistiche che con quello strumento avevano diretta attinenza.

Franco Scala, fondatore dell'Accademia 'Incontri col maestro', ad Imola - istituzione alla quale con Piano Time  offrimmo un supporto non indifferente, cosa di cui Franco Scala, ma non da oggi che è avanti negli anni, si è poi completamente dimenticato! -  ci invitava spesso a osservare de visu le attività che vi si svolgevano.

 Come quella volta in cui Paul Badura-Skoda, nostro amico, vi  teneva un  corso di perfezionamento. Giunti ad Imola vi incontrammo  un nostro collaboratore, l'uomo-pianoforte italiano per antonomasia. Era ad Imola anche lui in compagnia di una giovane pianista italiana -fresca di studi e che non si era ancora  fatta notare nel mondo del pianismo nel quale era una perfetta sconosciuta -  con la quale all'epoca aveva una relazione e che egli portava in palmo di mano, come fosse una nuova Martha Argerich.

A pranzo restammo soli, parlammo di tante cose, di progetti editoriali per Piano Time e ad un certo punto ci venne spontaneo di domandargli perchè non avesse consigliato alla sua giovane compagna di frequentare il corso di Badura-Skoda, maestro indiscusso della letteratura e della didattica pianistica, oltre che illustre studioso. Lei giovane, che  tutto aveva ancora da imparare, ne avrebbe tratto sicuro giovamento.

 La risposta dell'uomo-pianoforte, che ci è rimasta impressa nella memoria e che non siamo ancora riusciti a dimenticare fu molto simile al titolo de Il Giornale, in occasione dell'incontro fra il Papa e Orbàn.

 " Per carità - disse convinto, così ci sembrò - si scontrerebbero  continuamente, perchè l' idea del pianoforte che ha S... è opposta a quella di Badura-Skoda".

 Insomma quel dotto uomo-pianoforte, avendo perso la testa ed anche il senno per la giovane  studentessa di pianoforte, le  attribuiva  una  convinta e meditata visione del pianoforte in  netto contrasto con quella di Badura Skoda, autentico monumento  pianistico,  musicista e studioso e didatta autorevolissimo.  Dopo molti anni possiamo dire che Badura-Skoda è rimasto sempre la stella luminosa nel cielo pianistico che era già allora, mentre di quella giovane pianista, che sul pianoforte la sapeva lunga, molto più di Badura-Skoda, si sono perse le tracce. Non era difficile prevederlo. Con  la fine della storia con l'uomo-pianoforte anche la sua carriera, non ancora neppure avviata, ebbe un brusco e definitivo stop.

Alla stessa maniera, con identica perdita di senno, Il Giornale accredita Orbàn come  autentico esegeta del Cristianesimo, in netto contrasto con la visione che del Cristianesimo ha il Pontefice regnante.

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