Sottoporsi al vaccino antinfluenzale può ridurre la probabilità di sviluppare gravi effetti collaterali dovuti al Covid-19.
Un nuovo studio ha scoperto che il rischio di soffrire di ictus, trombosi venosa profonda (TVP) o sepsi era significativamente inferiore per le persone che avevano già ricevuto il vaccino antinfluenzale.
Anche la probabilità di aver bisogno di cure ospedaliere o di venire ricoverati in terapia intensiva è minore.
«Abbiamo rilevato un'associazione che sembra dimostrare che la vaccinazione antinfluenzale offre una certa protezione contro gli effetti collaterali causati dal Covid-19», ha affermato Devinder Singh, autore senior dello studio e professore di chirurgia clinica presso l'Università di Miami.
Questi risultati offrono speranza ai paesi che hanno difficoltà ad implementare un efficace programma vaccinale contro il coronavirus, e potenzialmente possono alleviare la pressione ospedaliera in caso di aumento dei contagi previsti per quest’inverno.
I ricercatori hanno analizzato le cartelle cliniche di 75.000 pazienti malati di Covid-19 provenienti da paesi tra cui Stati Uniti e Regno Unito, e hanno confrontato coloro che avevano ricevuto il vaccino antinfluenzale con quelli che non lo avevano fatto.
I due gruppi erano simili in termini di età, sesso, etnia, salute e stile di vita.
I dati hanno mostrato che i pazienti senza un vaccino antinfluenzale avevano dal 45 al 58% in più di probabilità di subire un ictus nei quattro mesi successivi alla diagnosi. Questo stesso gruppo aveva anche dal 36 al 45% di possibilità in più di sviluppare sepsi e circa il 40% in più di probabilità di sviluppare TVP.
Tuttavia, gli esperti hanno avvertito che il vaccino antinfluenzale non rappresenta un'alternativa adeguata al vero e proprio vaccino contro il Covid-19.
«È molto importante sottolineare che raccomandiamo assolutamente il vaccino contro il Covid-19 e non suggeriamo in alcun modo che il vaccino antinfluenzale sia un sostituto del corretto vaccino contro il Covid-19», ha affermato il professor Singh.
I risultati sono stati presentati in una riunione online della Società europea di microbiologia clinica e malattie infettive.
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