giovedì 30 settembre 2021

Allentate le misure di distanziamento e aumentate le capienze per i luoghi di spettacolo. Disposizioni in arrivo

Adesso Franceschini si vanterà di aver ottenuto per il mondo dello spettacolo l'aumento della capienza per gli spettacoli dl vivo, anche  non gli servirà per candidarsi al Quirinale, come lui desidera, per cui si dà un gran da fare da tempo.

Il CTS, sollecitato dal ministro che è al fianco dello spettacolo e della cultura - così lui dice - avrebbe accettato di allentare le misure di distanziamento nei luoghi di spettacolo aumentando le capienze consentite, visto anche l'andamento positivo, espresso dall' abbassamento dei contagi da Covid.

Per gli spettacoli dal vivo - concerti, teatro, opera - nei luoghi all'aperto la capienza consentita é del 100% dei posti, al chiuso dell'80%. Naturalmente con le precauzioni da sempre raccomandate, prima fra tutte la mascherina indossata per l'intera durata deli spettacoli. 

Ed ora è lecito supporre che se le situazione epidemica migliorerà ancora, anche al chiuso si potrà tornare alla capienza al 100%.

 Il mondo dello spettacolo fra i più provati, perché penalizzato più di ogni altro, peggio solo le discoteche tuttora chiuse, ha spessissimo lamentato tale limite che è parso discriminatorio, avanzando che i luoghi di spettacolo sono sicuri, perché si sta seduti indossando la mascherina, e all'entrata viene controllato il Green Pass e la temperatura corporea. Più sicuri di così, dicono.

Ma ciò che Draghi va dicendo a proposito del cosiddetto 'patto di stabilità' che alla fine della pandemia va rivisto, si può applicare anche al mondo dello spettacolo.

 Che cosa si è pensato, facendo tesoro della pandemia, per il futuro?

 Si è forse giunti alla determinazione che onde evitare spostamenti durante gli spettacoli, questi non debbano durare più di un'ora, con conseguente abolizione dell'intervallo che, oltre tutto, allungherebbe di molto la permanenza in una sala, quando si tratta di spettacoli al chiuso? No. I concerti durano il tempo di prima e durante l'intervallo in quasi tutti i casi il pubblico dovrebbe restare seduto al proprio posto, magari parlottando, vis a vis, con i vicini.

Considerando anche l'enorme danno subito da coloro che in tale settore lavorano da intermittenti, quindi poco garantiti, si è pensato a costringere a più miti pretese 'economiche' gli artisti ospiti che, si sa,  non sono mai sazi di agi e privilegi? 

A coloro i quali avanzano che la loro è una vita stressante, taluni dicono 'd'inferno', vorremmo che qualcuno consigliasse di fare temporaneamente esperienza di una vita veramente dura, come purtroppo è quella di moltissimi cittadini. Dura e, il più delle volte,  non compensata adeguatamente. E poi vediamo che dicono, se continuano a lamentarsi.

 Il discorso potrebbe estendersi ai dirigenti di vertice delle istituzioni, con particolare riferimento a quelli delle Fondazioni liriche.

Ogni volta che  si pensa, ad esempio, che uno come dall'Ongaro , sovrintendente di Santa Cecilia - ma non è il solo, beninteso - guadagna quanto l'amministratore delegato della Rai, nel caso specifico Carlo Fuortes - e cioè 240.000 Euro, vien da pensare che il tempo delle rivoluzioni per produrre cambiamenti non è ancora esaurito e concluso.

Dall'Ongaro è strapagato - in nessun altro lavoro del suo settore avrebbe un compenso simile a quello che percepisce - si è dato!!! - a Santa Cecilia; e Carlo Fuortes, per la  grande responsabilità che condivide con la presidente, Antonella Soldi, è pagato una miseria. Il loro stipendio in Rai dovrebbe essere quanto meno il doppio.

Tornando allo spettacolo, durante la pandemia, osservatori avevano fatto notare che perdurando il limite dalla capienza con la conseguente riduzione degli incassi da botteghino, sarebbe  impossibile per tali istituzioni tener alta la qualità della loro offerta.

Una qualche ragione l'avevano, ma non hanno mai prospettato l'ipotesi che la diminuzione degli incassi poteva essere alleviata dal calmiere dei cachets degli artisti e degli stipendi dei dirigenti, oltre naturalmente che dal contenimento dei costi, nel caso dell'opera, degli allestimenti. 


 E poi c'è il capitolo degli artisti ospiti, fra i quali durante la pandemia, figuravano anche italiani - giustificandosi i direttori artistici con la riconosciuta bravura dei nostri artisti - mentre ora si è tornati a prima della pandemia, e cioè ad invitare più stranieri che italiani.

Ma allora pensano e credono i direttori artistici - che un qualche interesse certamente l'hanno a pescare nella agenzie straniere  per gli artisti ospiti - che il pubblico è soprattutto composto di fessi?

 Se un domani dovesse capitare a qualcuno di questi direttori artistici 'esterofili' di finire nelle maglie della giustizia, per un reato legato a tale tendenza  'anomala' ( come già  accaduto all'ex sovrintendente del Regio di Torino, il cui nome, Graziosi, non rende meno pesante il malaffare per cui è finito sotto processo) noi non staremo al loro fianco , né presteremo la nostra spalla per consolarli.

 Noi, ma non siamo i soli, da anni, andiamo combattendo questa battaglia, senza essere - ci pare - ascoltati, dunque 'uomo avvisato'... 'che è causa del suo mal pianga se stesso'.

 Ci sarebbero altre cose sulle quali interrogarsi  per il dopo pandemia. Abbiamo intravisto che l'ha fatto anche Piero Rattalino dalle pagine di una  rivista di musica sulla quale scrive abitualmente. Ma essendo quella sua riflessione  lunga una quaresima, abbiamo pensato di rinunciare alla lettura,  che,  ad occhio e croce,   ci è sembrato non saremmo riusciti a terminare entro la fine della pandemia. 


Di Virginia Raggi o della Monnezza

Crediamo di sapere perché Roma, dopo qualche giorno che sembrava meno sporca, sia tornata ad essere una discarica a cielo aperto. 

 Con l'avvicinarsi delle elezioni - ormai fra poche ore - la sindaca uscente, essendosi ricandidata, aveva pensato bene di far raccogliere la monnezza, invece che ogni sette giorni ogni quattro. E qualche miglioramento della situazione s'era notato.

 I cittadini l'avevano giudicato, tale miglioramento, come una captatio benevolentiae da parte della Raggi che, secondo i sondaggi sembrava avere qualche chances di restare in Campidoglio, o come il modo più istantaneo di evitare agli elettori di doversi districare, recandosi ai seggi, fra i sacchi di immondizia che ormai sono tornati a cataste nelle strade. 

 Invece poi le cose sono tornate come prima, anzi, se si vuole, peggio. Strade invase dai rifiuti, cassonetti strapieni e maleodoranti. Perchè?

 Siccome i sondaggi la danno ormai fuori gioco, e noi speriamo che sarà così, lei ha pensato di lasciare all'avversario, che vincerà le elezioni, un regalo grande quanto la città: una montagna di rifiuti dappertutto: "ci pensi lui, visto che ha vinto le elezioni, a provvedere al loro smaltimento". Un sacchetto avvelenato!

GIMBE registra calo di contagi nelle ultime 4 settimane (TGCOM 24)

 Ormai da 4 settimane consecutive continuano a scendere i nuovi casi settimanali di Covid: anche sul fronte dei contagi iniziano a intravedersi i risultati della campagna vaccinale, con oltre il 71% della popolazione che ha completato il ciclo". Lo dichiara Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, commentando i dati dell'ultimo report settimanale che mostra tutti gli indici in calo periodo 22-28 settembre 2021 rispetto ai sette giorni precedenti. 

Nuovi casi in calo - Queste nel dettaglio le variazioni: -19,2% di nuovi casi (23.159 rispetto a 28.676), -9,6% le persone in isolamento domiciliare (94.995 rispetto a 105.060), -13,2% i ricoveri con sintomi (3.418 rispetto a 3.937) e -11% per le terapie intensive (459 rispetto a 516). Si registra inoltre un lieve calo dei decessi: 386 negli ultimi 7 giorni (di cui 46 riferiti a periodi precedenti), con una media di 55 al giorno rispetto ai 56 della settimana precedente. 

Differenze regionali - Nella settimana 22-28 settembre 2021, rispetto alla precedente, solo in Emilia-Romagna e Valle d'Aosta crescono i casi attualmente positivi, e solo in quest'ultima si registra un incremento percentuale dei nuovi casi. "Sul fronte ospedaliero - afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari Gimbe - si conferma il calo dei posti letto occupati da pazienti Covid-19: rispetto alla settimana precedente scendono del 13,2% in area medica e dell'11% in terapia intensiva". A livello nazionale il tasso di occupazione rimane basso (6% in area medica e 5% in area critica), seppur con notevoli differenze regionali: per l'area medica si colloca sopra la soglia del 15% solo la Calabria (17%); per l'area critica nessuna Regione supera la soglia del 10%. 

mercoledì 29 settembre 2021

Draghi: le regole di bilancio non possono restare identiche a prima, superata la pandemia ( Reuters)

 Il presidente del consiglio Mario Draghi ha detto oggi che è irrealistico pensare che le regole di bilancio europee restino identiche una volta superata la crisi pandemica.

 Bruxelles ha sospeso l'applicazione del Patto di stabilità per consentire agli Stati membri di utilizzare i bilanci in chiave anti-ciclica e ridurre l'impatto della crisi.

Draghi fotografa l'Italia: quadro economico migliore del previsto ( Rai News)

 Vorrei esprimere il più sentito cordoglio del governo, mio, per i morti sul lavoro che ieri e oggi hanno funestato la scena e l'ambiente psicologico ed economico del Paese. La più sentita vicinanza ai familiari e ai loro cari". Il premier Mario Draghi apre la conferenza stampa di presentazione della nota di aggiornamento al Def appena approvata dal Cdm, leggendo i nomi delle vittime. Solo oggi se ne sono registrate tre, due in Puglia in cantieri per ristrutturazioni, uno sulla autostrada A14. "Assume sempre di più i contorni di una strage che continua ogni giorno" aggiunge Draghi, sottolineando che "c'è l'esigenza di prendere provvedimenti immediatamente, entro la settimana prossima. E poi affronteremo i nodi irrisolti", spiega a proposito della sicurezza nei luoghi di lavoro.

 "Pene più severe e immediate, collaborazione all'interno dell'azienda per individuare precocemente le debolezze in tema di sicurezza lavoro" rimarca, dopo aver citato le parole del presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, perché "chi è sul campo avverta immediatamente se ci sono debolezze".


Quadro economico di gran lunga migliore di come pensavamo

 "Il quadro economico è di gran lunga migliore di quello che noi stessi pensavamo potesse essere cinque mesi fa" ha detto Draghi. "Abbiamo approvato la nota di aggiornamento al Def che contiene le previsioni del governo sull'andamento dell'economia e della finanza pubblica. Ringrazio Franco con il suo staff e i collaboratori per tutto il lavoro fatto nel corso di quest'anno: ci sono state già tre leggi di bilancio. Un lavoro straordinario".

 

"Il debito pubblico- dice ancora il premier- è in lieve discesa e mi sono chiesto cosa significa: è la prima conferma che dal problema dell'alto debito pubblico si esce prima di tutto con la crescita".


Torna fiducia nell'Italia, volano gli investimenti

 "Ora C'è fiducia nell'Italia, fra gli italiani e nel resto del mondo nei confronti dell'Italia, un'altra notizia positiva" continua il presidente del Consiglio. Draghi sottolinea che fra l'altro si prevede per gli investimenti un aumento di circa il 15% quest'anno e di oltre il 6% il prossimo, dopo il calo del 9,2% nel 2020. "Un rimbalzo -dice - che recupera tutto ciò che è stato perso lo scorso anno e anche più".

 

Manovra espansiva, con misure che aiutino la crescita

 "La legge di bilancio che presenteremo tra poche settimane rimarrà fondamentalmente espansiva" continua Draghi. "Dobbiamo stare attenti a quali misure contribuiscono a una crescita equa, sostenibile e duratura e quali indifferenti per questa crescita", sottolinea in vista della manovra. "La sfida più importante è rendere la crescita equa e sostenibile,duratura, strutturale, a tassi di crescita più alti di quelli precedenti la pandemia che erano veramente molto bassi ed erano alla base della crisi continua dell'economia".

 

Expo e Giubileo possono rilanciare l'economia

 La possibile candidatura di Roma per l'Expo 2030, insieme al Giubileo 2025, "ci dice che il sentiero per Roma è un sentiero di crescita, di attività, spero che negli anni serva a migliorare la condizione economica e sociale per la città" dice il premier.

 

Dobbiamo proteggere la ripresa, vaccini alla base

 "La vaccinazione è alla base della ripresa, gli scolari sono tornati a scuola: è stato un passaggio difficile ma tutto sommato risolto con successo. Questa constatazione ci dice che questo è un ingrediente fondamentale per la crescita, da proteggere in tutti i modi: dobbiamo fare di tutto e se ci fosse una recrudescenza la affronteremo senza ospedalizzazioni diffuse e pressione" sulle strutture ospedaliere. Lo dice Mario Draghi in conferenza stampa, sottolineando come "il vaccino sia l'unico modo sicuro per proteggere noi stessi e i nostri cari".

 

Il 12 ottobre G20 su Afghanistan

 Il vertice G20 straordinario sull'Afghanistan si farà il 12 ottobre. Dopo settimane di preparazione, l'annuncio del premier Mario Draghi rompe gli indugi sul summit dei Grandi che punta ad affrontare la crisi scoppiata dopo la presa di Kabul da parte dei talebani. Una riunione presieduta dall'Italia che si terrà in modalità virtuale e in formato "allargato", coinvolgendo non solo Paesi Bassi e Spagna ma anche Qatar, Nazioni Unite, Banca mondiale e Fondo monetario internazionale. "C'è stata una riunione dei ministri degli Esteri del G20 che ha già iniziato a preparare la riunione dei capi di Stato: si tratta di vedere se c'è una comunità di obiettivi fra tutti i 20 Paesi più ricchi del mondo. Prima di tutto - ha detto Draghi -c'è un'esigenza umanitaria, c'è una catastrofe umanitaria che sta per dilagare". Per questo, ha affermato il premier, "è dovere dei Paesi più ricchi del mondo evitare la catastrofe, senza la condizionalità per cui 'io ti do un pacco di grano se tu abiuri alle tue fedi'". L'altro tema in cima all'agenda sarà quello della sicurezza. "La seconda questione è quali passi la comunità internazionale può intraprendere per evitare che l'Afghanistan torni ad essere il nido del terrorismo internazionale". 

L'appuntamento del 12 ottobre (che anticipa il G20 di Roma del 30-31 ottobre già fissato in presenza) è stato fortemente voluto dall'Italia, che ha dovuto superare più di qualche scetticismo iniziale e già nella fase preparatoria aveva posto l'accento sull'emergenza umanitaria. Tra le preoccupazioni principali dei leader, come ha sottolineato Draghi, ci sono poi i possibili effetti destabilizzanti della crisi afghana nella regione e oltre, da possibili ondate migratorie incontrollate al rischio che il Paese torni a essere una base privilegiata del terrorismo. Non mancherà ovviamente nell'agenda il tema dei diritti umani e della condizione delle donne che, nonostante le promesse dei mullah, nel nuovo Emirato islamico sono sempre più escluse dalla vita pubblica, con il divieto di andare a scuola - tranne che alla primaria - e all'università e il bando di fatto dalla vita politica e lavorativa. 

 

Il sindaco di Napoli sarà commissario bonifica Bagnoli

 "Per la bonifica dell'area di Bagnoli a Napoli il Cdm ha deciso di attribuire la funzione di commissario al sindaco, quale esso o essa sia. E' una vicenda lunga, speriamo di far bene almeno migliorando la governance" conclude il premier, dando la parola al ministro dell'Economia, Daniele Franco .

 

Franco: recuperati 2/3 del Pil perduto nel 2020

 Tutti i previsori si stanno avvicinando al forte miglioramento delle prospettive di crescita dell'Italia da parte del Governo italiano e vista la crescita acquisita "anche ipotizzando un rallentamento nell'ultima parte dell'anno, giungeremmo molto tranquillamente al 6% o comunque molto vicino" spiega il ministro dell'Economia. Franco spiega che "rispetto alla flessione subita l'anno scorso, di quasi il 9%, ne recuperiamo circa i due terzi".

 

Bene mercato del lavoro, l'occupazione migliora del 2,5%

 Tra i dati registrati dal governo c'è "l'andamento positivo del mercato lavoro: a luglio rispetto a gennaio c'è un incremento del 2,5% del livello di occupazione, inferiore rispetto agli anni pre crisi ma i progressi sono positivi" sottolinea Franco.

 

Garantire crescita, Pnrr e legge bilancio cruciali

 "Il debito pubblico va ridotto, la crescita è lo strumento principe e il tasso di crescita pensiamo sarà più alto del nostro passato. Per concludere, vediamo una ripresa nel 2021 che continua nel 2022 e tassi di crescita ancora significativi nel 2023 e 2024: e qui ci sarà il vero test della politica economica, è lì che si vedrà la differenza rispetto agli anni scorsi. Ovviamente il Pnrr è cruciale ma tutti gli strumenti vanno usati e in primis la legge bilancio che ci dobbiamo chiedere se garantisce dunque investimenti,maggiore produttività e tassi di occupazione più elevati" dice ancora il ministro dell'Economia.

 

Incidenti lavoro, Orlando: nuove norme prossima settimana

 "Dobbiamo introdurre delle norme e lo faremo molto presto, credo già la prossima settimana,che anticipino un Piano di carattere più complessivo. Norme che individuino sanzioni più tempestive per imprese che non rispettano le regole, che facilitino la possibilità di raccogliere i dati per chi compie violazioni all'interno del frammentato tessuto economico delle imprese e poi potenziamento delle strutture di controllo che si articola su due livelli:potenziamento delle competenze e dell'organico dell'Ispettorato del lavoro, ma anche un monitoraggio sull'attività delle Aziende sanitarie". Così Andrea Orlando sugli incidenti sul lavoro.

Bellini Festival (marchio Castiglione)- BellininFest ( marchio regione Sicilia) -Tributo a Vincenzo Bellini (dopo che il tribunale ha vietato alla Regione l'uso di quel nome)

 Castiglione, dopo che non ha avuto i contributi sperati dagli enti territoriali per il suo Bellini Festival - avviato con quali soldi se non quelli pubblici che una decina d'anni fa, era riuscito ad ottenere ed ora non più? e non sappiamo se spesi bene o, come gli è spesso accaduto, pasticciando! - quando ha visto che la Regione siciliana ha avviato quest'anno, mettendola in mani certamente più degne delle sue, un festival dedicato a Bellini, impegnandosi finanziariamente in maniera consistente ( 1 milione e e mezzo circa di Euro, fra spese di produzione e pubblicità in ogni dove) ha pensato di ricorrere al tribunale per inibire almeno il marchio - non potendo fermare il festival - della nuova manifestazione che in questo caso era BellininFest. E il giudice che ha accolto - le ragioni addotte dal tribunale sembrano pretestuose - il ricorso di Castiglione,  ha imposto alla Regione siciliana  di togliere immediatamente quel nome anche dal sito dedicato. 

 Noi ci siamo accorti indirettamente di tale decisione del tribunale, sulla quale torniamo fra breve, perché in un comunicato di oggi, abbiamo letto di un concerto inserito nelle manifestazioni 'Tributo a Vincenzo Bellini'. Il festival in oggetto è ormai alle battute finali e quindi il cambio di nome, per ordine del tribunale, non potrà danneggiare in alcun modo la manifestazione.

La sentenza del tribunale risulta alquanto incomprensibile, quando scrive che BellininFest (Regione siciliana) è molto simile a Bellini Festival (festival avviato da Enrico Castiglione).

 In fondo, scrive nella sentenza il tribunale, è stato aggiunto solo la preposizione 'in', ed è stata troncata la parola Festival (Castiglione) in Fest (Regione siciliana). E' rimasta intatta la parola che indica il musicista cui si rende omaggio: Bellini. Bisognava forse evitarla, per non incorrere nel ricorso di Castiglione?

 Ora al giudice desideriamo porre una semplice domanda. Se uno volesse  fare un festival in onore di Bellini come deve chiamarlo, stante l'impedimento del nome utilizzato - senza che ci sia nulla di inventato nella denominazione banalissima! - da Castiglione?

 Il giudice avrebbe dovuto quantomeno suggerire una possibile denominazione , volendosi dedicare un Festival  a Bellini, senza incorrere nelle ire, e senza annullare le mire di Castiglione.

 Che so: Festival Bellini - con la pospozisione del nome del musicista potrebbe andare? oppure  bisogna per esempio dire: Festival per il catanese Bellini; oppure Catania celebra suo figlio, oppure Norma non è solo una pasta? Il sospetto di essere affrettata e senza sostanza, resta sulla sentenza del tribunale.

 Quanto poi a Enrico Castiglione, la sua storia di inventore di festival ed editore, ormai lunga, è ricca di inciampi, cancellazioni, sospensioni, cambi di interpreti, imposizioni di sue regie, trasmissioni tv millantate come 'mondovisione', trasposizioni di date e luoghi, ed anche  qualche cachet non corrisposto. Insomma pasticci!

L'ultima che abbiamo letto è che molte delle sue iniziative escono sotto l'etichetta 'Euro Mediterraneo' - che un tempo era un altro dei suoi festival - per la quale riesce a ricevere finanziamenti anche dal Ministero, come il festival di Pasqua,  o quello omonimo dedicato al grande mare e quello belliniano, nonostante che la qualità di quelli che abbiamo avuto modo di seguire ci sembrasse quasi sempre mediocre, e frutto di scelte improvvisate e discutibili. 

 Adesso è  sbarcato in Laguna, per rendere omaggio al genio di Vivaldi, al quale, guarda un pò, nessuno aveva pensato prima. Abbiamo letto qualche annuncio, strombazzato, ma temiamo che a breve sentiremo suonare la ritirata.

 Temiamo che anche dopo aver vinto in tribunale contro la Regione siciliana, la sua stella sia ormai cadente, anzi a terra.

martedì 28 settembre 2021

Greta Thunberg: vogliamo un mondo diverso, occorre agir subito. basta parole

 "Le nostre speranze e sogni annegano in tutte queste vuote parole e promesse" dei leader di tutto il mondo sul clima ma "Possiamo farcela, il cambiamento è possibile e necessario, ma non se continuaiamo così". Greta Thunberg la giovane attivista per il clima ha aperto così il suo intervento al Youth4Climate in corso a Milano.

 

"Ci serve un dialogo costruttivo ma sono 30 anni che sentiamo 'bla, bla, bla' e dove siamo? Più del 50% di tutte le emissioni di Co2 sono avvenute dal 1990 in poi e un terzo dal 2005 in poi. Tutto questo mentre abbiamo sentito cosa i leader avrebbero voluto fare ma nessuno sa che cosa hanno fatto".

Greta Thunberg, la giovane attivista per il clima arrivata al Mico di Milano è andata nell'area tamponi per sottoporsi al test, obbligatorio per tutti, anche per chi ha il green pass. Lì è stata letteralmente accerchiata dalla stampa, tanto che chi l'accompagnava ha scherzato dicendo che questa è la calda accoglienza italiana dove si sta tutti molto vicini. Greta ha detto di "stare bene" a Milano e di avere da questo evento "le stesse aspettative di molti altri incontri, molte chiacchiere". 

 

"Selezionano dei giovani come noi facendo finta che ci ascoltano, ma non è vero, non ci hanno mai ascoltato - ha detto rivolgendosi ai 400 giovani in platea -. Basta guardare i dati, le statistiche, le emissioni continuano ad aumentare: la scienza non mente". "Ma è chiaro che possiamo invertire questa tendenza, è possibile - sottolinea - si può cambiare. E siccome non abbiamo delle soluzioni tecnologiche che possano consentirci di farlo, dovremo cambiare noi. Non possiamo più permettere quelli al potere decidere che cos'è la speranza, non è qualcosa di passivo. La speranza vuol dire agire e viene sempre dalla gente". "Noi vogliamo un futuro sicuro, una giustizia climatica" ha detto arringando la platea (AGI)

La 'bestia' di 'polvere bianca' trovata dai carabinieri a casa di Luca Morisi, accende la polemica politica ( da Il Messaggero)

 ...Se il chiarimento definitivo della vicenda della droga sembra ancora lontano, il fuoco dei social e delle accuse politiche per il leader della Lega è ormai innescato. Matteo Salvini - che si dice «spiaciuto della schifezza mediatica che condanna le persone prima che sia un tribunale a farlo» - ha replicato alle ironie mosse dalla rete, in particolare sull'episodio della sua citofonata nel 2020 alla casa del tunisino di Bologna in cui il segretario chiese: "scusi, lei spaccia?". Parole che furono allora postate proprio dall'allora imponente macchina social del Carroccio e che oggi spingono a una difesa: «Non me ne sono pentito, perché hanno arrestato degli spacciatori. Lì c'erano degli spacciatori che sono stati arrestati. Non andiamo a caso». 

Una stilettata arriva però anche dal suo ex alleato di quando era ministro e che di quel Governo è stato premier: «Colpisce il fatto che con gli amici Salvini è molto indulgente, con tutti gli altri è sempre stato molto duro», attacca Conte. 

E Ilaria Cucchi - sorella di Stefano, il detenuto arrestato per droga e morto in carcere dopo un pestaggio - si sfoga: «Ora so che tutte le durissime prese di posizione di Matteo Salvini contro Stefano Cucchi e la mia famiglia hanno un volto: Luca Morisi, indagato dalla Procura di Verona per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti».

Marco Angius spieghi cosa trova di interessante nel Richter sfruttatore di Vivaldi

 Abbiamo appena pubblicato, nel post precedente, il calendario della tournée che l'Orchestra di Padova e del Veneto, in una formazione cameristica e di soli archi, con il suo direttore Angius, si appresta a compiere in Italia, in ottobre.

 Nel programma del concerto, che ripeterà  identico nelle città toccate dalla tournée c'è Mahler,  Zambon, vincitore dell'ultima edizione del Concorso di composizione intitolato al barone Francesco Agnello che del CIDIM promotore della tournée, è stato l'indimenticato fondatore ed animatore, e infine l'ormai noto brano dell'altrettanto noto, e 'di moda', compositore inglese Max Richter, Vivaldi Recomposed.

 Di quest'ultimo brano che certo alletta le orecchie e stimola la curiosità ci piacerebbe ascoltare una  sola parola di interesse da parte di Marco Angius.

 Noi lo abbiamo ascoltato, per intero, pochi giorni fa, nella cavea dell'Auditorium di Roma, presente l'autore, assieme ad un altro brano  del medesimo compositore, abbastanza stantio - come abbiamo scritto anche in questo blog.

 Siamo del parere che nulla vi abbia che giustifichi parte del suo successo - se vero, come dicono - perché la stessa operazione di 'riscrittura', 'ricomposizione' del celebre Vivaldi delle Stagioni è fatta con  grande furbizia pari  solo al suo vuoto di idee.

 Angius l'ha fatto quasi certamente perchè ritiene che dopo aver fatto ascoltare un brano, quello di Zambon, che certamente  non incuriosirà il pubblico , il Vivaldi-Richter serve  come a 'rianimarlo', ed a chiudere in bellezza, complice anche la giovane bravura & bellezza (b&b) di Anna Tifu; perchè è al violino solista, un vero funambolo, che Richter affida quasi totalmente le sorti della sua povera 'ricomposizione'. E, prima di tutto, alle notissime Stagioni vivaldiane.

Orchestra di Padova e del Veneto. Tournée in Italia

 Circolazione musicale in Italia 2021 - Tournée dell'Orchestra di Padova e del Veneto

Orchestra di Padova e del Veneto - Marco Angius, direttore - Anna Tifu, violino.

In prima esecuzione assoluta l'opera di Alvise Zambon (1988) Un guardare senza confini vincitrice della Va edizione del Concorso di composizione Francesco Agnello.

Il tour toccherà le città di Milano per la Società dei Concerti di Milano, Napoli per l'Associazione Alessandro Scarlatti, Lamezia Terme per AMA Calabria, Messina per l'Accademia Filarmonica di Messina, Catania per l'Associazione Musicale Etnea, Padova per la Fondazione Orchestra di Padova e del Veneto, Pescara per la Società del Teatro e della Musica Luigi Barbara, Bari per la Camerata Musicale Barese, L'Aquila per l'Ente Musicale Società Aquilana dei Concerti B. Barattelli.

Dal 20 ottobre al 31 ottobre 2021 8 appuntamenti

Appuntamenti nell'ambito del progetto 
Circolazione musicale in Italia che gode del contributo del Ministero della Cultura - Direzione Generale  Spettacolo.

Programma completo:
Gustav Mahler (1860 - 1911)
Adagietto per arpa e archi

Alvise Zambon (1988)
Un guardare senza confini
Brano vincitore Concorso Nazionale di Composizione Francesco Agnello - Va edizione 

Max Richter (1966)
Vivaldi Recomposed

Spring

Dolce - Largo e pianissimo sempre - Allegro

Summer
Allegro non molto – Adagio – Presto

Autumn
Allegro - Adagio molto – Allegro

Winter
Allegro non molto – Largo. Molto rubato - Allegro ma leggero

Torino. 'Regio metropolitano', una stagione fuori dal teatro chiuso per lavori

 Parte il 16 ottobre dal Conservatorio di Torino, con un concerto dedicato a Mozart diretto da Julian Rachlin, 'Regio Metropolitana', l'inedita stagione itinerante del Teatro Regio di Torino chiuso per lavori di ammodernamento tecnologico. "Una stagione particolare e per me indimenticabile, realizzata in un periodo storico difficilissimo e frutto della generosità di tutti gli attori coinvolti, maestranze, pubblico, istituzioni, sponsor, teatri ed enti cittadini che la ospiteranno in 12 luoghi diversi", ha detto il commissario straordinario Rosanna Purchia, presentando il cartellone.

 La stagione, praticamente tutta concertistica ad eccezione di un'Aida in forma di concerto, diretta da Pinchas Steinberg il 26 e il 28 novembre all'Auditorium Giovanni Agnelli al Lingotto, in occasione del 150/o anniversario della prima assoluta dell'opera e dei 100 anni dalla morte di Enrico Caruso, durerà fino al 26 gennaio. In febbraio il Regio riaprirà fino a maggio, per una sospensione dei lavori, divisi in tre lotti e programmati fino al 2023 per un investimento di 8 milioni di euro, "messi a disposizione dal governo, che renderanno il Regio tra i teatri lirici più tecnologici al mondo", ha sottolineato Purchia.

Altra 'anomalia' è il fatto che il 20 ottobre il Regio presenterà la stagione lirica 2022, in programma da febbraio a dicembre, comprendente anche la tranche all'aperto nel cortile dell'Arsenale, destinato a diventare la nuova sede estiva permanente dell'ente. "Così potremmo subito cominciare a vendere I biglietti - ha concluso Purchia, la cui carica, già in prorogatio, scadrà il 24 ottobre, insieme a quella del direttore artistico Sebastian Schwarz - e a far girare a pieno regime questa macchina d'arte meravigliosa". (ANSA).

Firenze. Inaugurazione dell'Auditorium del Maggio Musicale con Mattarella il 21 dicembre

 A dieci anni esatti dall’inaugurazione del nuovo teatro del Maggio, arriva finalmente anche l’auditorium. Il prossimo 21 dicembre sarà il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella a tagliare il nastro della moderna sala per concerti, all’avanguardia dal punto di vista tecnico e acustico. Il sovrintendente Alexander Pereira conferma la presenza del Capo dello Stato, a sottolineare l’importanza e il prestigio di un evento con valenza nazionale e internazionale. 

«Per la prima volta nella storia di Firenze il 21 dicembre apriremo una sala da concerti, perché fino ad oggi la città ha avuto solo teatri - spiega il sovrintendente Pereira –. Il pubblico fiorentino ama la musica concertistica. E questo sarà un centro di altissimo profilo, concepito con le indicazioni dei nostri direttori Mehta e Gatti. Sarà una struttura al pari dell’Elbphilharmonie di Amburgo, considerata una delle sale di concerto più grandi ed acusticamente avanzate a livello mondiale, nota con il soprannome Elphi. Ecco, la nostra sarà altrettanto prestigiosa e creerà una nuova atmosfera culturale a Firenze. E sarà per noi un grande onore avere il Presidente della Repubblica Mattarella quella sera con noi a inaugurare il nuovo auditorium". 

 Progettato, come il resto del teatro dallo studio ABDR di Roma, l’auditorium avrà una capienza di mille posti modulabili, con la possibilità di arrivare a mille e duecento. Previsto l’utilizzo di pedane mobili per adattare lo spazio alle diverse esigenze dei direttori, con la possibilità di riportare la configurazione a semicerchio verso il proscenio. prevista una piccola fossa d’orchestra a quota palcoscenico: le sedute del coro sono a fondo palco, trasformabili in sedute per il pubblico. Il costo complessivo dell’intero nuovo tempio del Maggio ammonta a circa 262 milioni di euro, divisi per stralci: il primo è stato di 156 milioni di euro, il secondo di 46 milioni, e il terzo e ultimo, con l’auditorium, da 60 milioni. Il primo ad essere completato è stato il teatro lirico, con l’inaugurazione avvenuta il 21 dicembre 2011.

Il secondo stralcio dei lavori è stato concluso nel 2014 e ha compreso la realizzazione della scenotecnica superiore della sala lirica, la realizzazione di camerini, laboratori, della sala prova orchestra e della sala prova ballo. Sempre nel 2014 è stata realizzata la piazza giardino davanti al teatro e denominata piazza Gui, la più grande “piazza alberata della città”. «L’auditorium rappresenta un passo decisivo del percorso di completamento del teatro del Maggio, destinato a diventare uno dei più importanti poli di produzione e fruizione della musica in Europa – prosegue Pereira –, un percorso di eccellenza che partendo dalla proposta di spettacoli e artisti raggiunta nell’ultimo anno, perfeziona la possibilità di godere appieno di una proposta artistica di altissimo profilo come quella del Maggio Fiorentino".

Festival MiTo 2021. Il successo secondo gli organizzatori (ANSA)

 Sono stari 26.900 gli spettatori della quindicesima edizione del festival MiTo, che dall'8 al 26 settembre ha offerto 126 concerti fra Milano e Torino.

 Un consistente aumento rispetto ai 18.450 dello scorso anno, ma comunque ancora lontani dai numeri pre-covid a causa delle limitazioni imposte dalla pandemia sulla capienza degli spazi.

"Se possibile quest'anno sono state ancora più stringenti per pubblico e interpreti - ha spiegato la presidente Anna Gastel - MITO SettembreMusica però non si è fermato e, pur nel dispiacere di non poter soddisfare tutte le richieste per molti spettacoli a posti contingentati e presto 'sold out', grande è stata la gioia e la partecipazione nel riprendere a far musica dal vivo e insieme". La sua speranza è che il prossimo anno ci possano essere "in piena sicurezza", "platee interamente fruibili e orchestre non più a organico ridotto".

 Intanto chi non ha partecipato dal vivo, ha potuto assistere grazie alla copertura della Rai, Media Partner del Festival, che ha trasmesso e continuerà a trasmettere in differita su Radio3 16 concerti, e che proporrà su Rai5 i momenti più emozionanti nel documentario intitolato "MiTo 2021: i Futuri della musica", in programma il 6 ottobre alle 21.15 all'interno del ciclo "In scena". Successo per brani nuovi come l'orchestrazione dei numeri finali del Requiem di Mozart commissionata da MITO a David Del Puerto, che ha suscitato grande entusiasmo, l'applauditissimo ciclo di Tonu Korvits su testi di Cesare Pavese, o la raccolta di Lieder di Brad Mehldau cantati da Ian Bostridge, che hanno dovuto concedere 4 bis.

"Ho percepito in sala da concerto un desiderio di ascoltare musica particolarmente intenso - ha sottolineato il direttore artistico Nicola Campogrande -. Una tensione positiva, bella; quasi commovente" a testimoniare "quanto l'ascolto di un concerto di musica classica sia una necessità, un bisogno, un'esperienza della quale non ci vogliamo più privare". (ANSA).

domenica 26 settembre 2021

Ora la 'bestia' i carabinieri l'avrebbero trovata a casa di Luca Morisi. Ma era di 'polvere bianca', e sarebbe il 'motivo familiare' per cui si è dimesso, pochi giorni fa, dalla 'bestia' salviniana

 Secondo indiscrezioni di stampa Luca Morisi, l'inventore della 'Bestia' la macchina propagandistica sui social di Matteo Salvini sarebbe indagato a Verona per una questione di stupefacenti. A quanto pare i carabinieri, durante una perquisizione, avrebbero trovato droga a casa sua.

 Non sarebbe solo una questione di possesso di stupefacenti, tre ragazzi fermati sempre dai carabinieri lo avrebbero indicato come il loro fornitore di droga. L’accusa, assai più grave, sarebbe quindi di cessione e non di semplice detenzione di sostanze stupefacenti.

 Morisi aveva abbandonato improvvisamente il suo ruolo il 23 settembre scorso per apparenti motivi familiari. "Non c’è un problema politico, ma ho solo bisogno di staccare per un po'", aveva fatto sapere Morisi, tesi sostenuta ancora solo ieri dal suo ex capo Matteo Salvini.

Due secoli di cantanti lirici a Modena. Mostra in ottobre ( da Il Resto del Carlino, di Chiara Mastria)

 Ci sono gli dei dell’Olimpo Luciano Pavarotti e Mirella Freni, e ci sono anche una serie di divinità minori ma non per questo meno degne, anzi. Si intitola ‘Due secoli di artisti lirici modenesi’ la mostra curata dal giornalista e musicologo Daniele Rubboli che inaugura il prossimo due ottobre alle 11 in uno dei templi della musica nella nostra città: la sede della Corale Rossini, in via Livio Borri 30. Sono trentadue i ritratti di uomini e donne che, partendo dalla nostra provincia, hanno portato (e alcuni, come il soprano Serena Daolio, portano tutt’ora) la loro voce nei teatri di tutto il mondo. Storie esotiche e forse dimenticate che, nella settimana dedicata al maestro Pavarotti e a ‘Modena città del Belcanto’, meritano di essere ricordate. Come quella del tenore Arrigo Pola, nato a Finale, che dopo un’esibizione alle terme di Caracalla fu ‘rapito’ dal presidente delle Filippine e si trasferì a Manila, dove continuò a esibirsi con presenze pure in Giappone. O la storia di Ondino Righi, uno dei tenori più amati del Sud America. E ancora il soprano Maria Teresa Burchi, una delle più grandi cantanti wagneriane che vide i suoi natali a Sestola, o Teresa Chelotti, la prima Aida dell’edizione discografica di quest’opera. Colonne del Teatro alla Scala di Milano come il tenore Ferrando Ferrari e il basso Dario Caselli; straordinarie figure femminili come i soprani Luigia Boccabadati (primadonna in tutta Europa nelle opere di Rossini, Bellini e Donizetti) e Orianna Santunione, che con Pavarotti nel luglio del 1975 recitò ne ‘Un ballo in maschera’ all’Arena Sferisterio di Macerata. "L’obiettivo di questa mostra - ha spiegato Rubboli - è sottolineare ancora di più il legame tra Modena e la musica lirica. Non dimentichiamo che se proprio l’Italia ha inventato il ‘recitar cantando’ e l’Opera, Modena l’ha onorata fin dall’inizio". Un’occasione anche per scoprire il luogo in cui avviene la magia della corale Rossini, "per far capire a tutti i modenesi l’importanza di questa istituzione che l’anno prossimo compie 135 anni e che racchiude al suo interno ben quattro realtà: la Corale Rossini, il Serial Singers Gospel Choir, Diapasonica e il coro delle voci bianche, per un totale di oltre cento coristi", ricorda il presidente Romano Maletti, da ben 26 anni ‘anima’ di questa istituzione. La mostra, a ingresso libero, sarà visitabile fino al 16 ottobre dalle 15 alle 18.

Coronavirus. Bollettino dal fronte dei contagi aggiornato a domenica 26 settembre 2021

 Nelle ultime 24 ore in Italia si sono registrati 3.099 nuovi casi di coronavirus a fronte di 276.221 tamponi effettuati (sabato i contagi erano 3.525 con 357.491 test). Il tasso di positività si attesta all'1,1%, in lieve aumento rispetto all'1% del giorno precedente. Secondo i dati del ministero della Salute, si contano altre 44 vittime, che portano il totale dei morti dall'inizio della pandemia a 130.697. Guarite 3.385 persone.

La situazione negli ospedali - Sono 483 i pazienti ricoverati in terapia intensiva per il Covid in Italia, in aumento di 2 rispetto a ieri nel saldo tra entrate e uscite. Gli ingressi giornalieri, secondo i dati del ministero della Salute, sono 22 (ieri erano 26). I ricoverati con sintomi nei reparti ordinari sono 3.435, ovvero 62 meno di ieri. 

Luc Montagnier, biologo, premio Nobel per le ricerche sul'AIDS, scivola sui vaccini ( da Bufale. net)

 Ci sono alcuni scivoloni che vedono protagonista Luc Montagnier a proposito dei vaccini, che hanno ulteriormente fomentato i NoVax. Teorie che possono essere facilmente confutate, al netto del fatto che il diretto interessato abbia smentito alcune settimane fa di essere contrario al vaccino in generale. 

Andiamo con ordine e analizziamo più da vicino alcune dichiarazioni a lui attribuite, al netto del fatto che nessuno possa mettere in discussione il Premio Nobel conquistato poco meno di 15 anni fa per le scoperte sull’AIDS.

In cosa sbaglia Luc Montagnier sui vaccini fomentando i NoVax

Provando ad analizzare più da vicino gli errori commessi da Luc Montagnier sui vaccini, che finiscono col fomentare i NoVax, potremmo affermare ad esempio che a suo dire il siero agevoli la proliferazione di nuove varianti del virus. Tesi smentita a più riprese dalla comunità scientifica, come si nota tramite alcune fonti facilmente reperibili. Argomenti scientifici, sicuramente, ma anche logici. Basti pensare al fatto che la variante indiana ed inglese abbiano preso piede ben prima rispetto all’arrivo sul mercato dei vaccini.

A Luc Montagnier viene attribuita anche la frase secondo cui vaccinati e non vaccinati abbiano le stesse probabilità di contagiarsi. Falso, e qui potremmo citare anche fonti italiane. Benché si possa risultare positivi anche con doppia dose, la somministrazione dei vaccini cala drasticamente anche le probabilità di contagiarsi. Dettaglio che viene ignorato da chi riporta parzialmente le parole di Fauci che risalgono a fine luglio.

Il fatto di essere stato un premio Nobel, su tematiche del tutto differenti rispetto al Covid, non rende automaticamente Luc Montagnier esente da errori nella valutazione dei vaccini. Questo, andando al di là delle prese di posizione da parte della comunità scientifica. Tutti aspetti da chiarire, affinché si possa dare il giusto peso alle sue teorie, che tanto circolano in ambienti NoVax qui in Italia.

Da CARTA BIANCA a IN ONDA. SCANDALI IN TV

  Adesso, dopo la prima puntata del nuovo corso di In Onda su La 7, con la coppia De Gregorio-Parenzo (che sembra non aver avuto nella precedente serie estiva grande successo di pubblico, e che quindi fa ancor di più 'rosicare' Lilly Gruber)  ci aspettiamo che Aldo Grasso sul giornale di famiglia (Corriere), scriva, a proposito dell'ospitata di Carlo Freccero (che per fortuna non sarà fissa),  più o meno ciò che ha scritto sul ritorno di Mauro Corona a Carta Bianca da 'Bianchina' Berlinguer, la 'gallina' - come l'aveva apostrofata verso la fine della precedente stagione, meritandosi la cacciata dal programma di Rai Tre.

 Aldo Grasso aveva giustamente sottolineato che neppure la sinistra - 'Bianchina' lo è ancora?- si fa oggi forte dei contenuti e bada, in tv, soprattutto all'audience. Il ritorno di Corona - che certamente non è una scheggia impazzita qual è Freccero - chiesto a gran voce dalla Berlinguer, nonostante i ripetuti dinieghi da parte del suo direttore di rete, Franco Di mare e dell'allora direttore generale, nasceva dalla necessità di far risalire l'audience della sua trasmissione che senza lo scrittore montanaro era scesa.

Ieri sera, alla prima puntata della nuova serie di In Onda,  i due conduttori hanno invitato Prodi - che ha fatto la sua bella equilibrata figura - e poi , ritirandolo fuori dal rifugio nel quale si era ritirato dopo la sua uscita dalla Rai ( dove, è bene ricordarlo, non ha fatto che danni e trasmissioni andate malissimo, sebbene  si professi 'mago' della tv), per fargli dire le sue solite cose 'importanti' - ogni volta che sta per dire qualcosa, anche la più stupida, la annuncia come 'importante' -  sul Green Pass, che non tutelerebbe le minoranze, al cui fianco e per la cui causa egli intende scendere in campo. E per fargli dichiarare, in una rete tv che, per bocca di Formigli, ha chiarito preliminarmente, essere a favore del vaccino e del Green Pass, che lui non si è vaccinato perché lo scienziato premio Nobel per le sue ricerche sull'AIDS, Montagnier - che ha incontrato in agosto, gli ha detto di non vaccinarsi.

 Ora quantomeno ci si attenderebbe che questa sera, i due  di In Onda dicano di dissociarsi da Freccero  per quanto ha detto sul vaccino, e invitino gli scienziati italiani, esperti di virologia e epidemiologia, a sconfessare lo scienziato francese che avrebbe consigliato a Freccero di non vaccinarsi. 

 E poi, dopo la presa di posizione dei due di In Onda, ci attendiamo che Aldo Grasso  riscriva quel suo trafiletto sulla tv, già usato per Carta Bianca, semplicemente cambiando i nomi dei protagonisti; al posto di Carta Bianca metta In Onda, e per Mauro Corona  scriva Carlo Freccero. Non è che gli resterà nella penna - come si diceva una volta - solo perchè In Onda appartiene alla sua parrocchia, mentre Carta Bianca, dove vi stazionino stabilmente altri della sua stessa parrocchia, no?

sabato 25 settembre 2021

Toscanini aveva ragione quando diceva che 'all'aperto si può solo giocare a bocce', non fare concerti?

  Quella affermazioni di Toscanini, tanto dura da non ammettere repliche di nessun genere  ci è venuta alla mente l'altra sera quando assistendo ad un concerto nella cavea dell'Auditorium di Roma, abbiamo visto gli orchestrali - archi - a più riprese riaccordare i loro strumenti. Ed era una serata dal clima non inclemente: temperatura di fine estate, poco umida ecc... 

 Eppure fra un brano e l'altro di Max Richter - tutti di breve durata ma di infinita delusione - gli archi, di tutta la famiglia, erano costretti a 'riaggiustare' gli strumenti, per non compromettere l'intonazione. Se avessero eseguito un brano di ben più vaste proporzioni, chissà quale intonazione avrebbero avuto a fine brano. 

 Dunque Toscanini, almeno sotto questo profilo, una ragione ce l'aveva, anche se l'acustica di alcuni luoghi  che ospitavano musica ai suoi tempi - che so l'Arena, Caracalla, per fermarci ai più noti in Italia - non  avevano poi un'acustica troppo infelice.

 Chissà cosa avrebbe detto, anzi sbraitato, con la forza, anzi veemenza che gli era consueta in simili casi - se avesse saputo che la musica veniva eseguita anche in posti come il Lago di Costanza, a Bregenz, su una chiatta sull'acqua, a Central Park, New York, o a Schoenbrunn, Vienna: luoghi tutti certamente suggestivi, ma molto inospitali per i concerti, dove si va a migliaia, ma non per ascoltare musica. 

 Ed ancora se gli avessero detto che in Italia ad esempio, ormai sono diventati tradizione i concerti sulle montagne in vetta, all'aperto, i concerti all'alba, i concerti di mezzanotte ed altre simili scempiaggini -  tralasciamo volutamente i concerti sui ghiacciai  montani o marini - come avrebbe reagito?

E dopo aver visto ciò che noi  abbiamo visto in tv nei giorni scorsi: una chiatta a forma di grande violino sulla quale un gruppetto di musicisti  suonava, andando su e giù per il Canal Grande  di Venezia? Avrebbe sicuramente sbraitato e, per protesta, cancellato quella meravigliosa città dalle sue mete anche di turista.

 Tutto questo semplicemente per dire e ridire che  quei musicisti che vogliono sposata la musica con luoghi inusuali, non sanno quel che dicono. E se in altre occasioni pretendono per i loro concerti, luoghi dall'acustica perfetta, come la mettono con i concerti in montagna o al mare, sul lago o sui ghiacciai? 

Ah, se potessero parlare i loro strumenti !

A Giovanni Bietti: il Vespro (1610) di Monteverdi va maneggiato con cura

Ho ascoltato la settimana scorsa ed anche questa mattina, con molta attenzione, mentre guidavo nel traffico di Roma, le lezioni che Giovanni Bietti, professore 'radiofonico' egregio, tiene ormai in ogni dove. Ora anche a Ca' Giustinian,  dalla Biennale di Venezia 2021,  per un festival di musica 'contemporanea', che l'ha invitato a parlare della musica sacra a Venezia, più generalmente della polifonia sacra, veneziana inclusa. Lui ha anche giustificato questa chiamata osando che non v'è musica più 'contemporanea' di quella monteverdiana,  che contemporanea resterà in ogni tempo, esattamente come lo era quando fu scritta.

 Grande la nostra curiosità, perchè  la settimana scorsa alla fine della puntata dedicata alla polifonia 'veneziana'- dei cori doppi e spezzati, Bietti con esempi incontrovertibili ha dimostrato che non era pratica precipua veneziana né invenzione marciana, bensì di tutto il nord Italia, nel Cinquecento - annunciò che oggi si sarebbe occupato del Vespro di Monteverdi, pubblicato da Amadino (1610), sul quale da molti anni abbiamo condotto studi approfonditi, a seguito dei quali parliamo e correggiamo Giovanni Bietti. 

Gli appunti che intendiamo muovere a Bietti sono più d'uno; e riguardano la composizione del Vespro, il suo stile, la sua destinazione e lo scopo, non tanto recondito, che con l'intera pubblicazione, che comprende anche una Messa, Monteverdi si era proposto. Tutti punti sui quali Bietti ha espresso inesattezze e qualche volta è anche incappato in errori gravissimi.

1. Dice bene Bietti quando afferma che quella edizione - che per noi è un' edizione 'delle meraviglie' - è una specie di catalogo degli stili musicali sacri in uso, antichi e moderni, che egli maneggiava con sicurezza. In procinto di lasciare Mantova per venire a Roma, dove sperava di ottenere un qualche incarico alla corte pontificia, Monteverdi dedica la raccolta a Papa Paolo V al quale recava in dono la 'summa' delle sue capacità di compositore. Senonché tutte le sue aspirazioni - oltre l'incarico per sé, sperava di far entrare il suo giovane figlio nel seminario romano - vennero deluse ed il musicista dovette tornarsene con suo figlio a Mantova, in attesa di una qualche nuova opportunità.

 Dunque non è vero, come ha detto Bietti, che Monteverdi pensava ad un incarico veneziano  quando pubblicò la famosa raccolta, bensì ad uno romano.

 Tre anni dopo quel viaggio a vuoto, morì a Venezia il maestro di cappella di San Marco, Martinengo,  e quella fu l'occasione per la sua nomina in San Marco, con l'insediamento che avvenne il 19 agosto 1613.

2. Dove Bietti commette un errore madornale - ma in questo non è certo né solo, né il primo e non sarà neppure l'ultimo - è quando va a spiegare l'intestazione latina della famosa edizione a stampa dell'Amadino, ed anche una dicitura più semplice che si trova all'interno della stessa: Vespro da concerto. Spiega Bietti: Monteverdi pensava anche ad una sua esecuzione fuori dalla liturgia, in 'concerto'. Bietti deve sapere che le Messe come i Vespri, specie quelli della nostra grande tradizione polifonica, erano scritti ad uso esclusivo della liturgia. Non v'è traccia alcuna nè a Venezia né altrove di una esecuzione, in quei secoli lontani, di tali generi musicali oltre che durante le funzioni liturgiche, nei palazzi per intrattenere i nobili. Il suo, di Bietti, è un errore imperdonabile. Quella specifica ' da concerto' indica esclusivamente lo stile impiegatovi, e cioè quello 'concertante', cioè a dire - ma questo Bietti lo sa certamente - lo stile che mette insieme, 'concerta', voci e strumenti.

 Bietti si è forse fatto prendere la mano ed è incorso in un simile errore, quando ha sottolineato che l'incipit del Vespro ( Deus in adiutorium ...) Monteverdi lo costruisce musicalmente impiegando la 'toccata' con cui aveva aperto l'Orfeo (1607). A Monteverdi è certamente  piaciuta l'idea che come la Toccata apriva la rappresentazione, così la formula introduttiva del Vespro poteva aprire, a sua volta, questa grande 'rappresentazione' liturgica e musicale. L'unica deduzione che si può fare osservando i due incipit, identici musicalmente, è che gli stili passavano da un genere all'altro, ed anche dall'ambito profano a quello sacro, senza che ci si meravigliasse.

3. L'errore, Bietti perpetua quando va a spiegare lo stile dei 'sacri concenti' che Monteverdi nell'edizione a stampa mette, a mò di 'antifone', fra un salmo e l'altro, sui quali pure grande è la discussione fra gli studiosi.

 In quei 'concenti', 'mottetti' lo stile adoperatovi è quello del canto solistico, virtuosistico nella gran parte dei casi, tipico della musica vocale con accompagnamento strumentale,   e che si pratica nelle 'camere dei principi'.

Monteverdi con quella raccolta voleva dimostrare al Pontefice, qualora si fosse degnato di prestargli ascolto, che lui sapeva usare lo stile polifonico 'antico' (la Messa), lo stile 'concertante' (quello più diffuso nel Vespro , sempre sopra il 'cantus firmus' gregoriano) e, infine, il canto 'solistico', certamente più tipico del melodramma nascente, ma non esclusivo del genere.

Dunque  quell'annotazione sulle 'camere dei principi' che per  Bietti  avvalorava la sua ipotesi di un Vespro che poteva essere destinato, nelle intenzioni del suo autore, anche ad una esecuzione extraliturgica, concertistica diremmo oggi, è semplicemente una annotazione stilistica dei brani in oggetto: solistici e virtuosistici.

Tanto ci premeva dire e precisare a Bietti per non invalidare il resto della sua lezione sempre molto puntuale, soprattutto nelle analisi dei singoli brani.

  Se non siamo riusciti a convincere né lui né i nostri lettori della nostra tesi,  qui esposta succintamente,  e che crediamo non sia solo nostra, rimandiamo l'uno e gli altri ad un nostro scritto,  più articolato quasi completo sull'argomento, apparso sul bimestrale Music@ ( n.18. Maggio-giugno 2010). Per ritrovarlo basta andare sul sito del Conservatorio Casella dell'Aquila,  sulla home page, cliccare in alto su 'eventi' e successivamente su 'Archivio Music@', in basso, dopo che vi sono apparse le copertine di quell'aborto che è stato Musica+ che sostituì, imbastardendolo, l'originale Music@, al momento del nostro pensionamento dal Conservatorio.

venerdì 24 settembre 2021

Associazione nazionale critici (musicali) italiani, mai critica con se stessa

Proprio così,  l'Associazione critici musicali italiani non è , e non è stata mai critica con se stessa, perché se lo fosse anche un poco si farebbe qualche domanda, a cominciare dalla principale: chi siamo oppure che stiamo a fare? 

 Chi siamo, di questi tempi molte categorie, riunite o meno in associazioni o sindacati, se lo chiedono, senza riuscire spesso a darsi  risposta soddisfacente. E, infatti, se uno sottopone a tale 'Compagnia delle opere' (proprie), un problema, o suggerisce un intervento in occasione di fatti  rilevanti per chiunque tranne che per la Compagnia, l'attuale presidente - che fra l'altro è  ormai 'a vita', presiedendola da 25 anni, mai accaduto prima di lui - trova sempre da rispondere che ciò che si chiede alla Compagnia non rientra negli obblighi statutari della medesima. Che, di conseguenza, non si capisce quali siano.

 Insomma fa di tutto per dimostrare con i fatti, la 'Compagnia delle opere' (degli altri), che non esiste. Oppure che c'è, ma... 

Scomparsa ormai del tutto dai giornali, la critica musicale italiana riunita in Associazione, si fa viva solo al momento in cui distribuisce premi; e, infatti, non contenta di attribuirne una secchiata ogni anno, ne ha istituita una seconda: alla prima, riservata agli spettacoli, ha voluto affiancarne una seconda riguardante la discografia.

 Noi stessi che, beninteso, non siamo iscritti alla Compagnia, dopo che lo fummo per qualche tempo molti anni fa, siamo raggiunti da un segno della sua esistenza solo con l'elenco delle suddette due secchiate di premi, sulla cui attribuzione, sul comitato distributore ( anche quello sempre lo stesso) molto verrebbe da dire.

E poi, chi sa guardare dentro i premi e ai loro destinatari potrebbe facilmente contestare  alcune di quelle attribuzioni, ed anche chiedere conto di evidenti ingiustificate esclusioni ( perché premierebbero gli 'altri' - che sono tutti quelli non iscritti e perciò immeritevoli e da non prendere in considerazione).

 Per i premi 'discografici', ci basta ricordare che un tempo, una ben nota rivista di musica, 'discografica' in massima parte, ripresa perché non recensiva alcuni dischi di cui si aveva regolare notizia, ci rispose che le recensioni erano riservate ai prodotti delle etichette che 'davano' pubblicità alla rivista. Le altre come se non esistessero. Non vorremmo che la Compagnia avesse preso esempio da quella rivista con la quale di recente ha stabilito un gemellaggio, condividendone  oltre le virtù anche i vizi. 

 Per tornare all' attività preminente, se non esclusiva, di 'premificio' della Compagnia  ci piacerebbe sapere perché mai alcuni dei progetti da noi realizzati anni addietro - prendiamo ad esempio i nostri, perchè li conosciamo altrettanto bene che quelli degli altri!!! - non siano stati presi mai in considerazione, pur vantando una qualità non comune in Italia, ed in alcuni casi rappresentando una vera novità. 

Stiamo pensando a quella edizione superlativa ed originale del 'Festival delle Nazioni' di Città di Castello del 2004, dove mettemmo ben in vista l'eccellente  nuova generazione dei  musicisti italiani. Quelle stesse eccellenze che gran parte dei direttori artistici italiani sembra ancora non conoscere, preferendovi quasi sempre eccellenze estere. Ed anche su questo vizio italiano la Compagnia tace. Quell'edizione del festival non venne neanche presa in considerazione perché noi, che ne eravamo  il direttore artistico, non eravamo iscritti alla Compagnia? 

 Stesso discorso si potrebbe fare per la trasmissione di Rai Uno All'Opera!, da noi curata, con Antonio Lubrano, che per sei stagioni (1999-2004) ha messo davanti alla tv milioni di spettatori in Italia, facendo loro rivedere e riascoltare titoli popolari del nostro melodramma, in una formula da molti apprezzata (segnalata anche al Prix Italia).  Dalla Compagnia non una parola, neanche un appunto.

 Potremmo, infine, anche citare la nascita di Music@, bimestrale edito dal Conservatorio dell'Aquila, da noi inventato e diretto per sette anni consecutivi (2006-2013), esperimento unico e di pregio fra tutti i Conservatori in Italia, sul quale detta Compagnia, tenuta appositamente alla larga, ma informata, non ha mai espresso un apprezzamento, un giudizio. Ignorata, anche Music@ .

 Alla Compagnia altre volte ci siamo rivolti: per segnalare alcune anomalie della vita musicale italiana, prima fra tutte quella  di alcuni critici impegnati stabilmente e per anni anche in direzioni artistiche. La risposta, alla quale ci venne da replicare con una sonora pernacchia - che però non  facemmo - fu che la società non poteva privarsi dell'apporto di quelle grandi menti, già impegnate sul fronte della critica musicale. Noi quelle grandi menti le consociamo tutte, una per una!  Oppure che nel districarsi, in difficile equilibrio, fra critica ed organizzazione musicale c'era la loro 'coscienza' a guidarli - ci rispose proprio così, nel corso di un dibattito radiofonico sull'argomento l'esimio musicologo Giorgio Pestelli, all'epoca anche direttore artistico dell'Orchestra Rai di Torino. Aveva sconcertato parecchi componenti di detta Compagnia un nostro articolo  su Applausi, provocatoriamente intitolato:  o medici o becchini - non si può esercitare contemporaneamente l'uno e l'altro mestiere.

Come pure per chiedere di intervenire presso direttori artistici che avevano usato, in pubblico, nei confronti di alcuni critici comportamenti e modi sanzionabili. La risposta anche in questo caso fu negativa. La motivazione non la ricordiamo, ma se anche la ricordassimo non la ripeteremmo per non farvi  morir dal ridere.

 Da ultimo, qualche giorno fa, siamo andati sul sito della Compagnia -  non è la prima volta che risulta in 'manutenzione' tanto che ha fatto pensare al 'cantiere Roma' dove dappertutto ci sono macerie - e non vi abbiamo letto, né lì né sulle propaggini social, una sola parola su Sylvano Bussotti, appena deceduto. Questo è troppo!

 Come può, una Compagnia, anche se 'degli affari propri', non pubblicare una riga in ricordo di uno dei compositori e  delle personalità culturali più influenti del Novecento italiano? 

 E' stata l'ultima goccia  che ha fatto traboccare il vaso della nostra indignazione, nei confronti di una associazione  che è divenuta ormai solo un 'premificio'. Inutile!


giovedì 23 settembre 2021

AMICI della MUSICA di FIRENZE. Inaugurazioni da vietare per legge, per decenza e per moralità

 La nuova stagione ( 2021-2022) degli Amici della Musica di Firenze, sarà l’ultima  firmata dalla direttrice artistica Domitilla Baldeschi, che ha deciso di lasciare l’incarico a Andrea Lucchesini, già dal 2017 alla guida del festival pre-stagione Fortissimissimo (quest’anno ben 20 concerti dal 13 settembre al 5 ottobre), dedicato ai giovanissimi talenti cameristici emergenti; nonché ideatore e protagonista di programmi speciali nelle ultime edizioni della rassegna fiorentina.

 La stagione inizia al Teatro della Pergola sabato 9 ottobre, alle ore 16.00, con l’Orchestra Giovanile Italiana che eseguirà l’integrale dei concerti per pianoforte e orchestra di Ludwig Van Beethoven che vedrà alternarsi cinque solisti: Gabriele Carcano, Jin Ju, Filippo Gorini, Mariangela Vacatello (al debutto per gli Amici della Musica), Pietro De Maria.

                                                   *****

Dovrebbe rappresentare questa  fiorentina inaugurazione assurda, dispendiosa ed anche irrispettosa nei confronti della musica, il passaggio di testimone, in famiglia, della direzione artistica  della storica istituzione musicale fiorentina, da Domitilla Baldeschi , che a sua volta l'ha ereditata da mezzo secolo a questa parte, in coppia con Stefano Passigli, ad Andrea Lucchesini che vi  sbarca ora; e, per renderlo più evidente,  arriva con la 'sua' Orchestra Giovanile Italiana, gioiello della Scuola di Musica di Fiesole, di cui è stato fino a ieri direttore, ed  oggi lo è Alexander Lonquich.

 Solo che, nel desiderio di fare le cose in grande i due, ambedue colpevoli, si sono fatti prendere la mano ed hanno organizzato una giornata 'evento'- le chiamano così, mentre andrebbero considerate 'sciagure' da evitare - facendo eseguire alla malcapitata orchestra, nel corso di un solo pomeriggio, i Cinque concerti per pianoforte ed orchestra, di Beethoven, coinvolgendovi altrettanti malcapitati solisti.

 La musica non può essere considerata alla stregua di un circo dove si esibiscono nani, funamboli e prestigiatori, nè  di una gara di atletica; la musica è cosa molto seria e come tale va considerata. Non ci sono primati da raggiungere nè muscoli da esibire.

Ed è strano che questa differenza madornale non la comprendano proprio coloro nelle cui mani si mettono le sorti  o la gestione della musica.

Infine, ad una ventina di giorni dalla giornata inaugurale non si conosce ancora il nome del direttore d'orchestra di quella sciagurata integrale beethoveniana. Immaginiamo ci sarà un direttore ( P.A.)  

mercoledì 22 settembre 2021

Scienza, musica e arte sul mondo dei dinosauri ( da Quotidiano.net, di Davide Falco)

Dinostorie di ieri e di oggi, un evento di scienza, arte e musica, alla scoperta di passato e presente. Sabato 25 a Casa Testori e nella biblioteca di Villa Venino ci sarà l’evento conclusivo del progetto “Scienza, musica e arte: insieme, conoscere per conoscersi. Il mondo dei dinosauri“. Il programma prevede, dalle 15 alle 17, laboratori con l’artista Gosia Turzeniecka, dedicato a bambini da 4 a 11 anni. L’artista, nata in Polonia, risiede ora a Torino. Per partecipare è necessario prenotarsi scrivendo a scoprire@casatestori.it.

A Casa Testori, alle 17, “News dal passato“, conferenza con Cristiano Dal Sasso (nella foto), paleontologo del Museo di Storia Naturale di Milano, e con Fabio Manucci, paleoartista. Alle 18.30, concerto della Ensemble Testori & Say Twine live, musica classica ed elettronica dal vivo. In concomitanza, in biblioteca, sarà inaugurata la mostra “Dinosauri...a colori“, a cura dell’associazione Amici di Villa Venino. Saranno esposti libri illustrati sul mondo dei dinosauri. La mostra rimarrà aperta fino a sabato 2 ottobre, con visite speciali per le scuole. Prenotazione obbligatoria, dai 12 anni è previsto l’ingresso con green pass.

Delinquenti truffavano istituti religiosi e case di riposo ( TGCOM 24)

 Decine di persone sono indagate tra Siracusa e Torino, con l'accusa di associazione per delinquere per oltre 150 truffe a istituti religiosi e case di riposo. Gli indagati, fingendosi impiegati di banca, contattavano gli istituti sostenendo che erano stati ad essi destinati fondi statali o di anonimi benefattori. L'erogazione del denaro, però, era subordinata al versamento di una somma a titolo di restituzione di eccedenze accreditate per errore. 

 Agli istituti religiosi e alle case di riposo, sparse in tutta Italia, venivano chiesti dai mille ai 3mila euro, che finivano su conti correnti di complici. Con questo metodo i malfattori, stando a quanto accertato dai carabinieri, sono riusciti ad accumulare un illecito profitto stimato in 254mila euro. 

In era Covid, non dimentichiamoci dell'influenza STAGIONALE. VACICNAZIONI ( da Il Sole 24 Ore, di Marzio Bartoloni)

.... Le Regioni si sono mosse in tempo senza i ritardi dell’anno scorso prenotando una ampia dote di dosi con gare partite già questa estate assicurandosi così ben 19 milioni di fiale, più delle 17 milioni arrivate alla fine l’anno scorso e le 12 milioni del 2019. Una dote più che sufficiente per coprire la platea di over 60 e fragili a cui il vaccino è offerto gratis.

«Quest’anno le cose sono andate molto bene: forti dell’esperienza dello scorso anno le richieste delle Regioni sono arrivate nei tempi giusti», avverte Massimo Scaccabarozzi presidente di Farmindustria dove lavora un gruppo che si occupa di coordinare al meglio con le Regioni l’organizzazione delle gare. Gare che anche stavolta sono state fatte a livello regionale - dopo il flop dell’anno scorso si era ipotizzato di farne una nazionale - e a cui hanno risposto la scorsa estate le aziende e ora gli appalti sono stati aggiudicati. «Questo significa che c’è l’impegno delle aziende a soddisfare le richieste in tempo per la partenza della campagna. Quest’anno siamo attorno alle 19 milioni di dosi chieste. La produzione di un vaccino ha un percorso lungo, ma le consegne arriveranno tra fine settembre e ottobre», conclude Scaccabarozzi...

 

Carlo Freccero. Stare troppo tempo davanti alla tv gli ha fatto male ( da La Repubblica)

"Carlo Freccero - l'uomo che dal 1996 sta per rivoluzionare la tv  italiana -  sostiene che il GRENN PASS è in realtà il primo passo verso il GRANDE RESET subdolamente pianificato dalle élite finanziarie globali per prendere definitivamente il controllo del pianeta.

Allora è vero che stare troppo tempo davanti alla televisione fa male"

                                                    ( Cucù  di Sebastiano Messina)

Max Richter al Romaeuropa Festival. Il trionfo del nulla e dell'inganno

 The Blue Notebooks è il secondo album del produttore e compositore britannico Max Richter, pubblicato il 26 febbraio 2004.

L'11 maggio 2018, una versione in due dischi di The Blue Notebooks è stata ristampata dalla Deutsche Grammophon per commemorare il suo quindicesimo anniversario. 

Richter ha composto The Blue Notebooks alla vigilia dell'invasione dell'Iraq del 2003. Lo ha descritto come "un album di protesta sull'Iraq, una meditazione sulla violenza - sia la violenza che avevo sperimentato personalmente intorno a me da bambino sia la violenza della guerra, per la totale futilità di così tanti conflitti armati". L'album è stato registrato circa una settimana dopo le proteste di massa contro la guerra.

L'album contiene le letture dei taccuini The Blue Octavo di Franz Kafka e dell'Inno della perla e della terra irraggiungibile di Czesław Miłosz. Entrambe le letture, nel disco, sono dell'attrice britannica Tilda Swinton.


Recomposed by Max Richter: Vivaldi – The Four Seasons è un album di Max Richter del 2012 che ricompone e reinterpreta in chiave postminimalista i concerti per violino, archi e basso continuo de Le quattro stagioni di Antonio Vivaldi (tratte da Il cimento dell'armonia e dell'inventione, Op. 8 del 1725). Spring 1 e Summer 2 sono inclusi nella colonna sonora della serie televisiva L'amica geniale del 2018.


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...Ma perché riscrivere le Quattro Stagioni?

 «Architettonicamente sembra un pezzo moderno, potrebbe averlo scritto John Adams. È concepito sulla reiterazione tematica. Sono partito dalle basi di Vivaldi per arrivare a conclusioni del tutto diverse. È stato un processo di esplorazione. Non ho voluto mettere i baffi alla Gioconda. Mi aspettavo critiche più severe da parte dei tradizionalisti. In molti hanno capito lo spirito con cui l’ho scritto».


The Blue Notebooks invece è musica di protesta?

 «Sì, in un certo senso mi richiamo al primo Bob Dylan. L’ho scritto sull’onda della guerra in Iraq, che segnò l’inizio di una nuova politica, qualcosa che aveva a che fare più con la Storia che con i fatti e cioè l’invasione. La musica, come sostenevano Woody Guthrie, Dylan o Beethoven, riguarda gli aspetti sociali della vita, che cosa accade nel nostro mondo»...

                             (da un'intervista a Valerio Cappelli per il Corriere della Sera)


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Da non credere. La cavea dell'Auditorium di Roma strapiena, platea e gradinate. C'eravamo anche noi, curiosi di ascoltare le due celebrate composizioni del musicista inglese, ma anche per tastare l'effetto che faceva più che su di noi, sul pubblico -  circa un migliaio?

Su di noi l'effetto è stato praticamente nullo, e grande la  delusione causata sia dal primo che dal secondo brano - un'oretta di musica in tutto e nell'intervallo, eccessivo per durata, anche l'imprevisto della pioggerellina.  

Sul pubblico l'effetto sembra essere stato diverso. Perchè, immaginiamo, attratto dal Vivaldi, anche se 'riscritto': Per questo, terminata la pioggia, sono tornati disciplinatamente ai loro posti, incoraggiati da solerti ed efficientissime hostess  che hanno distribuito impermeabili 'usa e getta'.

IL PROGRAMMA

Il primo dei due brani in programma altro non era che una suite di motivi di imbarazzante semplicità, avviata nei singoli numeri ora dal pianoforte, dove sedeva il compositore, ora da altri strumentisti: archi e tastiere elettroniche, dalle quali ultime e da una traccia preregistrata, gorgogliava un 'continuo'- che definiremmo 'perpetuum immobile'  - rinforzato anche da un 'basso' sopraffattore. Gli archi annunciavano o riprendevano il 'motivetto' - come altro definirlo? - lanciato dal pianoforte e lo ripetevano milioni di volte, anche senza introdurvi variazioni, che comunque sarebbero risultate difficilmente percettibili. Insomma come definire questa composizione? Il 'minimo del minimalismo'.

Se poi nelle intenzioni dell'autore avrebbe dovuto essere un atto di protesta per l'invasione dell'Iraq, era difficile dedurlo, perché i testi 'di protesta' la lettrice  li ha proposto con asetticità e in inglese ( da quando c'è il Covid non si fa più uso di un programma di sala esplicativo in versione cartacea).

 E poi Vivaldi, prima osannato e poi massacrato, è risultato indistruttibile anche nelle sue mani che avrebbero voluto 'riscriverlo', 'ricomporlo'.

 Strawinsky diceva, forse anche un pò per invidia, che Vivaldi aveva scritto mille volte lo stesso concerto. Max Richter, ricomponendo le Stagioni, ha ripreso migliaia di volte gli stessi incisi, senza arrivare mai ad una conclusione.

 Di Vivaldi ha conservato - furbo Richter - buona parte del solista affidato ad un interprete di valore che ha naturalmente trascinato orchestra e pubblico. Che alla fine ha applaudito - ne siamo convinti - Vivaldi, e forse affatto Richter.

 Da musicisti come Richter che hanno raggiunto la notorietà soprattutto con azioni  fintamente spiazzanti ( come quella della musica per la notte???), con il favore dei social, oltre che con il cinema, non ci si può attendere altro che questo. Il nulla o, se volete, la più banale ovvietà. ( P.A.)