Sappiamo che quasi tutti i vaccini contro la Covid-19 hanno bisogno di due dosi: una prima somministrazione e poi una seconda, generalmente a distanza di non meno di due mesi e non più di quattro. Ma ogni vaccino ha, a seconda di come è stata svolta la sperimentazione, dei tempi e delle procedure diverse da tenere in considerazione. C'è solo un vaccino, quello di Johnson & Johnson, che prevede un'unica dose, ma è solo uno e in Italia, come anche nel resto del mondo, per ora non è stato utilizzato. Ecco che quindi sorge spontanea una domanda: cosa succede a chi non fa la seconda dose di vaccino?
Innanzitutto bisogna cercare di capire di quante persone parliamo: insomma, in che percentuale chi fa la prima dose poi salta la seconda? Negli Stati Uniti, dove il numero dei vaccinati ha di gran lunga superato i 100 milioni, uno studio del Centers for Disease Control and Prevention ha scoperto che durante i primi due mesi del programma di vaccinazione contro il coronavirus circa il 3% dei vaccinati non ha fatto la seconda dose. Si tratta di una percentuale molto bassa, che non dovrebbe creare troppi problemi al processo di immunizzazione di massa, ma rimangono alcune incognite piuttosto serie: se la percentuale di chi non riceve la seconda dose crescesse secondo Kristen Marks, un esperto di malattie infettive alla Weill Cornell Medicine, "si inizierebbero a vedere molte più infezioni". Come dire che finché stiamo sul 3% il problema non dovrebbe esserci, ma appena sopra la pandemia riprenderebbe a correre.
Il problema delle persone che saltano la seconda dose di vaccino era stato previsto, e studiato, dagli scienziati già all'inizio della pandemia. Infatti il fenomeno, sebbene in una minima percentuale, è inevitabile: potrebbe esserci chi sviluppa una reazione allergica dopo il vaccino, e quindi non può farlo di nuovo, oppure chi si ammala per altre ragioni e diventa immunodepresso, entrando nella categoria di chi il vaccino non deve farlo.
Ma quanto protegge una sola dose di vaccino? I dati sono incoraggianti: nel caso di Moderna e di Pfizer/BioNTech la protezione dovrebbe aggirarsi sull'80%. Certo, molto più bassa dell'oltre 95% garantito da entrambe le dosi, ma comunque efficace nel diminuire sensibilmente le probabilità di contagio.
Sappiamo con certezza quindi che completare il ciclo vaccinale con entrambe le dosi aumenta esponenzialmente la protezione dei singoli individui e indirettamente della società intera, e sappiamo che anche una sola dose fornisce anch'essa una certa sicurezza.
Ma ci sono due incognite importanti che vanno considerate: la prima sono le nuove varianti del virus e la seconda è quella di chi ha già avuto la Covid-19.
Partiamo dalle varianti, si tratta di "versioni" dello stesso virus che, per via di alcune differenze, si comportano in modo diverso, la variante "inglese", per esempio, infetta in modo importante anche i più giovani, cosa che non accadeva con il Sars-Cov-2 osservato un anno fa. Purtroppo le varianti potrebbero rendere ancora più pericoloso ricevere solo una dose di vaccino, ma al momento non si hanno dati precisi a riguardo.
Veniamo a chi ha già avuto l'infezione da Covid-19, sappiamo che aver già avuto la malattia comporta un certo grado di protezione, in alcuni casi è stato osservato che gli anticorpi sviluppati da alcuni pazienti corrispondono con quelli che si ottengono con la prima dose di vaccino, ma anche qui non esistono dati certi. Non è ancora chiaro né quanto alta sia la protezione per chi ha già avuto il virus, né quanto dura. Di conseguenza la soluzione rimane quella iniziale: fare entrambe le dosi di vaccino, e cercare in questo modo di rendere la percentuale di chi fa solo una dose la più bassa possibile.
Nessun commento:
Posta un commento