I peperoncini piccanti provenienti da Repubblica Dominicana e India sono il prodotto alimentare meno sicuro presente sulle tavole degli italiani, ma a preoccupare per gli elevati livelli di contaminazione sono le bacche di Goji provenienti dalla Cina, il riso dal Pakistan e le olive da tavole dell’Egitto.
E’ quanto emerge dalla ‘Black list dei cibi più contaminati’ presentata dalla Coldiretti, sulla base degli ultimi rapporti dell’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa) sui Residui dei Fitosanitari in Europa e dal Ministero della Salute sul “Controllo ufficiale sui residui dei prodotti fitosanitari degli alimenti”.
Nella classifica dei dieci prodotti più contaminati, secondo la Coldiretti, ci sono poi i melograni dalla Turchia con quasi un campione irregolare su dieci (9,1%), il tè dalla Cina, l’okra piccola zucchina importata dall’India, il dragon fruit proveniente dall’Indonesia, i fagioli secchi del Brasile e i peperoni dolci provenienti dall’Egitto, prodotti che godono peraltro di un regime agevolato a dazio zero da parte dell’Ue.
Si tratta di prodotti arrivati in Italia con elevati livelli di irregolarità perché contaminati dalla presenza di insetticidi, spesso non più ammessi dalla legislazione nazionale ed europea.
E non sono tuttavia di casi isolati, perché dalle analisi risulta che i prodotti alimentari con l′1,9% di campioni esaminati irregolari, sono 3 volte più pericolosi dei prodotti di origine nazionale per i quali solo lo 0,6% dei prelievi è risultato non conforme ai limiti di legge consentiti. La situazione è ancora più rischiosa per quelli di origine extracomunitaria per i quali la percentuale di irregolarità secondo l’Efsa sale al′5,8%, 8 volte superiore ai prodotti Made in Italy.
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