Vivremo un periodo di uscita dall'emergenza e di ritorno del virus - ha precisato Kluge - dobbiamo imparare e prepararci nei momenti di pausa, ma è molto alta la probabilità di seconde, terze ondate.
Noi abbiamo dato una serie di linee guida per attuare misure preventive in scuole, uffici, ed è urgente che le autorità le applichino. Questo richiede collaborazione, per arrivare a una nuova normalità dove la sanità pubblica viene messa in primo piano, puntando sulla medicina territoriale: laddove questa è forte, le cose hanno funzionato meglio e i servizi sono stati più resilienti".
Con 1.408.266 contagiati e 129.344 decessi (+18%) "la Regione europea rappresenta il 46% dei casi e il 63% dei decessi a livello globale: siamo ancora in preda a questa pandemia".
Certamente la situazione non è ugualmente grave in tutti i Paesi. "La Spagna, seguita da Italia, Regno Unito, Germania e Francia, ha ancora il più alto numero di casi", ha ricordato il direttore dell'Oms per l'Europa, "ma grazie alle misure di distanziamento fisico e sociale introdotte alcune settimane fa, ora osserviamo un plateau o una riduzione del numero di nuovi casi". "Dobbiamo monitorare da vicino questo sviluppo positivo" ha aggiunto.
Se il dilagare della pandemia sembra sotto controllo in Europa occidentale, "a Est la situazione è più grave", in quanto si assiste a un picco del tasso di crescita. "Nella parte orientale della regione - Bielorussia, Federazione Russa, Kazakistan e Ucraina - i casi sono aumentati nell'ultima settimana, mentre in Turchia la situazione si sta stabilizzando. In queste zone, dobbiamo mantenere l'intero arsenale di misure mirate a sopprimere la trasmissione".
Nella pandemia da coronavirus "abbiamo visto la velocità con cui anche i migliori sistemi sanitari possono essere devastati - ha ricordato Kluge -. La salute deve essere al top dell'agenda politica. Senza salute non c'è economia e non c'è sicurezza. Questa è una lezione da non dimenticare".
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