A fine marzo, come principale azionista aveva deciso di attribuire ai soci i dividendi di Rcs, 15 milioni di euro, di cui circa 9 e mezzo per sé. Poi, nel giro di pochi giorni ha annunciato la sospensione dei dividendi e addirittura la rinuncia a 4 mesi di compenso per l’amministratore, cioè lui stesso. L’intero importo, 500 mila euro, sarà devoluto a sostegno di famiglie in difficoltà.
Recupero in extremis e colpo vincente all’ultimo minuto.
La questione dividendi è stata fonte di molte polemiche. Rcs ha chiuso il bilancio 2019 con un utile netto di 68,5 milioni, inferiore a quello dell’anno precedente, ma pur sempre significativo in anni di crisi dell’editoria. In Italia Rcs è l’ unico grande gruppo editoriale in attivo, davanti a Mondadori (29 milioni).
TRENTOTTO PREPENSIONAMENTI
Contestualmente però Cairo ha chiesto fondi pubblici per 38 prepensionamenti al Corriere della Sera, più un altro pacchetto per la Gazzetta dello Sport e per i periodici. Il cdr del Corriere ha pubblicato un duro comunicato sul giornale, il cdr della Gazzetta lo stesso. La Fnsi ha minacciato di non firmare l’accordo sulle uscite. L’accoppiata dividendi e utilizzo di fondi statali è apparsa una forte contraddizione.
Nel frattempo EssilorLuxottica, i Della Valle con Tod’s, Berlusconi per Mondadori, Prada, Moncler, Aeffe annunciano la rinuncia a distribuire dividendi, per meglio fronteggiare l’emergenza sanitaria. In Francia il ministro dell’Economia Le Maire annuncia: niente sgravi e aiuti alle società che distribuiscono dividendi.
IL GOVERNO E GLI EDITORI
Per una ventina di giorni, Cairo resiste al pressing, sembra deciso ad andare avanti per la sua strada. In Italia il governo tace. E’ il governo Conte bis, d’altronde, che ha varato in Finanziaria l’ennesimo pacchetto di prepensionamenti, deleterio per i conti dell’Inpgi e vantaggioso soltanto per gli editori.
Il 21 aprile, alla vigilia della firma al ministero del Lavoro dell’accordo per i prepensionamenti, arriva l’annuncio della proposta all’assemblea di sospendere la distribuzione dei dividendi, a supporto «dei significativi sforzi che il gruppo, i suoi dipendenti, collaboratori e fornitori sono e saranno chiamati a dover sostenere nei prossimi mesi, consentendogli di disporre di ulteriori risorse per contrastare gli effetti dell’ emergenza causata dalla pandemia». I dividendi vengono messi “a riserva”, vale a dire che non c’è al momento un diretto investimento nei giornali, come richiesto dal sindacato dei giornalisti.
Il 29 aprile c’è la sorpresa che mette Cairo alla testa degli “imprenditori solidali”: «In considerazione delle difficoltà economiche per molte famiglie, determinate dal protrarsi dell’ emergenza sanitaria», Cairo chiede alla società «di azzerare il proprio compenso fisso per i quattro mesi marzo, aprile, maggio, giugno 2020», chiedendo altresì la disponibilità a devolvere un pari importo di 500 mila euro «per la distribuzione in beneficenza, per il tramite di un ente che sarà individuato, di 5 mila buoni spesa da 100 euro ciascuno».
Professione Reporter
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