mercoledì 8 marzo 2023

'Una tragedia fiorentina', oltre quelle di Mariotti e Zemlisky da Wilde, che ancora continua. Era il 2010 ( Zubin Mehta, da Music@)

 

"Siamo senza un ministro: il signor Bondi è senza vergogna e non ha il coraggio di venire a Firenze a parlare con noi”, ha dichiarato pubblicamente il grande direttore indiano, di origine 'Parsi', a capo dell'Orchestra del Teatro del Maggio Fiorentino, all'ennesimo annuncio di tagli al FUS (Fondo Unico per lo Spettacolo) che per Firenze voleva dire: due milioni di Euro in meno. Conseguenza immediata: a fine novembre, un avviso dell'ing. Francesca Colombo, nuovo sovrintendente, comunica ai lavoratori che gli stipendi saranno pagati in ritardo, 'a causa di gravi problemi economici e di difficoltà con le banche'. “ Mehta non sa di che cosa sta parlando- aveva replicato con uguale durezza il ministro Bondi. In questi anni il Ministero è stato particolarmente vicino al Maggio Fiorentino. Il Maestro riveda i suoi infondati giudizi offensivi che non merito”. Insomma dichiarazione di guerra e Zubin Mehta in prima fila sulle barricate, armi in pugno, perchè 'Senza musica mai', come si legge sugli enormi tabelloni affissi sulla facciata del teatro fiorentino. Mehta non solo non molla e non arretra di un solo passo, ma alla fine di novembre, vola a Genova in soccorso del Teatro Carlo Felice( i cui dipendenti tutti hanno sottoscritto contratti di solidarietà, per evitare la bancarotta e la chiusura del teatro); dirige gratuitamente un concerto con l'Orchestra del teatro ed alla fine, cardo Muti quando dice che in Italia non vi è un teatro che possa essere considerato 'simbolo' o 'rappresentante' della nazione (il riferimento è, ovviamente, alla Scala), perchè In Italia ci sono tanti teatri, e quasi tutti quelli più importanti hanno una storia gloriosa che non può esser cancellata di colpo. Mi fa piacere che Muti dica questo. Sono d'accordo con Lui. Ma non metterei da parte neanche i piccoli teatri, autentici gioielli. Anche quelli dobbiamo tenerli aperti. Ora non bastano più le semplici dichiarazioni. Occorre agire e l' esempio del suo concerto a Genova dovrebbe avere numerosi seguaci. Sono andato a Genova perchè un grande teatro stava crollando. Vogliamo metterci in testa che non c'è posto in Italia che non abbia una grande storia musicale? Genova vuol dire Paganini, Firenze il melodramma... era questo il senso del mio discorso a braccio a Genova, e quando ho detto: 'sono sicuro che tra di voi c'è abbastanza gente per appoggiare una rinascita', un applauso scrosciante s'è levato dal pubblico. Ripeto che non voglio che si assista immobili ed indifferenti alla distruzione della musica in Italia. I prossimi mesi saranno importantissimi. Dopo sarà troppo tardi (alla fine microfono in pugno: “E' una tragedia, la tragedia di una nazione ricca di musica, arte, cultura e di un popolo che l'ama ma che rischia di perdere tutto, perchè c'è qualcuno che non vuole questa Italia. E noi non possiamo stare a guardare indifferenti. Inutile domandare soldi al Governo, tanto non ne darà. Ma che almeno non continui a tagliare! Anche voi, genovesi siete responsabili di questo vostro grande teatro, fate qualcosa”. Invito raccolto immediatamente da un genovese doc come Gino Paoli, che ha invitato i suoi concittadini alla mobilitazione".

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Postfazione

 Nei primi mesi del 2010, Francesco Giambrone, fratello del parlamentare 'Fabbio' - i due hanno lavorato in tandem per decenni, a Palermo, con Orlando; ma il parlamentare ha avuto un ruolo anche nella nomina del fratello a Firenze - deve lasciare il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, dove era stato chiamato dal sindaco Domenici, in coppia con Paolo Arcà, direttore artistico. Quando lascia, sindaco di Firenze è Renzi.

 Il bilancio del 2009, riportava quasi 3 milioni di Euro di deficit e Giambrone è costretto a lasciare. Non farà altrettanto Arcà, che resterà a Firenze e lascerà alla crisi successiva per  andare, come al tempo di Muti alla Scala,  in coppia con Fontana a Parma, al Teatro Regio.

 Al posto di Giambrone arriva, nel 2010, l'ing. Francesca Colombo, già Scala e Festival MiTo, compagna del 'barone rosso' Francesco Micheli,  che tuttora, da Ferrara, aspira alla sovrintendenza della Scala.

A novembre dello stesso anno, andammo a Firenze per intervistare Zubin Mehta (l'intervista, uno stralcio, è  qui sopra riprodotta) . All'ingresso degli uffici, nell'apposita bacheca, l'avviso di cui nell'intervista: "cassa al verde, non possiamo pagare in tempo gli stipendi", c'era scritto, con la speranza/assicurazione, che entro breve l'amministrazione li avrebbe pagati. Cosa che poi  evidentemente avvenne.

Intanto Francesca Colombo, fa pulizia nel nido fiorentino, mandando a casa Susanna Colombo, addetta stampa da anni: due colombi nello stesso nido si beccano e nessun  altra ragione. Susanna vincerà la causa e il teatro, non la Colombo milanese, pagherà.

 Comincia il ventilato risanamento ad opera della ing. milanese. Poco prima della buiana che la investirà, come accaduto già con Giambrone, Arcà, cuor di leone lascia, dicendo che ha in mente nuovi progetti ( in coppia con Fontana a Parma, dove resterà poco e dovrà andar via a gambe levate con Fontana). Dimissioni di Colombo, arrivo del commissario poi sovrintendente, Bianchi, fratello dell' avvocato di Renzi, fino a quando si dimette, per tornare al suo mestiere forense.

Francesca Colombo (2010 - 2013), Francesco Bianchi (come commissario straordinario e poi come sovrintendente, 2013 -  2017) e Cristiano Chiarot (2017 – 2019)

 Nel frattempo Nardella ha preso il posto di Renzi, accasato a Palazzo Chigi.

 A Firenze Nardella chiama Chiarot, all'epoca sulla cresta dell'onda, tanto da essere stato candidato a Milano  come a Roma e in qualunque altra città ci fosse un posto vacante in teatro. Finisce a Firenze, lasciando nelle mani di Ortombina la Fenice- ma i due erano già separati in casa ( noi che abbiamo frequentato per una  decina d'anni il teatro veneziano, siamo stati testimoni).

 Chiarot si mette al lavoro, arriva come direttore musicale Fabio Luisi, e si sente così sicuro da firmare addirittura, con scelta sciagurata ed idiota, la modifica del finale di Carmen.


 " Cristiano Chiarot non può essere riconfermato sovrintendente del Maggio fiorentino. Lo stop arriva dal parere del direttore generale dello spettacolo dal vivo del ministero, vigilante sulla Fondazione Teatro del Maggio, Onofrio Cutaia, che ha parlato direttamente della cosa al sindaco Dario Nardella". ( troppo spesso ritornano! ndr)

In età quasi da pensione, non profilandosi la sua riconferma, lascia, quando sente nominare Nastasi che Nardella vuole a Firenze. Lascia lui e Luisi. Nastasi non arriva, anche perchè era stato chiamato  solo per fare casino, al suo posto arriva Pereira, via dalla Scala.

Intanto, come in ogni luogo e in ogni tempo, Pereira promette sponsor. E naturalmente di nuovi ne porta al Maggio. Ma evidentemente continua a spendere, e a vivere al di sopra delle sue possibilità - come si dice di uno spendaccione che fa la bella vita con i soldi che non ha ( Pereira ha fatto proprio così. Vergogna!).

E, come non fosse successo mai nulla e le cose non fossero per niente cambiate in dieci anni e passa, torna alla ribalta il problema delle casse vuote e degli stipendi pagati con  soldi non dedicati. Il tribunale lo condanna e lo accusa di malversazione, e per questo lo interdice. Nardella, comunque, lo prega di restare per un mesetto ancora, per sbrigare  gli affari correnti. Dopo quelle accuse, dalle quali anche Nardella non può chiamarsi fuori, altrimenti è un sindaco-presidente del c...  che richiesta è?

E gli stipendi? Sempre Nardella, pasticcione, annuncia di anticipare al teatro il contributo del Comune: 1,3 milioni, per pagare gli stipendi.

 Ma sembra, dalle ultime notizie, ( La Nazione, ieri) che anche quei soldi non bastano e forse la promessa di pagarli entro il 10 marzo va a farsi benedire, anche se una benedizione per allontanare il maleficio sarebbe utile.

Viene da chiedersi se il problema degli stipendi, che credevamo risolto negli anni fra l'uscita della Colombo e l'arrivo di Pereira, oltre dieci, sia stato veramente risolto o solo occultato. Ma  vogliamo chiederci anche se ci sarà un tempo in cui questa tragedia fiorentina che è durata anche troppo, finirà.

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