" Quando ero bambina le lezioni in conservatorio si tenevano, nella stagione mite, con le finestre aperte e per strada c’era sempre qualcuno che si fermava ad ascoltare. A volte, quando l’allievo era particolarmente bravo o quando si preparavano gli esami finali delle classi alte, si radunava per strada una folla che si fermava ad ascoltare fino alla fine e applaudiva. Allora ci affacciavamo alle finestre a ringraziare, anche se erano applausi non nostri. Applausi alla musica.
Il conservatorio era (è tuttora) in centro, come quasi sempre nelle antiche città. Ho letto dunque come un editoriale definitivo sul nostro tempo la notizia, riportata dai quotidiani locali, dei tre studi legali che hanno intentato causa al conservatorio di Parma perché non riescono a lavorare disturbati, dicono, dall’eccessivo rumore. E’ intervenuta l’Agenzia regionale per la prevenzione e l’ambiente, Arpae, che con strumenti usati credo per misurare i decibel di un martello pneumatico ha decretato che sì, anche una sonata di Mozart e i notturni di Chopin superano il limite indicato.
Il Conservatorio (che ha 200 anni, 135 insegnanti e un migliaio di studenti: è uno dei più importanti d’Europa) ha opposto l’argomento, immagino con quale livello di mortificazione, che i rilevamenti erano stati effettuati durante il Covid, dunque a finestre aperte. Ora sono chiuse, il fastidio è minore. Ma niente. La causa è andata avanti e nei prossimi giorni dovrà esprimersi il Tar. Fra chi se ne debba andare da lì – se chi fa musica o gli arcigni avvocati - non avrei dubbi ma il mio è un argomento irricevibile. Tratta di bellezza e senso della vita, non di fatturato e proprietà privata. Questo, signori della corte, è tutto".
( Invece Concita, di Concita De Gregorio)
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La storia non è nuova, già altre volte l'inquilino di un condominio si è rivolto al tribunale perchè il violino di una coinquilina che studiava musica le stava rovinando l'esistenza.
E il tribunale, speriamo di ricordare male purtroppo no, nel paese della musica - come andiamo avanzando stupidamente ogni volta in simili casi - diede ragione all'inquilino infastidito dalla musica della coinquilina., al cui fianco si espressero in molti anche accanitamente, come fece Quirino Principe che volle difendere il diritto a studiare musica.
Nel caso in questione, a Parma, non si tratta di due coinquilini dello stesso condominio, ma del Conservatorio della patria di Verdi - nientemeno - e di uno studio di avvocati che dal Conservatorio, non molto di distante, i soci si dicono disturbati e distratti dalla musica che proviene da quelle finestre.
La denuncia quello studio legale l'ha fatta nel periodo del Covid, 'a finestre aperte' ,sia in Conservatorio che nello studio legale, ma la causa va avanti ancora, ma ora le finestre vengono chiuse in ambo gli ambienti, e dunque il disagio - ammesso che di disagio si tratti - è senz'altro minore.
Questo accade in tempi in cui non c'è un attimo in cui le nostre orecchie non siano tormentate da suoni molesti e soprattutto da rumori, e il silenzio è diventato merce preziosa perchè rara e irreperibile.
Speriamo che al Tar ci sia un giudice che abbia il figlio studente di Conservatorio. A noi, negli anni di insegnamento in Conservatorio, è capitato uno che sperava, dicendo alla commissione che lui era del Tar e che avremmo potuto aver bisogno di lui, che avremmo promosso suo figlio ad un esame. Fu bocciato, e non per ripicca o per sventare il sottile ricatto, ma perchè l'intercessione del padre era dettata dalla scarsa preparazione del figlio.
Adesso arriva una proposta da Romana Liuzzo, nipote dell'ex governatore Guido Carli, e direttrice della omonima fondazione, la quale a giorni propone alla LUISS due 'lectiones magistrales', una delle quali affidata nientemeno che a Beatrice Venezi che sosterrà la tesi che 'bisogna cantare fuori dal coro', come fa Lei che canta fuori dal coro dei direttori d'orchestra, semplicemente perchè non ha ancora superato l'esame di ammissione, nonostante le raccomandazioni di Meloni e Sangiuliano.
La Liuzzo e la Venezi lanceranno la proposta di formare un'orchestra in ogni scuola italiana. Bello, magnifico, in tanti paesi lo fanno già. Ma attenzione, perchè qualche studio legale di una qualsiasi città potrebbe chiedere ad un TAR, accondiscendente, di trasferire i Conservatori fuori dai recinti cittadini, come si esige sempre per le discariche, e come un tempo si faceva per le sepolture degli artisti, maledetti e 'rumorosi'. ( P.A.)
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