Colpita ancora una volta Leopoli, è il secondo giorno consecutivo che la città dell'ovest dell'Ucraina si sveglia con i rumori delle sirene di allarme aereo. I missili sarebbero piombati poco più lontano dalla periferia, colpendo un centro militare. Ma i raid russi, nella notte appena trascorsa, hanno comunque preso di mira tutte le province del Paese. Esplosioni e allarmi aereo hanno contrassegnato le ultime ore da est a ovest.
Leopoli, città occidentale dell'Ucraina e da sempre bastione filo europeo del Paese, tra i grandi centri è quello più risparmiato dalla guerra. È qui che arrivano i rifugiati dalle altre regioni, è qui che gli ucraini che aspettano di varcare il confine e fuggire dal loro Paese si sentono al sicuro una volta lasciati i fronti di guerra alle spalle.
Tuttavia il conflitto non è così assente da Leopoli. A testimoniarlo sono i monumenti coperti o nascosti del centro storico e soprattutto gli allarmi aerei che da due giorni svegliano i cittadini. Dopo le allerte scattate ieri, oggi all'alba le sirene sono tornate a risuonare.
Alcune esplosioni sono state avvertite in lontananza. Così come dichiarato dal sindaco Andriy Sadovyi, almeno otto missili sparati dai russi hanno colpito il Centro internazionale per la pace e la sicurezza. Si tratta di un campo di addestramento militare situato a 30 km dal centro di Leopoli, per la precisione all'interno del distretto di Yavoriv.
Non sono stati segnalati feriti, ma dal centro di addestramento sarebbero comunque stati riportati seri danni alle strutture. Ciò che le autorità locali hanno fatto notare è che la struttura è situata a meno di 40 km dal confine con la Polonia. Mai dal 24 febbraio, giorno di inizio del conflitto, un raid russo è stato così vicino alle frontiere esterne dell'Unione Europea.
Allarmi aerei nell'ovest dell'Ucraina sono stati segnalati anche a Ternopil, Rivne e Ivano-Frankivsk. Sono anche queste città grossomodo risparmiate dal conflitto, ma per la terza notte consecutiva i raid sono arrivati anche qui pur senza produrre eccessivi danni alle strutture.
La morsa su Kiev
I segnali di allarme aereo sono stati avvertiti anche in una Kiev sempre più deserta. Gli abitanti stanno continuando a scappare dalla capitale, raggiunta in nottata da altre esplosioni nelle zone della periferia occidentale.
Chi è rimasto è andato a coricarsi con la notizia giunta da Mosca in tarda serata della conferma di ulteriori avanzamenti dell'esercito verso il centro. Secondo quanto riferito da alcuni portavoce del ministero della Difesa russo infatti, i soldati agli ordini del Cremlino avrebbero guadagnato terreno e sarebbero avanzati di almeno 12 chilometri. Pur senza specificare però verso quale direttrice di attacco.
Intanto nelle ultime ore è tornato a farsi vedere in video il sindaco di Kiev, Vitali Klitschko. Il primo cittadino ha parlato di una città stretta nella morsa dei russi, ma determinata a combattere e con l'esercito che ha ulteriormente fortificato le difese attorno la capitale.
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