Il concerto che insieme non hanno potuto tenere con i Wiener Philharmoniker, Gergiev, direttore e Matsuev, pianoforte, lo terranno nel teatro-regno di San Pietroburgo, il Mariinsky, monumento eretto dalla magnanimità del dittatore Putin a beneficio del suo pubblico sostenitore/direttore.
Dalla Scala, come dalle istituzioni del resto del mondo che hanno cancellato ogni precedente invito, a Gergiev era stato chiesto non di sconfessare la sua amicizia con Putin - per quanto essere amici di un dittatore che si sta rivelando anche terribile criminale sia vergognoso da parte di qualunque persona con un minimo di sensibilità - ma di condannare 'ALMENO' la guerra di invasione della Russia contro l'Ucraina.
Dunque i due musicisti che ora vogliono accreditare di sé l'immagine dei 'ripudiati', 'epurati,'ostracizzati' non sono che complici del dittatore assassino che sta perpetrando contro una popolazione un eccidio di dimensioni inimmaginabili. Non ripudiati, ma muti per scelta e interesse, anzi: scelta per interesse. Li condanna il mondo, la civiltà; civiltà e mondo cui dichiarano, con i fatti, di non appartenere Gergiev e Matsuev ed altri con loro.
Il caso della Netrebko è molto diverso dai precedenti, Lei si è defilata dalla Scala, dove però canterà suo marito nella prossima Adriana Lecouvreur, solo perché amica, a sua volta, di Gergiev del quale ha preso assai maldestramente, ma obbligata, le difese. Non ci fosse stato tale rapporto di amicizia, lei che aveva condannato la guerra, avrebbe continuato a cantare alla Scala e altrove, come ha fatto fino ad ora., nonostante le sue manifeste 'simpatie' per il dittatore del suo paese.
Nessuno ha chiesto a Lei e all'amico Gergiev di sconfessare il suo paese, ma il suo criminale dittatore. Perchè non è il popolo russo, al quale orgogliosamente essi appartengono, a volere la guerra, tanto che per questo fioccano gli arresti in Russia fra coloro che manifestano per condannare la guerra in Ucraina, una guerra di aggressione e condannare le modalità della stessa: un vero e proprio eccidio; a volere e mandare avanti la guerra è la pervicacia del dittatore, che ha dichiarato ancora ieri che lui non si fermerà fino a quando non avrà raggiunto gli obiettivi che si è proposto, non sembra importargli se saranno pagati a caro prezzo dai russi oltre che dagli ucraini e se metteranno in allerta il mondo intero nei suoi confronti.
Fino a quando una rivolta di palazzo - che non è detto non avvenga, e noi ce lo auguriamo - non spazzi via il dittatore assassino e criminale.
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