Ieri la sindaca Raggi, in giallo dalla testa ai piedi - il giallo è il colore della luce, del sole ed anche delle 'caste' in Oriente, e per una che si chiama Raggi, il colore genetico - ha annunciato di aver ottenuto finalmente una vittoria, per la quale ha lottato anche pubblicamente: mandar via dal palazzo di Via Napoleone III, in pieno centro, i suoi occupanti illegali: CasaPound. E da oltre quindici anni. Non è ancora una vittoria completa perché quelli ce l'hanno duro - per usare una espressione cara alle destre - e forse ce ne vorrà prima che vengano materialmente allontanati da quel palazzo che è diventato il loro quartier generale, ma intanto il cammino verso la legalità anche per loro s'è aperto. E la Raggi può cantar vittoria.
Ma il giallo, nella Grecia antica, era anche il colore dei 'pazzi', che dovevano vestirlo per far sapere a tutti la loro condizione e per tener lontani quanto avessero voluto avvicinarli.
Ora, non vogliamo dire che la Raggi sia una pazza, e che da Lei occorre stare alla larga, ce ne guardiamo bene, però pensare che una persona che ha così mal governato la città intenda ricandidarsi per un altro mandato, questo sì che sa di pazzia.
La Raggi, infatti, in queste ultime settimane si sta dando tanto da fare con i vertici veri ( Di Maio e, in seconda Di Battista) e finti ( Crimi) del suo partito, per ottenere il via libera alla sua seconda candidatura ed anche l'appoggio. Ma allora deve essere fermamente convinta che anche tutti i romani siano pazzi al punto da rivotarla.
Perchè è di nuovo sotto gli occhi di tutti lo schifo della monnezza che inonda le strade, vomitata letteralmente dai cassonetti - molti dei quali sembrano come 'bombardati' - che non vengono svuotati regolarmente, come era parso nei mesi del forzato isolamento, causa pandemia. Sembrò allora che il problema 'monnezza' a Roma avesse avuto una soluzione, seppur temporanea. E invece, ripresa la vita in città, la monnezza è puntualmente ricomparsa.
Insieme alla monenzza un altro problema è parso far capolino, e ha a che fare con il giallo: i famosi raccoglitori di abiti usati che la sindaca (AMA) aveva dislocato numerosi in città, qualche mese addietro, sperando di fare affari, raccogliendo gli abiti usati e rivendendoli ai robivecchi.
Come i cassonetti della monnezza, anche quelli per gli abiti usati è da tempo che non vengono svuotati, per cui attorno a essi per terra sembra essersi attivata una vera e propria bancarella, ad uso e consumo, gratuiti, di tutti quelli che sono più poveri e bisognosi di chi quegli abiti ha buttato. Aveva sbagliato previsione anche in questo caso, la sindaca Raggi, che si è accorta troppo tardi che 'il gioco ( il costo e la gestione di quei cassonetti gialli) non valeva la candela ( il ricavato della vendita degli abiti usati). Ancora! E dovremmo rivotarla?
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