Poche ore prima che l'Agis presentasse in video conferenza le proposte concrete per far ripartire lo spettacolo dal vivo, in rapporto al settore dei concerti, opera e balletto, il sovrintendente della Scala s'era fatto di nuovo vivo sui giornali, dopo aver anticipato che alla ripresa dell'attività vorrebbe far eseguire la Messa da requiem di Giuseppe Verdi, alla Scala e poi nei teatri di Bergamo e Brescia, in ricordo e omaggio alle numerosissime vittime del Coronavirus.
E aveva precisato che quella sua iniziativa sarebbe stata possibile, naturalmente, solo al momento in cui si potesse tornare ad una 'quasi normalità' che lui si augurava potesse coincidere con la riapertura di stagione, a sant'Ambrogio, perchè - diceva- nella storia non si ricordava un Sant'Ambrogio senza inaugurazione di stagione alla Scala.
E anticipato che la stagione prossima proporrà - per risparmiare - soprattutto opere notissime, lo spettacolo delle quali è di proprietà del teatro ( insomma quel che paventavano alcuni, e cioè l' introduzione alla Scala, con l'arrivo di Meyer, del teatro di repertorio, si verificherà, causa pandemia e perdite economiche ormai consistenti); ad esempio: Traviata, regia Cavani; Bohème, regia Zeffirelli ecc...
Ora le proposte operative dei vari settori interessati, presentate dall'Agis al Ministro Franceschini, non sciolgono il nodo più 'avviluppato' di tutta la faccenda. Che non è il pubblico il quale in misura ridotta si può far entrare nei teatri e nelle sale da concerto - come dovranno fare tutti i mezzi di trasporto pubblico. E non è tutto sommato neanche l'orchestra che, in qualche modo potrà suonare ( magari a ranghi ridotti), osservando le misure previste contro il contagio.
Il problema vero è costituto dal coro e dal palcoscenico. E qui le proposte pratiche dovrebbero arrivare dalle Fondazioni liriche riunite in associazione nazionale, o magari da teatri d'opera esteri che certamente hanno lo stesso problema e forse stanno, come noi, pensando alle possibili soluzioni per non restare chiusi mesi e mesi. Le varie proposte di spettacolo via streaming non hanno senso, e possono servire solo ai musicisti per tenersi in esercizio oppure, una tantum, per ricordarci che esistono anche loro.. Le opere in forma di concerto o 'oratoriale' come si suol dire, potrebbero costituire un'alternativa, certo non applicabile a tutto il repertorio e comunque non così allettante come lo spettacolo vero e proprio.
Un'altra proposta sarebbe quella relativa alla riscoperta del teatro barocco che certamente potrebbe comportare meno personaggi in scena, ma anche qui non è che tutto il teatro barocco faccia uso di pochi personaggi.
E perciò le proposte, per l'opera soprattutto, stanno a zero.
A noi piacerebbe leggerne di risolutive uscite magari - perchè no - da quella mente vulcanica che è Giambrone, ora presidente dell'ANFOLS, il settore che presenta maggiori problematicità. Promettiamo che se ciò accadrà, scriveremo ed andremo gridando al mondo intero che GIAMBRONE é un GENIO, e che solo noi non volevamo crederci. Fino a quel momento. Dopo non sarebbe più tollerato.
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