L'hanno diagnosticata come 'sindrome Dylan' la malattia grave di cui soffre il sindaco di Roma, Virginia Raggi, perchè è la stessa dalla quale, per la gioia dei suoi fans, è affetto il noto 'menestrello' maleducato che non sta mai dove dovrebbe perché ha altro da fare, come l'altro ieri quando non si è presentato neanche alla Casa Bianca per la rimpatriata dei Nobel americani, voluta da Obama, a fine mandato.
La Raggi pure sta sempre da qualche altra parte, mai dove dovrebbe, e sempre per impegni precedentemente assunti, sia istituzionali, sia personali.
Mentre di impegni non ne aveva quando s'è fatta, in compagnia della sua assessora Muraro, con la quale gioca a 'la gatta e la volpe' un giro per le strade del centro di Roma, per verificare di persona le irregolarità della raccolta dei rifiuti. Insomma un lavoro da cronista e non da amministratrice che, leggendo le cronache dovrebbe da tempo conoscere la situazione. Ora che ha rubato il lavoro a quei pochi giornalisti rimasti - a danno del suo, che non fa bene - ha sbirciato anche nei sacchi dell'immondizia (non poteva farlo da sola l'assessora o i controllori dei netturbini?) e ha promesso che da febbraio la situazione sarà definitivamente risolta con le multe comminate dagli stessi netturbini. Ci voleva tanto per assumere questa decisione, rimandandola per l'attuazione ancora di un paio di mesi circa?
Curioso poi che, stando dalle parti del centro non si sia fatta anche una passeggiatina sulla scalinata di Trinità dei Monti, per verificare di persona in quali condizioni, senza vigilanza, per colpa anche sua, la stanno già riducendo ad appena due mesi dalla reinaugurazione: è stata colta da un accesso di 'sindrome di Dylan'.
La stessa malattia che , per la prima volta dopo molti anni, ha costretto la sindaca a disertare la assemblea annuale dei costruttori di Roma, e ad abbandonare, due giorni prima, in tutta fretta il Teatro dell'Opera, per un malore intestinale dovuto sempre alla stessa malattia.
In questi giorni abbiamo anche appresso dell'esistenza di un Auditorium, della capienza di duecento posti circa, situato fra Pineta Sacchetti e Circonvallazione Cornelia, la cui costruzione è iniziata molti anni fa, e poi si è fermata. Quell'auditorium, costato qualche milione di Euro - chi altro ci ha mangiato? - non è stato mai inaugurato, diventando un rifugio per senzatetto e sbandati. L'altro ieri la sua cupola è andata a fuoco, e perciò anche quel piccolo auditorium è finito in macerie, simbolo del tragico abbandono della cultura a Roma.
Viva la Raggi, alla quale auguriamo che guarisca presto; Viva l'Assessore alla 'ricrescita culturale' Bergamo, al quale auguriamo torni presto l'uso di parola - quando deve parlare!
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