Il folletto riccioluto, Giovanni Allevi, si è, questa sera, materializzato nello studio di Rai 1, attraverso le arti magiche di Pippo Baudo, maestro di cerimonie.
Il folletto s'è portato con sé, per presentarlo, il suo libro 'Vi porterò con me', un invito a tutti gli 'incompresi del mondo'. Dei quali egli si dichiara portabandiera e difensore d'ufficio. Ai quali vuole dare voce, lui che degli incompresi è il rappresentante più compreso: come si fa a considerarlo incompreso con tutto il successo che ha?
Sarà autentico il folletto? Noi ne dubitiamo, anche se alcuni suoi aspetti caratteriali ci indurrebbero a pensare il contrario; e comunque non riesce a 'portarci' né con sé, né a sé - come vorrebbe fare con il suo libro. Sarà perchè da sempre non ci sentiamo incompresi.
E poi la sua musica. Tre brani suoi ha suonato; rispettivamente, 'Panico' (del quale ha raccontato la genesi: 'in ambulanza' dopo un attacco di panico); 'Ritorno alla vita'(forse dopo gli attachi di Uto Ughi?) e, a conclusione, una elaborazione dell'incipit del 'Te Deum' di Marc-Antoine Charpentier, la nota sigla dell'Eurovisione.
In realtà tre canzonette (con qualche aspetto diverso per l'ultima): in ognuna un motivetto di tre o quattro battute al massimo, ripetuto troppe volte, con minime varianti, abbellimenti; accompagnati alla mano destra. Alla fine dello Charpentier, il famoso tema ripetuto tre o quattro volte e fra l'una e l'altra ripetizione una improvvisazione in chiave jazzistica, Pippo Baudo è stato rapito - come ha dichiarato.
Noi a Pippo crediamo. Ma Pippo potrà perdonarci se gli diciamo che a noi non ci ha rapiti neanche questa volta?
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