Come sempre, ogni anno, ancor prima che il Natale arrivi, partono in tv i Concerti di Natale. Si comincia una settimana prima, dal Senato, su Rai 1, con un concerto ibrido di cui abbiamo già scritto e che ha avuto anche buoni risultati: 14,2% di share e poco sopra i 2.000.000 i telespettatori.
La vigilia, il 'Concerto di Natale' dalla Scala, ripreso nel teatro milanese che del Natale se ne fotte, ma che viene spacciato per tale solo perché fatto in prossimità delle feste natalizie. Messo in onda, sempre su Rai 1, la viglia, alle 10,15 del mattino, non ha brillato particolarmente sul piano degli ascolti (il programma ha pure il suo peso, ma alla Scala non ne vogliono sapere). Dohnanyi, il vecchio direttore, 87 anni, tornato a Milano dopo molti anni, ha eseguito la Sinfonia n. 9 di Beethoven che certo la mattina della vigilia non è il massimo per telespettatori in tutt'altre faccende affaccendati. E infatti ha raggiunto uno share ridotto ( 9,2%) e 610.000 telespettatori.
Diversa sorte dovrebbe avere il Concerto di stamane, sempre su Rai 1, da Assisi, con l'Orchestra nazionale della Rai, nonostante il programma presenti alcune evidenti incongruenze ( la Danza cosacca da Mazeppa, il brano virtuosistico, per violino e orchestra, di Saint-Saens) ogni anno fa considerevoli ascolti. Su tutti va il Concerto di Capodanno della Fenice che, nonostante il calo di telespettatori degli ultimi due anni, si mantiene sopra i 4.000.000.
Del Concerto di Assisi ci ha colpiti la regia trasandata ed inesistente - ad un certo punto ci ha mostrato anche la campagna con un cavallo allo stato brado, e la solita passerella da destra a sinistra sul coro e da sinistra a destra. che palle! - e qualche chicca inutile e fuori luogo dei testi affidati , colme sempre lodevolmente alla voce di Roberto Chevalier. Il quale, ad un certo punto, è stato costretto a comunicarci che Paul Klee diceva che l'arte rivelava cose che altrimenti non consoceremmo.... che c'entrava ? Fra un brano e l'altro scivolano via una ventina di parole al massimo ma servono ad introdurre ciò che si sta per ascoltare, non riflessioni di altro tenore e adatte ad altre occasioni.
Per concludere, visto che ormai latv tiene ogni anno fede ai suoi numerosi appuntamenti musicali durante le feste, perché non manda uno dei suoi registi a studiare presso qualche rete televisiva europea per imparare il mestiere della regia di un concerto? Non sarebbe una cattiva idea. E soprattutto eviteremmo di vedere i cavalli, al di fuori delle corse o di ' Rai Agricoltura'?
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