Era il 2004, per un anno curammo la direzione artistica del castellano 'Festival delle Nazioni'- su indicazione di Salvatore Sciarrino alla cupola messa a capo del festival, dove tuttora impera - e per l'occasione pensammo ad una mostra d'arte da affiancare al grosso delle manifestazioni, che erano naturalmente musicali, altrimenti non avremmo accettato.
Avevamo da poco, per ragioni di studio preso contatti con l'Archivio storico dell'Opera di Roma, guidato tuttora da Francesco Reggiani, nel quale prendemmo di visione di molti documenti sul famoso festival di 'Musica contemporanea' che ebbe luogo, in pieno regime, nel 1842, durante il quale si ebbero rappresentazioni anche di opere, bollate come 'musica degenerata' dal nazismo, e fra le tante, anche di un 'opera di Malipiero resa celebre anche per i bozzetti e figurini di Prampolini.
Ci venne l'idea di ospitarvi una mostra, nel corso del festival, per illustrare la lunga collaborazione del noto pittore con l'Opera di Roma, durata dal 1931 al 1953.
Cui rivolgemmo all'allora sovrintendente, Ernani, che fece sua la nostra idea e procedemmo ad organizzare la mostra. Noi, naturalmente, solo dal punto di vista organizzativo, affidando la cura e la scelta del materiale ad uno studioso come Maurizio Calvesi, allora a capo della Fondazione Burri di Città di Castello. Il prof. Calvesi scelse i bozzetti da mostrare - che arrivavano ad oltre cento e perciò non potevamo esporli tutti - ma ne esponemmo, tuttavia, una settantina che illustravano tutti i lavori fatti per l'Opera di Roma.
Era la prima volta che il bellissimo materiale usciva dall'Archivio dell'Opera di Roma in così gran quantità. Calvesi prsentò l'opera di Prampolini nel bel catalogo a colori, presente e consultabile nel sistema bibliotecario italiano.
La mostra ospitata nello storico Palazzo Vietlli a Sant'Egidio restò aperta per tutta la durata del festival ( 21 agosto- 5 settembre) dopo di che il prezioso materiale fu riconsegnato all'Archivio dell'Opera di Roma. In tutti questi anni, in varie occasioni abbiamo visto esposti nel foyer alcuni bozzetti.
Ora una mostra su Prampolini - naturalmente non solo quello conservato nell'Archivio storico dell'Opera. si apre al MACRO di Roma.
A Città di Castello la direzione stabile del festival che ha preso il nostro posto e che da allora non è mai più cambiata, ha proseguito sulla strada dell'arte visiva, proiettando su palazzi e mura cittadine le opere di Michelangelo, Leonardo o Raffaello. Contro i quali, anche un Prampolini dal vero, non poteva certo averla vinta.
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