domenica 4 dicembre 2016

Mussolini, quando commemorò Puccini in Parlamento, il giorno della morte, mentì spudoratamente sul suo 'fascismo'

 Sull'appartenenza di Giacomo Puccini al fascismo, del quale aveva anche la tessera,  sulla quale aveva memtito spudoratamente Mussolini nel discorso che fece in Parlamento per commemorare il musicista nello stesso giorno in cui era morto a Bruxelles ( 29 novembre 1924) ci sono due partiti. Da un lato ci sono coloro i quali  leggono alla lettera le dichiarazioni del musicista sull'uomo del destino che metterà in riga il popolo Italiano,  mentre non  danno il peso dovuto alla scarsa reputazione che il musicista aveva dei fascisti e dei governanti in genere:

1922, ottobre: Qui  i fascisti come tu saprai vogliono il potere vedremo se riusciranno a rimettere questo nostro bello e grande paese in ordine ma lo temo ( Puccini a Riccardo Schnabl)
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1922, 30 ottobre. E Mussolini? Sia quello che ci vuole! Ben venga se svecchierà e darà un po' di calma al nostro paese! (Puccini, a Giuseppe Adami, dopo la Marcia su Roma)
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Io sono per lo Stato forte. A me sono sempre andati a genio uomini come De Pretis, Crispi, Giolitti, perché comandavano e non si facevano comandare. Non credo nella democrazia, poiché non credo alla possibilità di educare le masse. E' lo stesso che cavar l'acqua con un cesto! Se non c'è un governo forte, con a capo un uomo dal pugno di ferro, come Bismark una volta in Germania, come Mussolini, adesso in Italia, c'è sempre pericolo che il popolo, il quale non sa intendere la libertà se non sotto forma di licenza, rompa la disciplina e travolga tutto. Ecco perché sono fascista: perché spero che il fascismo realizzi in Italia, per il bene del Paese, il modello statale germanico dell'anteguerra ...
Il Maestro soleva dire che l'istituto della monarchia, specialmente in un paese come l'Italia, “ è come la galleria di Milano: quando piove, ci vanno tutti a riparo”. Non solamente era monarchico, ma fedele dinastico e nutriva una speciale devozione per la regina Elena, alla quale aveva dedicato la Butterfly ( Guido Marotti/ Ferruccio Pagni).

I convinti assertori del fascismo di Puccini, non prendono seriamente la scarsa considerazione che egli aveva degli 'eletti dal popolo' per governare:

1898. Non voglio sapere nulla di candidati, manifesti elettorali e similia...Io abolirei Camera e deputati, tanto mi sono uggiosi questi eterni fabbricanti di chiacchiere. Se comandassi io tornerei volentieri a 'Carlo Dolovio' buonanima ( Carlo Ludovico di Borbone ex duca di Lucca, ndr)!. A Viareggio eleggano Mundo o Felice il bagnino a me poco importa (Guido Marotti/Ferruccio Pagni,1926).

Potrebbe ingannare, sempre a proposito della sua adesione al partito fascista,che alcuni reputano volontaria e convinta, il resoconto del musicista della visita, l'unica, fatta al Duce a palazzo Venezia,  a novembre del  1923, un anno prima della sua morte. La ragione della quale stava nella richiesta di costruire un grande teatro lirico nazionale che Mussolini non gli accordò perchè disse di non avere sufficienti soldi. Puccini, dalla relazione fatta agli amici, nonostante fosse tornato a casa a mani vuote, dichiarò, dalle poche parole che il Duce pronunciò in quell'occasione, che il nostro paese AVEVA TROVATO FINALMENTE IL SUO UOMO :

1923, fine novembre. Quando entrai nel salone della Vittoria, vidi là, nel fondo, un tavolo e due enormi mappamondi ai lati. Chino sul tavolo, un uomo stava scrivendo. Rimasi perplesso qualche istante, poi, fattomi coraggio, avanzai. Quell'uomo, sollevato il capo, mi guardò e, levandosi in piedi, mentre mi fissava con due occhi grandi, tondi e neri che mi pareva mi bucassero, bruscamente disse: che cosa desidera lei? Nulla, volevo... semplicemente avere il piacere di conoscerla. Mi tese la mano e in tono cordiale: ho molto piacere io di conoscere lei!
Ero andato da Mussolini per esporgli certe mie idee sul teatro Lirico Nazionale da erigersi a Roma. Ma egli, scrollando il capo e dondolandosi sulla persona ( era rimasto in piedi), disse tre volte:- Non ci sono danari! Non ci sono danari! Non ci sono danari! E per eseguire il progetto Piacentini occorrono trenta milioni! - vede Eccellenza, azzardai, si potrebbe, a mio avviso, realizzare un progetto più modesto, ma altrettanto... Non mi lasciò finire: - O un progetto così grandioso degno di Roma, o nulla! Sentii, da quei pochi toni, il suo imperio e pensai che l'Italia aveva finalmente trovato il suo uomo... ( Guido Marotti, dal resoconto che gli avrebbe fatto Puccini dopo l'unico incontro con Mussolini, a Roma)
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   Neanche della sua nomina a senatore, parve tanto entusiasta , sebbene l'avesse desiderata,  arrivata solo due mesi prima della sua morte, e cioè a settembre del 1924:

1924, 18 settembre. Nominato senatore, comunica la notizia al suo amico sacerdote romano, senza grande entusiasmo, ma fa anche inopportune allusioni erotiche: ” Se in una camera ci fosse un fiore di quelli che vanno bene non sarebbe meglio? Contentiamoci delle soffici poltrone di pelle morta”( Puccini a don Pietro Panichelli );

tanto da scherzarci sopra:

1924, 8 ottobre. Firma una lettera: “ Giacomo Puccini Sonatore del Regno” ( Puccini).

Nel discorso con il quale Mussolini commemorò il musicista, il giorno stesso della sua morte, si soffermò volutamente sull'adesione motivata e convinta di Puccini al partito fascista, MENTENDO:

1924, 29 novembre. «Onorevoli colleghi! Ho la profonda tristezza di comunicare alla Camera una luttuosa notizia. In una clinica di Bruxelles, dove si era recato quando il male che lo affliggeva aveva assunto un decorso inesorabile, è morto oggi il maestro Giacomo Puccini. Sono sicuro che la melanconia che ci invade in questo momento, è profondamente condivisa da tutto il popolo italiano e, si può dire, da tutto il mondo civile. Ognuno di noi ha vissuto dei momenti della musica pucciniana, ognuno di noi si è commosso innanzi ai protagonisti indimenticabili che Puccini recava sulle scene, che animava con l’impeto della sua musica. Non è questa l’ora di discutere i pregi e la nobiltà delle sue creazioni. Certo è che nella storia della musica italiana e nella storia dello spirito italiano, Giacomo Puccini occupa un posto eminentissimo. Né voglio ricordare in questo momento che alcuni mesi or sono questo insigne musicista chiese la tessera del Partito Nazionale Fascista. Volle compiere questo gesto di adesione ad un movimento che è discusso, discutibile, ma che è anche l’unica cosa viva che ci sia oggi in Italia. Ciò ricordato, al di sopra di tutte le adesioni, noi vogliamo onorare in Giacomo Puccini il musicista, il maestro, il creatore. La sua musica ha commosso molte generazioni compresa la nostra; non può morire, perché essa rappresenta un momento dello spirito italiano. Tutto il popolo si raccoglie in quest’ora. Io credo che la Camera si faccia interprete di tutto il popolo italiano, elevando un tributo di ammirazione, di devozione e di rimpianto alla memoria di questo spirito nobilissimo». ( Discorso di Mussolini alla Camera dei Deputati).

La menzogna spudorata di Mussolini sta nell'accenno alla richiesta di Puccini della tessera del partito fascista, come ebbe a precisare in una sua biografia, Leonardo Pinzauti:

La tessera di iscrizione al Partito fascista non era stata richiesta da Puccini, come ebbe a dire Mussolini, ma, assegnata, 'ad honorem' al musicista, dal Fascio di Viareggio, nella persona del segretario, avv. Alberto Sandrini, nel 1923, accettata a malincuore, nonostante l'avesse rifiutata, a seguito delle insistenza della moglie e degli amici. Gli venne consegnata dall'avv. Sandrini in persona che si presentò a casa di Puccini, senza camicia nera. Puccini, per l'occasione, regalò all'avv. Sandrini una sua foto con la seguente dedica: All'avv. Alberto Sandrini, cordialmente. G. Puccini, Viareggio 1923. ( Leonardo Pinzauti/ Giorgio Magri ).

Il partito, perciò, di chi vuole arruolato  Puccini  nel Partito fascista è perciò priva di ogni fondamento. Resta , invece, la sua ammirazione per Mussolini, l'uomo forte di cui aveva  bisogno il paese per essere governato.

( Notizie tratte da: Giacomo Puccini. Sonatore del regno. Edizioni Clichy, 2016)

2 commenti:

  1. Chi non sa scrivere dovrebbe astenersi.

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  2. si tratta come Lei, caro sconosciuto, non ha capito, di testi tratti da lettere ed altri documenti dello stesso Puccini o dei suoi biografi . Il sottoscritto li ha solo raccolti componendo con essi una specie di 'autobiografia' del musicista.
    Se vuole una risposta più puntuale al suo inutile commento si faccia riconoscere e dica quali sono i passaggi che le hanno fatto dire quel che ha detto.
    Saluti Pietro Acquafredda

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