Prima della passata estate il suo nome era noto a pochissimi, e sconosciuto ai più. Poi suo marito (compagno?), ricchissimo industriale malese, Francis Yeoh - già noto alla cronache per aver donato al teatro dell'Opera di Roma 1 milione di Euro, impegnandosi a farlo per alcuni anni e per questo assicurandosi un posto del consiglio di amministrazione della fondazione guidata da Fuortes, alla quale aveva già pagato un concerto a Caracalla( dove aveva esibito sua moglie accanto ad un caso ormai tragico del canto, José Carreras, concerti dal quale Fuortes sembrò, ipocritamente, prendere le distanze, mentre non avrebbe dovuto presentarlo sotto l'egida del teatro) - aveva inscenato con i suoi soldi un 'Concerto per la misericordia', facendosi dare il Foro Romano - nientemeno che il Foro - mentre più che un concerto era una passerella per la cantante e moglie Carly Paoli, che cambiò dieci vestiti e cento gioielli ed interpretò brani del repertorio più comune, duettando anche con altri. Insomma della serie: io pago e faccio come mi pare. Si può definire una vergogna quello che era stato presentato come un concerto per il Giubileo della Misericordia - in prima fila anche Franceschini che naturalmente non poteva rendersi conto della grossolana operazione, troppo difficile per lui? Sì, una vergognosa messinscena in uno dei luoghi sacri della storia mondiale.
Ora la Paoli torna in pista e chissà che anche in questo caso suo marito non sarà munifico sponsor della manifestazione. Canterà nel celebre festival di Capri ideato da Pascal Vicedomini, ( per il Corriere, sempre esgeraoo:" passaggio obbligato per gli Oscar", calma ragazzi!) dove canterà- cosa? - naturalmente i temi dei film più popolari, come aveva fatto anche al Foro romano, e come ha fatto nei giorni scorsi con un altra orchestra (Roma sinfonietta) che lavora spesso in sala di registrazione per i film e che, basta pagarla, fa qualunque cosa.
Intendiamoci la Paoli canta anche bene i temi di film, forse non farebbe altrettanto con le opere. Resta comunque nella nostra testa un tarlo, anzi una convinzione, e cioè che il ricco thailandese miri a far scritturare sua moglie nei teatri o presso le istituzioni verso le quali si mostra munifico amante della musica. Disinteressato? Non proprio. E non riuscendoci finanzia in tutto per tutto concerti con lei protagonista.
Gli sponsor come dice Pereira ci sono e sono preziosi, ma non si deve calare la braghe di fronte ad essi. Allora che chiedano molto di più se devono svendere teatri e istituzioni.
Racconto un storia, certo piccola anzi minima, di fronte a quella che ho appena detto. del ricchissimo 'pirata' malese. Negli anni in cui dirigevo Piano Time, una signora venne a chiedermi la copertina della rivista, sulla quale voleva che un mese comparisse un bravo- veramente bravo - pianista del quale si professava vestale fedelissima. le dissi che non c'era nessuna ragione perché io lo mettessi in copertina, e che lo avrei fatto quando si fosse presentata una occasione adeguata.
Lei incalzò: e se te la pago? Allora sì. ma la copertina di Piano Time- che non è una rivista qualunque, anzi era la rivista musicale più importante dell'epoca- costa 20 milioni di lire.
La cifra scoraggio la propositrice, che non tornò più in seguito all'attacco con quella proposta indecente.
Insomma se uno si deve far pagare per qualcosa, deve farsi pagare bene, altrimenti non vale la pena.
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