Una notizia sugli stipendi nella UE ci ha sorpresi: un operaio tedesco ha il salario di ingresso di 37.000 Euro circa l'anno, e quello italiano poco più di 20.000 Euro. Ma la cosa più sorprendente, non contenuta in quella notizia, ve la diamo noi, e ci riguarda direttamente. Il nostro salario di uscita, a fine lavoro, dopo 40 anni di servizio, come professore prima di Liceo e poi di Conservatorio, era di 40.000 Euro circa l'anno.
Insomma noi, a fine carriera, dopo 40 anni di servizio, guadagnavamo quello che un operaio tedesco guadagna ad inizio di carriera. E fin qui - non era un mistero che i salari in Italia sono fra i più bassi d'Europa - tutto normale.
Il problema, però, investe anche le pensioni che, nonostante siano il frutto di accantonamenti fatti nel corso del lavoro, vengono tassati come fossero un reddito qualunque. La qual cosa spiega anche l'esodo di molti pensionati in altre nazioni, dove la tassazione sulle pensioni è nettamente inferiore a quella italiana e perciò più favorevole che in Italia al povero pensionato.
Quella stessa ricerca alla base della notizia, faceva sapere che chi ha la pensione vive meglio di chi non ce l'ha. Certamente.Vive!
Chi invece pensa in tempo alla sua pensione futura sono i sindacalisti che lavorano 'per i lavoratori', distaccati ( per 'incarico sindacale') dai rispettivi servizi di titolarità. Il caso di Bonanni ha fatto scuola: negli ultimi anni ha quintuplicato il suo stipendio, e, di conseguenza, la pensione, passando da 70.000 Euro circa l'anno ad oltre 330.000 Euro, e portando la sua pensione - lui che al principio faceva l'operaio - a quasi 6.000 Euro netti mensili.
Ora la Corte dei Conti ha detto basta. A cominciare dai sindacalisti, i superstipendi con il trucco devono essere ricalcolati e pure le pensioni.
E poi c'è il caso di quella signora che volendo allattare suo figlio in un Museo bolognese, si è vista messa alla porta perché in quei luoghi, da dove escono le opere d'arte per disattenzione dei custodi - non può entrare nessun alimento, sotto l'occhio vigile dei custodi. La signora evidentemente non allattava al seno ma con un biberon; perché forse il latte materno non sarebbe stato considerato un alimento introdotto furtivamente nel Museo. Possiamo sperare che nella rossa Bologna ci sia almeno uno che vada a dire in faccia a quel custode che è un idiota?
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