Ieri mentre ascoltavamo Roberto Napoletano, direttore del Sole 24 Ore, interrogare, incalzandolo, il ministro Franceschini, più d'una volta abbiamo dovuto ricacciar indietro un cattivo pensiero che veniva sempre a tormentarci. Quale? Il seguente: può il direttore di una impresa di comunicazione come Napoletano, da anni alla guida del gruppo di Confindustria, accusato dai suoi giornalisti di aver portato sull'orlo del fallimento l'impresa e perciò sfiduciato quasi con un plebiscito dai suoi stessi redattori, può - dicevamo a noi stessi - parlare della 'economia - nuova o vecchia che sia, tanto più se nuova- dell'arte e della musica? Mentre l'impresa rovinava dove era l'esperto di economia? La pensano così anche i suoi stessi giornalisti che visto licenziato il direttore del personale hanno detto chiaramente che da licenziare era Napoletano.
E la risposta, l'unica che riuscivamo a darci per scacciare quel cattivo pensiero, era che non poteva, proprio lui che è stato ritenuto artefice del disastro economico del 'Sole' ergersi a giudice nel difficile equilibrio che occorre assolutamente trovare, fra 'economia e cultura'.
Fosse sostenibile la nostra tesi, dovremmo dirci anche che un economista, o giornalista che si occupa di economia, se fa fallire la sua impresa, dovrebbe tacere per sempre e cambiare mestiere. E, invece, così non è. Perchè Napoletano ha sì razzolato male, anzi malissimo - il buco del 'Sole' è grande quanto una voragine! - però come non riconoscergli che può, nonostante tutto, predicare ancora bene?
Qualche dubbio l'abbiamo ancora da lettore 'domenicale' del 'Sole'. Perché non riusciamo a capire come abbia fatto a mandare gambe all'aria il giornale, se:
-la domenica il 'Sole' costa come due quotidiani in uno, Euro 2,50 (nessun altro quotidiano costa altrettanto, ad eccezione di 'Repubblica' che però ti dà insieme un settimanale vero, 'L'Espresso' , nel tentativo di rilanciarlo. Neppure il Corriere che pure ha un inserto culturale ' La lettura', ma che costa appena 50 cent. più del prezzo del giornale, in tutto 2.00 Euro;
-la domenica per oltre un anno, il 'Sole' di Napoletano ci ha COSTRETTI ad acquistare il quotidiano con un racconto breve della grande letteratura. il cui acquisto non era facoltativo, al prezzo di Euro 2.50. La cosa ci infastidì al punto che gli scrivemmo una lettera ( mail, chiaro) per lamentarcene - ma non sappiamo se l'abbia mai ricevuta, perché in tutti i mesi lo leggevamo in continuo viaggio su e giù per l'Italia.
Ora, alle notizie sul deficit del 'Sole', ci siamo detti: non sarà che quei viaggi, costosissimi per l'azienda, sono stati una concausa del 'buco'? O che Napoletano, intento a girare per l'Italia per ficcare il naso nelle cose di tutti, ha distolto l'attenzione da 'casa' sua', mandandola gambe all'aria?
O che, infine, abbia sempre ben pagato i suoi superspecializzati giornalisti della settimana e domenicali, non pensando che forse la sua 'larghezza' di spesa avrebbe potuto portare un giorno a una 'restrizione' del personale, a licenziare quei suoi giornalisti?
Dobbiamo confessare che una risposta soddisfacente al nostro cattivo pensiero non siamo riusciti a trovarla. E allora, per distrarre la nostra attenzione, proviamo a fare una domanda a quel Franceschini 'mezzodisastro' che ieri a Roma, cantava vittoria su tutta la linea anche per l'accorpamneto delle sovrintendenze, e l'autonomia dei grandi complessi museali ed archeologici.
A proposito dei quali, Franceschini che ha cantato la raggiunta autonomia per questi monumenti, dovrebbe spiegare come mai nelle passate settimane sui giornali s'è letto dell'incomprensibile pretesa del Ministero - alla faccia dell'autonomia - di gestire i soldi dei biglietti del Colosseo (qualche milione di Euro!). Ma non era autonomo?
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