Non facciamone comunque una questione di età, perché l'età non conta, sebbene essere chiamati a dirigere quel concerto significhi la consacrazione mondiale. L'età diventa un fattore non più irrilevante quando a dirigere il Concerto viennese - da più di dieci anni scalzato e superato, in fatto di ascolti, da quello di Venezia che ha preso il posto dell'altro su Rai 1, il 1° di gennaio - viene chiamato un giovanissimo direttore di appena trentasei anni, Gustavo Dudamel, mentre anche il fondatore di quel concerto cominciò che di anni ne aveva quarantacinque, Boskowsky.
Da allora, a dirigere il Concerto di Capodanno di Vienna sono passati tutti i grandi nomi della direzione mondiale, ma tutti in età più che adulta (fra cui Abbado, Mehta, Baremboim, Muti e altri...) compreso Karajan che di anni, al suo debutto a Vienna, ne aveva più di ottanta, ottantuno per la precisione.
L'arrivo di Dudamel fa notizia perché è il più giovane di sempre. Meno notizia forse farà all'indomani, perché non è che in certi repertori il direttore venezuelano abbia fatto faville negli ultimi anni, se pensiamo alle sue presenze scaligere con l'opera poco apprezzate.
Per il pubblico andrà bene comunque, perché la gioventù ed i primati nei vari campi contano molto, più del dovuto. Per la storia assai meno.
Se Dudamel sarà il più giovane direttore a salire sul podio dei Wiener per il Capodanno 2017, il più vecchio è stato Georges Pretre che, per la prima volta, ha diretto il Concerto da Vienna nel 2008, alla veneranda età di 84 anni; ed una seconda, appena due anni dopo, quando di anni ne aveva 86. E dire che Vienna, dopo Parigi, è stata per Pretre direttore, una seconda patria.
Vi raccontiamo come è andata la storia, per conoscenza diretta. Fin dalla prima edizione (2004) ci siamo occupati del Concerto di Capodanno da Venezia, come consulente artistico, relativamente al programma, curando che la sua conformazione avesse determinate caratteristiche adatte a quel concerto 'televisivo': brani conosciuti, per orchestra, corali e con solisti, brani di breve durata e di caratteristiche musicali sempre diverse, continuamente alternati e prevalentemente attinti dal repertorio del nostro melodramma con due pezzi d'obbligo finali: va pensiero e brindisi dalla Traviata. Un format che avremmo potuto depositare alla SIAE, ma non l'abbiamo fatto)). Pochi elementi che ne hanno segnato il grande successo che tuttora dura, anche se un pò ridimensionato, dopo il nostro abbandono.
Quegli stessi anni collaboravamo, in qualità di critico musicale al quotidiano 'Il Giornale', per il quale facemmo al direttore francese, in occasione della sua venuta a Venezia, una lunga intervista.
Durante la quale raccogliemmo il suo disappunto per quel che lui definì una specie di 'tradimento' da parte dei Viennesi che gli avevano sempre dimostrato affetto e stima. Lo avrebbero tradito, a suo dire, perché mai lo avevano invitato a dirigere il Concerto di capodanno. Quel grido di dolore fu subito raccolto da Vienna che per l'anno successivo (2008) lo invitò. Nel 2009, Pretre tornò nuovamente a Venezia e quando gli facemmo notare che lui doveva al Concerto veneziano ( e appena appena anche a noi) se aveva diretto, a 84 anni, la prima volta a Vienna, lui non raccolse, fece finta di dimenticare quanto aveva dichiarato l'anno precedente a noi. Senonchè per ripagarlo di quella lunghissima assenza, una seconda volta Vienna lo invitò a dirigere il Concerto di Capodanno, nel 2010.
Ora dopo Pretre, il più vecchio a dirigere il Capodanno viennese, arriva Dudamel , il più giovane, ma non è detto che sarà il migliore, perchè il più giovane.
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