Dieci anni fa il nostro grande direttore aveva fatto il suo pellegrinaggio in Israele, per finire sul podio della Israel Philharmonic Orchestra, in una ricorrenza toscaniniana che coincideva con una seconda, quella del concerto fondativo dell'Orchestra della Palestina, come allora si chiamava, ad opera di Toscanini, del quale non senza ragione Muti si ritiene l'erede artistico, avendo ricevuto l'insegnamento del grande direttore da Antonino Votto, suo maestro, che di Toscanini era stato assistente ed allievo.
Allora Muti diresse un programma che pescava in quello stesso, ma d'altri tempi, diretto da Toscanini.
Ora, attraverso un lungo articolo scritto per il 'Corriere', Muti annuncia la sua nuova trasferta in Israele, al ricorrere degli ottant'anni della fondazione dell'orchestra (dieci anni fa, con il precedente concerto, celebrava anche i settanta dalla fondazione).
Muti ricorda le manifestazioni di stima per Toscanini, a causa della sua opposizione ai regimi fascista e nazista, e l'apprezzamento di quel gesto nobilissimo che gli meritò applausi dal mondo intero. E dichiara che rifarà lo stesso curioso programma che fece Toscanini in quel concerto inaugurale.
Apertura con una sinfonia rossiniana( La scala di seta); poi la 'Seconda' di Brahms, a seguire l''Incompiuta' di Schubert, e due brani dalle musiche di scena di Mendelssohn per il 'Sogno' di Shakespeare, e, di Weber, l'ouverture da 'Oberon'. Un programma che una sua logica architettonica l'ha sicuramente: si inizia con un preambolo, Rossini, che prepara alla grande più complessa sinfonia brahmsiana, poi, di Schubert ancora una sinfonia che suscita grande riflessione , e dopo, lenta necessaria decantazione, con due altri brani più 'leggeri', si potrebbe dire, prima di terminare.
Chissà quali critiche meriterebe un simile programma se fosse fatto oggi (del resto, in un'altra occasione celebrativa, un programma costruito sulla medesima falsariga di quello toscaniniano critiche sonore se le meritò negli anni scorsi, dunque...).
Una noticina, infine. Non necessaria, ma almeno utile. Del Comitato internazionale ( ?)'Viva Toscanini', messo in piedi dieci anni fa, neppure l'ombra. Sparizione ampiamente prevedibile, anche per l' improbabile anomala composizione del comitato sorto per onorare un grande musicista e direttore d'orchestra, e che non contemplava la presenza di un solo vero direttore. E, infatti, Muti non figurava fra i suoi componenti.
P.S. Sul sito di detto Comitato, a proposito del concerto di Muti in Israele del prossimo 20 dicembre, di cui si dà notizia (almeno la notizia, data la sua estraneità all'avvenimento), si legge che il Comitato è FELICE. E a chi dubitava della sua esistenza, il Comitato fa sapere che sta preparando le celebrazioni toscaniniane del prossimo anno.
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