martedì 21 gennaio 2025

Terme di Caracalla e Basilica di Massenzio per il festival estivo dell'Opera che accoglie anche il 'sacro', in occasione del Giubileo. Ideazione di Damiano Michieletto (Rai News.it, di Nicola Iannello). Nostro commento

 


Opera, musica sacra, musical, danza, concerti e incontri. Caracalla Festival 2025 presenta un’offerta ampia e varia in un anno particolare per Roma. In occasione del Giubileo, il Teatro dell’Opera della Capitale affida la sua rassegna estiva a Damiano Michieletto, per costruire un cartellone tanto innovativo quanto capace di dialogare con l’enorme eterogeneità di pubblico che un anno come quello giubilare porta nella Città eterna. Tante le novità in programma, a partire dalle sedi del Festival: alle tradizionali Terme di Caracalla, infatti, per la prima volta viene affiancata la Basilica di Massenzio, la più grande basilica civile del centro monumentale di Roma, costruita all’inizio del IV secolo.
Dal 29 giugno al 7 agosto si snoda la proposta del Caracalla Festival 2025, intitolato “Tra sacro e umano”. Quattro le nuove produzioni, tanta danza e un’offerta di musica pop che precede il cartellone curato da Michieletto: i concerti iniziano già da martedì 3 giugno. Tra le prime conferme nomi come Antonello Venditti, Fiorella Mannoia, Giovanni Allevi e Alessandra Amoroso.

Damiano Michieletto a Caracalla
Damiano Michieletto a Caracalla (Fabrizio Sansoni)
 16/01/2025

«Costruendo la proposta artistica del Festival – dice Damiano Michieletto – ho voluto tenere particolarmente in conto la contingenza che vive la Città di Roma nell’anno del Giubileo, dialogando con questo speciale appuntamento. I temi della spiritualità e della riconciliazione mi stanno molto a cuore, per questo ho creato un percorso che abbiamo intitolato “Tra sacro e umano”, con lavori artistici attinenti questi aspetti così peculiari della nostra esistenza. Una proposta che tiene certamente conto della platea estiva romana, ma che cerca di allargare i confini e ampliarsi, a partire dai luoghi. Apriamo infatti un secondo palcoscenico, quello della Basilica di Massenzio, di dimensioni diverse, più raccolte, da mettere in dialogo con le Terme di Caracalla».

Inaugurazione con Vito Mancuso e i Madrigali di Orlando di Lasso
Il Festival si apre domenica 29 giugno, giorno dei SS. Pietro e Paolo, festa patronale della Città di Roma. La serata inaugurale, in programma alla Basilica di Massenzio e intitolata “La gioia interiore”, vede protagonista il teologo e comunicatore Vito Mancuso, che propone una riflessione sul tema della riconciliazione e sull’importanza di riuscire a coltivare una forma di spiritualità. A questa si affianca l’esecuzione del ciclo di madrigali per sette voci Lagrime di San Pietro di Orlando di Lasso, testamento del compositore che lo terminò nel 1594, poche settimane prima della morte, dedicandolo a Papa Clemente VIII. Un appuntamento che alterna riflessione spirituale e musica, e vuol essere un segno di accoglienza e dialogo nei confronti dei pellegrini e del Giubileo. Interventi in live electronics del compositore Vittorio Montalti.


La Resurrezione di Händel secondo Ilaria Lanzino
Il primo appuntamento con il teatro musicale è martedì 1° luglio a Massenzio con il più romano degli oratori di Händel: La Resurrezione. Il compositore era a Roma nel 1708 quando ricevette la commissione di un grande Oratorio sacro per la Pasqua da parte del marchese Francesco Maria Marescotti Ruspoli, che lo volle fin da subito eseguire nella forma di una grandiosa messa in scena nel suo palazzo. Il tema affrontato è altamente simbolico: l’azione si svolge tra il Venerdì Santo e la Pasqua, e alterna gli scontri tra Lucifero e l’Angelo con le profonde meditazioni di Maria Maddalena, Maria di Cleofe e San Giovanni Evangelista. Nata a Pisa, Lanzino è al suo debutto in Italia, dopo essersi formata e aver lavorato molto all’estero, soprattutto in Germania, dove insegna Dramma all’Università di Musica di Würzburg. La direzione musicale è affidata a uno specialista del repertorio barocco come George Petrou. Protagonisti sul palco sono Sara Blanch (Angelo), Ana Maria Labin (Maddalena), Teresa Iervolino (Cleofe), Charles Workman (San Giovanni) e Giorgio Caoduro (Lucifero). Repliche il 2, 4 e 5 luglio.



West Side Story diretto da Mariotti
Nell’estate del 2022 Damiano Michieletto ha realizzato per il Caracalla Festival un’apprezzata edizione di Mass di Leonard Bernstein. Proprio allora, è nata l’idea di affidargli un nuovo allestimento del più celebre musical del compositore americano: West Side Story. Sabato 5 luglio arriva quindi sulle scene delle Terme di Caracalla il nuovo spettacolo, con il Direttore musicale della Fondazione capitolina Michele Mariotti sul podio, le scene di Paolo Fantin, i costumi di Carla Teti, le luci di Alessandro Carletti e le coreografie di Sasha Riva e Simone Repele. Protagonista un cast internazionale che mescola artisti americani con eccellenze del musical italiano e vede Sofia Caselli nel ruolo di Maria e Marek Zurowski in quello di Tony. Repliche il 9, 10, 13 e 17 luglio.


Corinne Winters sarà La traviata
Uno sguardo femminile sulla storia di una delle più celebri donne dell’opera. È La traviata di Verdi affidata alla regista slovacca Sláva Daubnerová, in programma a Caracalla da sabato 19 luglio. Regista e performer, pioniera del teatro sperimentale slovacco e attiva in tutta Europa, Daubnerová porta per la prima volta in Italia il suo linguaggio potente e autonomo. Sul podio è impegnato Francesco Lanzillotta, protagonista di successo nelle ultime stagioni capitoline, mentre sul palco nei panni di Violetta sale un’artista come Corinne Winters, già apprezzata a Roma come Madama Butterfly, Káťa Kabanová e Blanche nei Dialogues des Carmélites. Accanto a lei il tenore Piotr Buszewski (Alfredo) e l’eclettico baritono Luca Micheletti (Germont). Il Coro del Teatro è diretto da Ciro Visco. In scena anche il Corpo di Ballo diretto da
Eleonora Abbagnato. Repliche il 23, 27 luglio e l’1, 2 e 3 agosto.


Un Don Giovanni per Barkhatov e Frontali
 Andato in scena una sola volta nelle stagioni estive dell’Opera di Roma, nel 2002 in Piazza del Popolo, il Don Giovanni di Mozart arriva domenica 20 luglio nella cornice della Basilica di Massenzio, affidato allo sguardo innovativo e “incendiario” di Vasily Barkhatov, al suo debutto a Roma. La sua interpretazione di uno degli archetipi della cultura occidentale, volta a combinare tradizione e stupore, trova l’ideale complice nel baritono Roberto Frontali, che, al culmine della sua carriera, affronta per la prima volta il ruolo di Don Giovanni. Direzione musicale affidata ad Alessandro Cadario, direttore in ascesa e cresciuto anche nelle ultime stagioni dell’Opera di Roma. Grandi protagonisti nel resto del cast, con Vito Priante come Leporello, Nadja Mchantaf nei panni di Donna Anna, Carmela Remigio in quelli di Donna Elvira e Anthony León come Don Ottavio. Il Coro del Teatro è diretto da Ciro Visco. Repliche il 22, 24 e 25 luglio.


Torna ‘Roberto Bolle and Friends 
Anche quest’anno torna la tradizionale serata di Roberto Bolle and Friends, a Caracalla per due appuntamenti: il 15 e 16 luglio. Le terme romane sono infatti una tappa imprescindibile dei tour dell’artista dal 2011. La serata è, come sempre, un viaggio nel repertorio classico e contemporaneo del balletto, in cui Bolle è accompagnato da grandi stelle internazionali.


Prima volta di una compagnia italiana per Stravinskij/Bausch
Nella prospettiva di un sempre maggiore sviluppo artistico del Corpo di Ballo della Fondazione capitolina, diretto da Eleonora Abbagnato, il 30 e il 31 luglio a Caracalla i danzatori del teatro affrontano uno dei capisaldi della storia della danza contemporanea: Le Sacre du printemps di Stravinskij nella celebre coreografia ideata da Pina Bausch nel 1975, che proprio quest’anno compie cinquant’anni. Per la prima volta una compagnia del nostro Paese si confronta con uno dei maggiori lasciti artistici della grande coreografa tedesca, cui viene affiancato un altro capolavoro come il Bolero di Ravel nella versione realizzata nel 1961 da Maurice, che si rifà all’idea originale del pezzo. Guest star Friedemann Vogel, che torna a Caracalla dopo il successo della Nuit romaine del 2024. Protagonista anche l’Orchestra dell’Opera di Roma diretta da Ido Arad. A questi due si aggiunge un altro titolo contemporaneo entrato nel repertorio della Compagnia nella stagione 2022/23: Within the Golden Hour di Christopher Wheeldon. Balletto in un atto, considerato una delle migliori creazioni del coreografo britannico, è una poesia per quattordici danzatori sulla partitura per archi composta da Ezio Bosso.
 
La passione senza confini di Osvaldo Golijov
Il Caracalla Festival 2025 si chiude con un brano sacro, La Pasión según San Marcos del compositore argentino Osvaldo Golijov, in programma al Teatro delle terme romane giovedì 7 agosto. La serata è una sintesi dei temi toccati nei vari appuntamenti in cartellone: sacro e umano, innovazione e tradizione, superamento del dualismo tra cultura “alta” e popolare. Golijov ricevette la commissione di questa Pasión per commemorare il 250° anniversario della morte di Bach.
Nel 2000 il brano vide la luce a Stoccarda, accolto da un enorme successo. A dar corpo allo spirito di questa musica è chiamato il venezuelano Diego Matheuz, già interprete a Caracalla di Mass di Bernstein nel 2022, a capo delle masse artistiche dell’Opera di Roma, con il Coro diretto da Ciro Visco, cui si uniscono musicisti sudamericani e provenienti da culture diverse.


COMMENTO

Damiano Michieletto dove sta? dovremo aspettare le regie con nomi nuovi al loro debutto italiano per scoprirlo? Avendo affidato l'Opera di Roma a lui  la direzione artistica del festival estivo nell'anno del Giubileo, era lecito attendersi qualcosa davvero innovativo, una qualche sorpresa. Non ci pare ve ne siano. Mentre invece tornano, a  dispetto del Giubileo, i concerti pop tanto cari alle ultime sovrintendenze dell'Opera che così potranno gonfiare i numeri delle presenze. Come temiamo abbiano fatto in passato, giacchè non hanno mai dato conto, a fine stagione delle presenze ai concerti pop e  quelle agli spettacoli più propriamente operistici . Questo ci fa pensare che neanche loro, i vari sovrintendenti, siano convinti della forza di attrazione che un festival d'opera ancora esercita.(Pietro Acquafredda) 


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