venerdì 24 gennaio 2025

Liliana Segre insultata sui social ( da Open,online, di Ugo Milano)

 

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«Liliana Segre è provata dagli insulti, ieri ha dovuto rinunciare a venire a un’iniziativa al Memoriale della Shoah». A dare la notizia a Repubblica è Roberto Jarach, presidente del Memoriale milanese, dopo che nei giorni scorsi la senatrice a vita era stata bersagliata sui social media da una valanga di commenti antisemiti sotto a un post che annunciava il film Liliana di Ruggero Gabbai. Segre avrebbe dovuto partecipare all’inaugurazione della mostra di Marcello Maloberti accanto alla Stazione Centrale di Milano, lì dove c’è ancora il Binario 21 da cui la 94enne venne deportata più di ottant’anni fa. La rinuncia è arrivata proprio all’ultimo minuto: «È stanca di questo clima di odio», ha spiegato Jarach. «Non se la sentiva, perché ha vissuto una giornata veramente incredibile».

Le rassicurazioni del figlio

«Non chiamatela senatrice», «squallido personaggio rappresentante di una razza violenta e bugiarda», «storia di una parassita». Insulti che si sommano a insulti e che hanno convinto la senatrice a vita a rinunciare alla visita. In ogni caso sarebbe stata un’eccezione al suo programma di comparse pubbliche, come ha specificato il figlio Luciano Belli Paci: «Il suo programma per questo mese della Memoria l’aveva fatto già mesi fa. A Milano era previsto solo l’evento del 6 febbraio al Binario 21». In Lombardia, in effetti, aveva annunciato la sua presenza solo per l’anniversario della sua liberazione dal campo di concentramento di Auschwitz. Dovrebbe invece andare a Roma per il 28 gennaio, dove sarà al fianco del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

La «stanchezza» di Liliana Segre

L’amarezza rimane ed è innegabile. Segre si dice «stanca», rinuncia a eventi a cui aveva sempre preso parte, dalle conferenze stampe alle inaugurazioni di mostre al Memoriale milanese fino alla prima del film Liliana. «Le parole sono pesanti, non bisogna abusarne come ormai è quasi abitudine», ha attaccato Jarach. «Bisogna evitare quelle espressioni d’odio che poi molto facilmente debordano in antisemitismo e che non fanno che creare ulteriori tensioni nella nostra società».

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