Ieri in Parlamento il ministro Piantedosi rispondendo alle interpellanze sul 'rimpatrio' forzato con aereo di stato , in Libia del carceriere e torturatore di migranti, gen. Almasri, arrestato sabato e espatriato martedì, ha sorpreso tutti affermando, senza pudore, a fra lo stupore generale che il generale, 'essendo tipo pericoloso, è stato rimpatriato immediatamente, costituendo un pericolo per l'Italia.
Cioè, gli hanno fatto notare, un tipo pericoloso invece di essere assicurato alla giustizia, rinchiuso in un carcere di massima sicurezza, viene rimpatriato con tutti gli onori, con un volo su aereo di stato?
Il quotidiano Il Foglio, a seguito del rimpatrio ha rivelato che il torturatore libico era in Europa da due settimane, in un 'viaggio di piacere' - come premio per le torture perpetrate a danno dei poveri disgraziati, aspiranti migranti, detenuti nelle carceri di quel paese?-muovendosi fra Gran Bretagna, Belgio, Germania, Italia. Viene fermato e identificato in diverse circostanze ma lasciato libero fino al suo arresto di sabato a Torino, dove si era fermato per assistere ad una partita di calcio, dove viene identificato ed arrestato per mandato della Corte penale internazionale.
Perchè, ci si è chiesti, il mandato arriva dopo tanti giorni, e in Italia?
Il ministro Tajani, stella della nostra diplomazia, ad una giornalista che gli chiedeva conto dell'accaduto, ha detto: non è che ciò che dice la Corte penale internazionale... sia la verità ( mette in dubbio l'essenza stessa del tribunale internazionale ed il suo ambito di azione? oppure mette in dubbio anche il fatto che Almasri sia il ben noto torturatore che tutti sanno, tranne lui? Imbarazzanti le dichiarazione di Tajani); l'Italia è un paese sovrano e decide (riferendosi al rimpatrio) la sua politica.
A noi è venuto un cattivo pensiero, anche alla luce del recente scambio di prigionieri fra Italia e Iran, dove però la nostra Cecilia Sala era innocente e la colpevolezza dell'ingegnere iraniano Abedini era ancora da dimostrare, pur con il mandato di arresto emesso dagli USA.
La differenza fra quello scambio di prigionieri, e quello di Almasri, senza apparente scambio 'di favori' è invece coperto da silenzio inquietante. Non sarà che il suo rimpatrio, con tutti gli onori, in patria, faccia parte del cosiddetto 'Piano Mattei', tanto strombazzato dall'attuale Governo e dalla Premier e che, viene il sospetto, il suo immediato rilascio e rimpatrio sia stato chiesto dal governo di quel paese africano, in cambio di promesse 'da marinaio', di allentare la pressione migratoria sui confini marittimi italiani?
Ci tocca constatare a tal proposito che, a dispetto del 'Piano Mattei' della Premier, lo sbarco di migranti dalle coste africane e da quei paesi che la Premier ha foraggiato sperando in un aiuto, continua. E che, temendo la vendetta di una nuova ondata di flussi migratori ( che non sono mai cessati, sia chiaro anche questo) il nostro Governo non si sia fatto pregare due volte e abbia rispedito, ma con aereo di stato, in Libia, il generale carceriere, torturatore e stupratore acclamato.
Ieri, nel corso del suo telegiornale, Enrico Mentana, riferendosi al 'caso Almasri' e alle risposte insoddisfacenti del ministro dell'Interno, ha sottolineato i molti punti oscuri dell'accaduto, sui quali - si è augurato - si farà luce il prima possibile.
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