mercoledì 15 gennaio 2025

Fondazioni liriche vacanti o quasi. Avanza la Destra e 'impone' i fedelissimi. E' il turno di Carusi ( finalmente lascerà il Conservatorio dell'Aquila che governa sempre 'da remoto') e poi anche della bella scarsa direttrice, Beatrice Venezi

Dopo Venezia, anche la casella di Cagliari è destinata a liberarsi. Ma pare già ipotecata da un musicista vicino al governo, se possibile ancor più targato: in pole per volare sull’isola c’è infatti il pianista Nazzareno Carusi. Attualmente nel Cda della Scala su indicazione della Regione Lombardia, ma soprattutto ex responsabile Cultura di FI in Abruzzo e presidente del Cda del Conservatorio dell'Aquila, ma attivo sempre 'da remoto'.

 

Quando fu designato, nel novembre 2020, venne addirittura ringraziato da Silvio Berlusconi in persona, che dettò alle agenzie una lunga dichiarazione in cui citava tutti i “padrini” dell’operazione: da Fedele Confalonieri a Gianni Letta.

 

Nazzareno Carusi

E non è tutto. Entro i primi mesi del 2025 arriveranno a scadenza i vertici del San Carlo di Napoli, del Petruzzelli di Bari, del Massimo di Palermo, dell’Opera di Roma. Quattro fondazioni in totale. Un bottino su cui la destra ha messo gli occhi. Per fortuna che a Palermo si sono accordati sulla riconferma di Marco Betta, e l'Accademia di Santa Cecilia, foprte della sua autonomia, ha già provveduto a  nominare il successore di Michele dall'Ongaro, da febbraio.

 

E poi c'è  un altro  nome in cima alla lista da tempo: Beatrice Venezi, il direttore d’orchestra – guai a chiamarla direttrice, s’offende – che è abilissima nel cavalcare l’onda che prima o poi la porterà sulla cresta di un teatro lirico nazionale. E sarà la fine!

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