sabato 25 gennaio 2025

Saviano sul caso Almasri: Italia ricattata dalla mafia libica (Baritalia News. di Emanuele Larocca)

 

L’accusa di Roberto Saviano sul caso Almasri, “L’Italia ricattata dalla mafia libica, per questo lo ha liberato”

Il rilascio di Haim Usama Almasri Habash, leader della milizia Rada e accusato di crimini di guerra, solleva interrogativi sull’efficacia e la trasparenza delle istituzioni italiane.

Chi è Almasri e perché era ricercato

Haim Usama Almasri Habash, noto semplicemente come Almasri, è considerato dalla Corte Penale Internazionale dell’Aia responsabile di crimini di guerra, torture e gravi abusi umanitari. A capo della milizia islamista Rada, gestisce la famigerata prigione di Mitiga, descritta come un vero e proprio lager per migranti, luogo di torture, stupri ed estorsioni.

Arrestato a Torino mentre si trovava in Italia per assistere a una partita di calcio tra Juventus e Milan, Almasri è stato liberato nel giro di 48 ore e fatto rientrare a Tripoli con un volo a spese dello Stato italiano. La sua accoglienza in Libia è stata quella riservata a un leader: cori, fumogeni e centinaia di sostenitori.

L’arresto e il rilascio: cosa è successo

Secondo le ricostruzioni, Almasri era ricercato dalla giustizia internazionale ma si muoveva liberamente in Europa. Il suo arresto non è stato immediatamente pubblicizzato, e la sua liberazione, avvenuta per un presunto vizio procedurale, ha sollevato dubbi sulla gestione del caso.

La Digos di Torino, responsabile dell’arresto, avrebbe commesso un errore formale nel comunicare la situazione al Ministero della Giustizia, che a sua volta non ha agito tempestivamente. Il ministro Carlo Nordio avrebbe potuto sanare la questione, ma il ritardo nel rispondere ha consentito la liberazione di Almasri.

Le accuse di Saviano: un accordo con la mafia libica

Lo scrittore Roberto Saviano, intervenendo sul caso, ha avanzato pesanti accuse nei confronti del governo italiano. Secondo lui, la liberazione di Almasri non sarebbe solo frutto di errori burocratici, ma il risultato di un tacito accordo tra le istituzioni italiane e la criminalità organizzata libica.

Saviano sostiene che il controllo delle rotte migratorie e degli interessi petroliferi in Libia rendano l’Italia ricattabile da figure come Almasri: “Per ogni giorno di carcere di Almasri, le sue milizie avrebbero potuto rilasciare centinaia di migranti per farli sbarcare in Italia o ostacolare l’estrazione petrolifera italiana.”

Un paradosso nella gestione dell’immigrazione

La vicenda mette in luce un apparente paradosso: mentre il governo italiano si dichiara impegnato a combattere il traffico di esseri umani, le sue azioni sembrano favorire indirettamente chi ne trae profitto. “Le navi delle ONG che salvano vite vengono perseguitate, mentre chi specula sulla sofferenza viene liberato e ricompensato,” afferma Saviano.

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