Il profumo della carta e dell’inchiostro. Il piacere di sfogliare. Di leggere senza dover cliccare. "Dobbiamo darci da fare, tutti, perché le edicole non spariscano". A dirlo è Andrea Ambrosoli, amministratore delegato di Herbamelle Milano Srl e azionista di Ambrosoli, l’azienda di famiglia, leader nella produzione e commercializzazione di miele e caramelle, che ha scritto la sua riflessione in un messaggio su Linkedin.
Lo spunto è stata un’esperienza da lei vissuta?
"Sì. Sabato stavo andando verso un bar per fare colazione, sono passato davanti a un’edicola e, come se fosse stata una pasticceria, ho percepito un profumo di carta e inchiostro, quegli odori che a volte ti riportano indietro nel tempo... Non ho resistito".
E cosa ha fatto?
"Ho comprato due quotidiani. E li ho portati al bar, per leggere al tavolino notizie sulla carta e non sul telefonino come faccio di solito. È stata una colazione fantastica, così poco è bastato per riscoprire un piacere perduto. Non ricordavo più la sensazione di leggere senza banner pubblicitari che si aprono all’improvviso e che bisogna chiudere per poter andare avanti. Insomma, ho vissuto davvero un’ora di pace. Con il cellulare spento".
Quali notizie hanno catturato la sua attenzione?
"Moltissime, ho letto un po’ di tutto, dalla cronaca alla politica allo sport. In particolare mi sono soffermato sulla tragedia di Valencia e sui disastri causati dal cambiamento climatico. Ma anche sulla cronaca locale. Vivo a Milano da 30 anni e ritengo sia cambiata molto. In peggio".
Cosa nota, in particolare?
"L’aumento di criminalità e anche la presenza di disperati. Vivo in zona Repubblica, a 500 metri dalla Stazione Centrale. E mi dispiace anche solo camminare in via Vittor Pisani, perché ci sono tante persone che dormono al freddo".
Evitare che le edicole chiudano è anche un modo per mantenere un presidio sociale?
"Certamente. Io penso che si possano trasformare, in modo che possano reggersi a livello economico, restando però un luogo di socialità e cultura (avevo scritto in passato un altro post su Linkedin). Sono un caposaldo della nostra società e non devono chiudere, come purtroppo sta succedendo. È vero che i giornali continuano a essere venduti per esempio nei supermercati, ma non è la stessa cosa. Non voglio demonizzare la tecnologia, ma sono convinto che il punto di partenza dell’informazione sia il giornale di carta, soprattutto perché sono “io” a scegliere e non un algoritmo".
Ha figli?
"Sì, uno di 13 anni. Legge soprattutto libri. Sarà difficile riesca a fargli aprire un giornale di carta. Ma ci proverò, magari cominciando dai fumetti".
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