(da Venezia Today)
Acque agitate al Teatro la Fenice di Venezia. Da 10 giorni ormai, da quando cioè, con un'interrogazione al sindaco (e presidente della Fondazione La Fenice) il consigliere comunale Marco Gasparinetti ha spostato sul piano politico e civico, locale, la ventilata nomina di Nicola Colabianchi, attuale sovrintendente del Teatro Lirico di Cagliari, a Sovrintendente del teatro veneziano.
Il sovrintendente, che per statuto viene nominato "dal Ministero su proposta del Consiglio di Indirizzo" (organo in cui il comune di Venezia esprime 3 dei 5 componenti) è in scadenza, con Fortunato Ortombina già destinato a La Scala di Milano. Il successore non è ancora stato designato, ma ormai da due settimane i giornali - locali e non - danno un nome sopra tutti: Nicola Colabianchi appunto. Musicista e docente del Conservatorio di Santa Cecilia a Roma nominato a Cagliari ai tempi del sindaco Paolo Truzzu (Fratelli d'Italia), prima commissario e direttore artistico al Teatro dell'Opera di Roma, nominato dal sindaco Gianni Alemanno. Una persona gradita al governo in carica, con un curriculum, ma anche con un'indagine in corso a Cagliari per alcune presunte anomalie sulla gestione del personale: i reati contestati sono abuso d'ufficio (nel frattempo depennato, non essendo più reato), truffa e falso. Tutto eventualmente da provare in sede processuale.
Una nomina però che non poteva non dividere, anche perché in questa forma appare calata dall'alto, e non nata dalle proposte del consiglio d'indirizzo veneziano.
L'interrogazione del Pd e le preoccupazioni Cgil
Rachele Scarpa, deputata veneta del Partito Democratico, il 6 novembre ha comunicato di aver presentato una interrogazione a risposta scritta al ministro Alessandro Giuli, in cui si chiede se «corrisponda al vero che il prossimo sovrintendente» della Fenice sarà appunto Colabianchi e «se si ritenga che i risultati fin qui ottenuti dal maestro Colabianchi siano adeguati per aspirare a ricoprire un ruolo così prestigioso al Teatro La Fenice, tra i più conosciuti Teatri d’Opera al mondo e con uno standing internazionale ampiamente riconosciuto, considerato anche il passato politico ambiguo di Colabianchi, legato -secondo quanto emerge anche da fonti di stampa - alle organizzazioni neofasciste eversive negli anni '70». Scarpa sottolinea anche che il successore avrebbe dovuto essere identificato con largo anticipo. E a Giuli, nell'interrogazione viene quindi chiesto se sia al corrente dei ritardi, nella nomina. Infine, Scarpa segnala a Giuli che «sul futuro del teatro risulta non essere stato coinvolto il Consiglio comunale con un dibattito aperto, vista l’importanza di questa prestigiosa Istituzione per la città di Venezia, e dal momento che il sindaco riveste il ruolo di presidente della Fondazione Teatro La Fenice».
Anche la Cgil di Venezia e la Slc del Veneto, premettendo che non spetta al sindacato proporre nomi, chiedono «con forza che la nomina del Sovrintendente della Fenice venga fatta mettendo al centro le competenze e non la logica spartitoria tra partiti - dichiarano Daniele Giordano, Segretario Generale Cgil Venezia e Nicola Atalmi, Segretario Generale Slc Veneto - Il balletto a cui stiamo assistendo, in cui si trasforma la nomina di una figura fondamentale per il prestigio della Fenice in una contesa politica, svilisce il ruolo autonomo delle istituzioni culturali e la funzione che dovrebbero svolgere. Al Sindaco Brugnaro e al Ministro Giuli chiediamo di fare presto, di avviare un percorso trasparente e chiaro, che ascolti anche il mondo del lavoro e la città, perché la Fenice deve tornare ad essere un luogo di produzione culturale che valorizza e non umilia le straordinaria professionalità presenti al suo interno» concludono Giordano e Atalmi.
Il contesto e il precedente veronese
La nomina arriva in un contesto già caldo, con tre scioperi proclamati tra agosto e novembre. L'attuale consiglio d'indirizzo è in scadenza, e questo può spiegare la poca fretta del ministro Giuli: il ministero sta anche preparando una riforma delle fondazioni lirico-sinfoniche, come La Fenice di Venezia, che dia più potere ai Cda e meno ai sindaci. Colabianchi oggi, in una serie di interviste sulla stampa locale, ha respinto ogni accusa e sottolineato la rilevanza del suo curriculum, pur senza prendere le distanze dalla militanza giovanile con collegamenti con formazioni eversive di estrema destra. Un imposizione di un Sovrintendente contro il parere del comune non sarebbe una novità assoluta: nel 2023 era accaduto all'Arena di Verona, con la riconferma di Cecilia Gasdia contro il parere dei tre rappresentati del Comune in consiglio d'Amministrazione.
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La Fenice si spacca sulla nomina di Colabianchi: «Giuli spieghi». Lui: «C'è tempo»
https://www.veneziatoday.it/attualita/fenice-si-spacca-nomina-colabianchi-giuli-spieghi.html
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