giovedì 14 novembre 2024

Giuli si comporta come se l'orrenda riforma - che mira principalmente ad occupare le poltrone da parte del governo in carica - preparata da Sangiuliano ma non ancora varata, fosse già in vigore

L'intento della vergognosa riforma di Sangiulinao ed ora del suo successore Giuli, fedelissimo delle sorelle Meloni, più fedele perfino di Sangiuliano, prevederebbe che il ministro  nomini, di fatto, il sovrintendente della Fondazione lirica.

 Detto così potrebbe apparire che  l'intento principale sia l'occupazione di posti di potere. Non solo sembra, ma è proprio così. Il ministero avanza il fatto che i contributi maggiori alle fondazioni vengono dal ministero ( non dal ministro; Giuli capisce l'italiano? Sono cioè fondi pubblici). E questo gli darebbe il diritto a mettere bocca sul governo delle fondazioni liriche, addirittura a indicare il sovrintendente, e non ad attendere l'indicazione del CdI- come accade fino ad oggi - per poi firmare - salvo  vengano ravvisati impedimenti gravissimi -  e dare giuridica attuazione alla sua  nomina.

La linea che la  schifosa riforma proporrebbe, per non farla troppo sporca, sarebbe quella di aumentare il numero dei componenti il CdI della fondazioni, assegnando la nomina di due dei componenti al Ministro, ai quali si aggiungerebbero i componenti di nomina comunale e regionale, in modo da dare nei fatti, quando il governo delle istituzioni  sul territorio sono della medesima parte politica, la maggioranza per l'indicazione del sovrintendente al ministro. Il quale facendo tintinnare i soldi nella borsa è in grado di  ricattare anche i consiglieri di minoranza.

 Ora non tutti i sindaci o Governatori, quali che essi siano, sono sordi all'odore dei soldi e perciò di fatto anche i sovrintendenti li nominerebbe il ministro in carica.

 E' già accaduto, come una sorta di prova generale della riforma schifosa, alla Scala, e se è accaduto alla Scala figuriamoci se non può accadere in altri teatri. 

 Al momento vanno nominati i Sovrintendenti di Venezia, Bari, Palermo, Cagliari e Genova. E nel giro di pochi mesi anche quelli di Napoli e Roma.

 Come a Venezia, le acque sono agitate anche a Bari. A Palermo, dove la riconferma di  Marco Betta, che sembrava cosa fatta, tarda ancora.

 A Genova, Orazi conta di restare per un secondo mandato.  Mentre a breve si comincerà a parlare di Napoli e Roma, dove Lissner è a fine mandato e Giambrone non può essere confermato per raggiunti limiti di età.

Ora il problema vero che  viene è che  le nomine avverranno con spostamenti di sovrintendenti attuali o precedenti, perchè un posto dove andare a prendere nuovi amministratori di enti culturali non esiste, e dunque le sostituzioni avvengono con una giostra su cui girano sempre gli stessi nomi. E il ricambio a quando? 

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