Non è da prendere sottogamba la proposta fatta ieri da Milena Gabanelli, nel suo 'Data Room', nel corso del Tg La7; far rientrare, cioè, in patria tutti i rampolli degli oligarchi russi che studiano nelle Università occidentali, i cui titoli di laurea esibiscono, una volta terminati gli studi, con orgoglio al momento in cui entrano, come i loro padri, a far parte della nomenklatura di Putin come di altri despoti che gli succederanno, nella speranza che a siano almeno un pò meno criminali di quello presente.
Milena Gabanelli aveva dedicato la sua rubrica settimanale sul Corriere della Sera a 'Tutti gli uomini di Putin' . Redigendola si è accorta che i figli di questo o quell'oligarca studiano ad Harvard o ad Oxford, a Stanford o al Mit di Boston. Studiano, e sono orgogliosi e felici di poterlo fare, nell'impero del male che per Putin è l'Occidente.
Tralasciamo naturalmente il rientro in patria di figli, mogli attuali od ex, amanti attuali od ex, degli stessi gerarchi. A tutti loro, dove è stato possibile, sono stati sequestrati i beni. Dove è possibile - abbiamo detto - perché mentre affamano il loro popolo, loro si godono da veri nababbi la vita in Occidente, appena possono, in ville, chalet, case o Yacht da mille e una notte, di cui magari hanno schermato la proprietà dietro società di comodo od off shore.
Milena Gabanelli proponeva che il rientro forzato in patria fosse circoscritto ai giovani che si formano nelle grandi istituzioni di studio e ricerca occidentali. Sarebbe già fortemente punitivo nei confronti dei loro padri.
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