I giovani musicisti dell'Orchestra Sinfonica Giovanile dell'Ucraina avevano lanciato un appello per tornare ad essere liberi di suonare e trasmettere la cultura ucraina: rispondendo a questo appello, i ragazzi di Radioimmaginaria, il network europeo degli adolescenti fra gli 11 e i 17 anni, nel pomeriggio di ieri hanno organizzato una videochiamata zoom con i 35 componenti dell'orchestra che hanno suonato l'inno ucraino e hanno dialogato tra loro.
L'orchestra è stata fondata sei anni fa da Oksana Lyniv, direttrice del Teatro Comunale di Bologna, ed è composta da musicisti che hanno dai 14 ai 22 anni. Alcuni di loro non sono riusciti a recuperare gli strumenti, sparsi in diverse città dell'Ucraina, a causa dell'attacco da parte delle forze militari russe.
Sono riusciti a collegarsi in un'unica chiamata su zoom, chi dalla propria cameretta, bunker o per strada, e hanno potuto raccontare come stanno vivendo questa situazione. Era la prima volta che i ragazzi dell'orchestra si vedevano dall'inizio della guerra e chi era in possesso di uno strumento ha deciso di suonare l'inno ucraino. Poi hanno cominciato a conversare tra loro e con i ragazzi italiani.
"La mattina del 24 febbraio - ha raccontato Timofei, 16 anni - mi sono svegliato con la notizia che nel mio Paese era iniziata una guerra, sono davvero sorpreso che ci sia spazio per una guerra nella società moderna del ventunesimo secolo". "È veramente spaventoso - ha detto Kateryna - vivere con la paura di farsi anche solamente una doccia, dormire con i vestiti addosso perché non sai quando le sirene inizieranno a suonare".
Gli speaker di Radioimmaginaria hanno deciso di lanciare come segno di vicinanza ai loro coetanei ucraini l'hashtag #play4ukraine, invitando chiunque sappia cantare o suonare uno strumento a pubblicare una storia taggando @youth_orchestra_of_ukraine e @onair_radioimmaginaria. (ANSA).
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