Quante volte questi musicisti presentando un capolavoro come il Fidelio di Beethoven si saranno lanciati nell'esaltazione di Leonora che per difendere chi ama da un dittatore sanguinario, si traveste e corre anche il rischio di finire in prigione anche Lei o addirittura di essere giustiziata.
E quante volte essi stessi si saranno messi nei panni della celebre eroina dicendo che avrebbero fatto anch'essi la stessa cosa, qualora si fossero trovati nelle medesime condizioni, vittime di una evidente ingiustizia che metteva a rischio la vita della persona che avevano più cara; o in quelli del protagonista del Fidelio che non tace contro l'oppressore, e per questo patisce la prigione dura.
Bene, tutti quei buoni propositi manifestati tante volte ed altrettante volte coltivati in privato, sono stati messi da parte, per difendere meschini interessi e privilegi personali.
Non si vuole obbligare degli artisti ad esprimere pubblicamente le loro opinioni politiche. Fosse solo questo si potrebbe convenire con la loro linea di difesa. No, non si tratta di questo.
Gergiev, Netrebko, Matsuev, Bashmet e altri musicisti non possono dimostrarsi più insensibili di tanti altri loro connazionali che di fronte alle mire espansionistiche del loro dittatore che ora, anche profittando del silenzio di tante 'signorine' come loro, che hanno a cuore le buone maniere ( i loro meschini privilegi), ha tolto la già tragica maschera del dittatore, rivelando il volto di criminale assassino, hanno capito che non potevano più tacere ed hanno parlato, accusato e per questo sono finiti in carcere ( ad oggi in Russia oltre 8000). Quel criminale delinquente ha fatto portare al posto di polizia anche dei bambini che con i loro genitori manifestavano contro la guerra fratricida.
Non basta, l'assassino russo ha alzato ancora di più il tiro. E' notizia di questa notte che il suo esercito di occupazione ha centrato la più grande centrale nucleare d'Europa, in Ucraina. Solo per un caso non è esplosa, producendo effetti devastanti che l'Ucraina e l'Europa tutta hanno conosciuto da un precedente incidente, avvenuto in quella nazione martoriata e che l'assassino e criminale dittatore ursso ha dichiarato anche ieri di voler assoggettare (distruggere, diciamo le cose come stanno) e che fino a quando non riuscirà nel suo intento non si fermerà.
Aspettate che faccia esplodere quella centrale, per parlare? O anche questo eccidio, minacciato dal vostro criminale amico, non vi toccherà?
Abbiamo letto ieri l'intervista che Valerio Cappelli ha fatto all'artista cinese Ai Weiwei, che sta preparando la sua regia di Turandot, all'Opera di Roma, che sarà diretta dall'ucraina Oksana Lyniv.
Dubitiamo che Cappelli abbia capito in un passaggio il pensiero dell'artista in esilio che ha conosciuto in patria, per le sue critiche al regime, il carcere. Come può Ai Weiwei sostenere la medesima tesi dei nostri musicisti, e cioè che non si può costringere un artista ad assumere pubblicamente posizione sulla politica del paese in cui si vive e su ciò che accade nel mondo e che non può non toccarci, come la guerra di occupazione e distruttiva di Putin nel cuore dell'Europa?
Gergiev, Netrebko, Spivakov non hanno più scuse, devono dissociarsi ed anzi condannare il dittatore criminale. I vantaggi che derivano loro dal non farlo sono meschini, e per questo il loro silenzio non è più tollerabile, è vergognoso.
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