Intanto, per non darsi troppe arie, e nello stesso tempo per non essere accusato di imitazioni, ha deciso che quel ciclo di trasmissioni sulla musica che prenderanno il via a maggio su Rai tre, si chiamerà ' LA GIOIA DELLA MUSICA' .Quel titolo lo ha già depositato, nel timore che altri glielo rubino.
A noi, però, quel titolo, chissà, ci sembra familiare, anche se non ricordiamo bene perchè e dove. Sicuramente non nella tv italiana; forse in qualche canale d'oltreoceano, o ci sbagliamo?
Fatto sta che Rai Tre si sta spendendo molto su questa impresa dell'Augias tuttofare e non perde occasione per ricordarlo ai telespettatori.
Come ha fatto anche ieri, nel corso della trasmissione 'REBUS', Zanchini, spalla di Augias. Il quale, al solo sentire, il termine la Rondine, relativo ad un meraviglioso esperimento di convivenza civile di giovani in un borgo sperduto del nostro paese, è scattato sulla sedia, gridando: Puccini. E il povero Zanchini ha dovuto spiegare: dovete capirlo, sta preparando una trasmissione sulla musica e quindi Augias quando sente la parola Rondine non può che legarla immediatamente a Puccini ( spieghiamo a chi sta pensando che anche noi siamo diventati matti, che La rondine è il titolo di un'opera di Puccini).
Si fosse fermato solo a Rai Tre la fama del nostro divulgatore musicale, pur con qualche disappunto, non avrebbe tuttavia sorpreso nessuno più di tanto, ben sapendo in quale considerazione la Rai e le altre reti tv italiane tengono la musica.
Che egli si creda il nostro 'Bernstein' , noto direttore e compositore che, se ricordiamo bene, fece moltissimi anni fa alcune trasmissioni tv sulla musica, intitolandole appunto 'la gioia della musica', finite poi in un volume tradotto in italiano con il medesimo titolo, non farebbe male a nessuno; fino a quando oltre al diretto interessato e alla direzione di Rai Tre, comincino a crederlo anche, ad esempio, il direttore del quotidiano La repubblica, che gli ha fatto scrivere una paginata sulla Turandot, diretta da Pappano, l'altro ieri a Santa Cecilia.
Noi saremmo pronti a scommettere qualunque cosa che Augias non riesce a capire se uno 'cala' o no, o se è 'intonato' oppure no, come invece si è lanciato a scrivere sulla Turandot romana, a proposito dei solisti vocali; e neppure che tipo di tenore sia Kaufmann, del quale asserisce non sia proprio il tenore adatto per Calaf, perchè la sua voce, 'soffriva a tratti di qualche impalpabile velatura'- letteralmente - aggiungendo: " Azzardo l'ipotesi che la parte di Calaf non fosse del tutto adatta ad un tenore come lui, di voce profonda tendente, con gli anni, al baritonale".
E poi, tanto per non passare sotto silenzio, le sue acutissime riflessioni sull'opera senza rappresentazione, migliore per efficacia di quella con rappresentazione, non sarà certo il Bernstein italiano, come lui si crede, a cambiare o addirittura cancellare secoli di tradizione operistica.
Si vede che nelle trasmissioni sulla musica che sta preparando nella sede Rai di Torino, affiancato dall'Orchestra sinfonica Rai, non è ancora arrivato alla puntata dedicata al 'fascino' del teatro musicale, per la quale speriamo che la sua maestra Speranza Scappucci lo istruisca; ed anzi, se necessario, lo bacchetti anche.
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