Chi è guarito lasci agli altri il posto in coda per il vaccino”. A parlare è Alberto Mantovani, immunologo direttore dell’Istituto clinico Humanitas di Rozzano (Milano) e docente di Humanitas University intervenuto durante la trasmissione Agorà su Rai3.
Lo scienziato ha dichiarato: “Partiamo dai dati: in nessun contesto - neanche in Uk che ha fatto più vaccini - è stato dato un mandato di ritardare la vaccinazione per chi ha avuto Covid sintomatico, la malattia. In assenza di una linea guida, il mio suggerimento è che è un gesto di responsabilità verso se stessi e la comunità lasciare il proprio posto in coda”.
Lo scienziato spiega che, anche in mancanza di un’indicazione sul fatto che si debba mettere agli ultimi posti in termini di priorità i guariti da Covid, “dobbiamo dire che chi ha avuto Covid sintomatico raramente si riammala e lo sappiamo per un arco di molti mesi”. “Io - ribadisce lo scienziato - credo che ci sia un senso di responsabilità rispetto alla comunità” e che si debba ragionare sulla base di questo. “Nella mia istituzione ad esempio si sono vaccinati prima gli operatori del Pronto soccorso, poi quelli dell’Emergency Hospital e così via, e io ad esempio sono stato tra gli ultimi a farlo domenica”. È una questione, conclude, “di responsabilità”.
Mantovani ha proseguito affermando di “condividere l’allarme” del ministro della Salute, Roberto Speranza, sui numeri dell’epidemia di Covid-19 in crescita, aggiungendo: “Con 500 morti al giorno dobbiamo dire che la seconda ondata non è mai finita. Sono preoccupato per un killer che uccide e genera sofferenza, povertà e disuguaglianza. Dobbiamo fermarlo. Vanno prese decisioni rapide. Il virus corre rapidamente e le decisioni devono essere altrettanto rapide e allineate in tutto il Paese”.
Il virus, ha aggiunto lo scienziato, “lo possiamo fermare con i nostri comportamenti e con il vaccino”. È cruciale farlo perché “più il virus corre e più muta, più corre e più siamo a rischio di varanti più aggressive”. Questa è la posta in gioco, incalza lo scienziato. La scelta se sia necessario un lockdown duro di qualche settimana o sia meglio restare con il meccanismo dei colori e delle fasce di rischio “va lasciata a chi è competente e agli esperti di sanità pubblica - puntualizza Mantovani - Io credo che dobbiamo comportarci secondo le regole e dobbiamo fermare la corsa del virus”, ribadisce. Ma l’importante è che “le decisioni siano rapide”, conclude.
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