sabato 2 gennaio 2021

Il Coro della Fenice che canta (anche) 'Va pensiero' con la mascherina l'abbiamo trovato perfino commovente

Alessandro Gnocchi, mio capo negli ultimi mesi di collaborazione al Giornale , a leggere il titolo del suo pezzo di oggi sui Concerti di Capodanno - per ora solo il titolo - sembra essersi iscritto al partito dei No-Vax, per il fatto che si scaglia contro La Fenice che ha fatto cantre il Coro - immagino che insista sul 'Va Pensiero' - con la mascherina nera.

 La mascherina l'hanno tenuta durante tuto il concerto anche il direttore Harding e  gli strumentisti, ad eccezione dei fiati; perfino i due cantanti solisti, che se la sono tolta solo dopo essere saliti sulla pedana per cantare. Precauzione non inutile in giorni in cui i dati ci dicono che i contagi sono ancora saliti.

 Insomma il Coro avrebbe dovuto cantare  sempre senza mascherina, e a maggior ragione al momento del 'Va pensiero' che consegnava assieme a quelle note dolenti l'immagine di un coro vestito 'a lutto'.

 Non so se Gnocchi si domanda - non ho ancora letto il suo pezzo, e se argomenta altrimenti sono pronto a fare marcia indietro - se, tecnicamente, si può cantare,  se un coro può farlo, con mascherina. Evidentemente sì, se la presenza di quello schermo anti contagio non sembra aver nociuto al coro.

 Ora, se  riscorriamo tutte le polemiche degli ultimi anni sulla opportunità di scegliere quel coro come Inno nazionale - polemiche ora definitivamente chiuse per la scelta dell'Inno di Mameli - non possimao dimenticare le contemporanee riflessioni del m.Muti: è il canto di un popolo in catene che pensa con nostalgia alla patria dalla quale è lontano. 

Precisamente, la situazione in cui non solo Venezia o l'Italia, il mondo intero sta vivendo. Le catene del momento sono quelle della pandemia, la 'patria lontana' è l'uscita dal flagello. Per di più, La Fenice ha pensato di  sottolineare  questa idea illuminando l'intero teatro durante quel coro di azzurro, l'azzurro dei cieli aperti, liberi dal virus, ai quali il mondo aspira.

 Semmai Gnocchi - ma , ripeto, non so se lo abbia fatto, leggerò - dovrebbe tacciare di incoscienza e superficialità i Filarmonici di Vienna e il m. Muti per aver voluto sfidare la pandemia, suonando tutti senza mascherina e ammucchiati sul palcoscenico.

                                         *****

Mi sono sbagliato, perché Alessandro Gnocchi non sembra essersi iscritto al partito dei 'NoVax'. Lo avevo temuto, devo confessarlo, perché il Covid ha dato alla testa a parecchi, a cominciare da Trump, e poteva aver contagiato anche Gnocchi. Meglio così.

 In fondo nel suo pezzo, pur prendendo nota di quanti  non hanno mandato giù quella mascherina sanitaria, ha trovato quel coro con mascherina l'immagine dell'Italia 'incatenata' dal virus, ma che non tace ed esprime la volontà di spezzare quelle catene, come gli ebrei dell'opera verdiana esprimevano nostalgia per la terra promessa, loro patria.


Corre, invece, voce che a Vienna a volere, anzi imporre, il non uso della mascherina sia stato Muti, anche contro gli orchestrali che erano di parere contrario, consci del fatto che suonavano 'ammucchiati' sul palco, e senza alcuna protezione.

 Ma facevano ogni giorno tamponi, replica il maestro. Già, perchè a Venezia non li facevano? Ma se i medici consigliano con forza l'uso di tali 'presidi' anticovid, una ragione ci sarà? Perchè allora Muti non li ha presi inconsiderazione? Al cattivo esempio, in onda tv, si unisce anche un pò di irresponsabilità e anche incoscienza.

                                                                                     ( P.A.)


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