La Gran Bretagna è ufficialmente fuori dal mercato unico europeo. A mezzanotte (le 23 di Londra) si è infatti concluso il periodo di transizione e i rapporti commerciali tra Gran Bretagna e Unione Europea saranno ora regolati dall'accordo firmato dai leader europei e dal premier britannico Boris Johnson alla vigilia di Natale. "Abbiamo la libertà nelle nostre mani", ha detto Johnson nel suo discordo di fine anno.
Ieri pomeriggio, in extremis, Gran Bretagna e Spagna hanno trovato un accordo sul futuro di Gibilterra dopo la Brexit. La colonia britannica in territorio spagnolo resterà libera di far parte di alcuni programmi dell'Ue, tra i quali Schengen. Lo ha annunciato la ministra degli Esteri spagnola, Arancha González Laya. "Abbiamo rimosso la barriera", ha aggiunto.
I negoziati su Gibilterra sono stati paralleli a quelli sugli altri capitoli del divorzio tra Londra e Bruxelles e il suo futuro non era stato menzionato nell'intesa raggiunta a Natale.
Stanley Johnson, padre del premier britannico, chiederà la cittadinanza francese per mantenere la libertà di movimento in Europa, che i cittadini britannici perderanno con la Brexit. "Il punto non è diventare francese. Se non mi sbaglio, sono francese. Mia madre è nata in Francia, sua madre era interamente francese come pure suo nonno", ha detto Stanley Johnson alla radio francese RTL, peraltro parlando in francese. "Per me - ha spiegato - il punto è di ottenere quel che ho già, e di cui sono molto contento".
Stanley Johnson fu tra i primi funzionari britannici destinati a Bruxelles quando nel 1973 il Regno Unito entrò nell'Unione Europea. Ha lavorato per la Commissione europea ed è stato anche eurodeputato. Inizialmente, Stanley Johnson aveva sposato la causa della Brexit, ma dopo la vittoria del "leave" al referendum del 2016 aveva cambiato idea.
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