Fa bene il sovrintendente della Scala Meyer, ad avviare un minimo di attività musicale in teatro da questo luglio: Alcuni concerti programmati senza stravolgere la platea - come hanno fatto altri teatri che vi hanno ospitato lì l'orchestra mentre al pubblico hanno destinato palcoscenico.buca dell'orchestra e palchi - per una prova generale in vista della ripresa dell'attività operistica che ha come punto chiave e di svolta il prossimo sant'Ambrogio: non è mai accaduto, nella sua lunga storia che la Scala si sia fatta trovare con i battenti chiusi la sera del 7 dicembre - ha dichiarato Meyer - e non deve accadere neanche quest'anno. A tale proposito la prova generale servirà soprattutto al pubblico: entrata e uscita, misurazione della temperatura corporea, durata del concerto, mascherine, disinfezione delle mani, distanza a sedere ecc.
Intanto da un sondaggio è emerso che l'attesa e la fila per entrare nei tetari e nelle sale da concerto non deve durare più di un tempo ragionevole, pena la rinuncia anche del pubblico più assiduo che, come si sa, è avanti con l'età e dunque più facile a perdere la pazienza, ed a difettare di resistenza.
Sul palcoscenico in queste prime prove non ci sarà molta gente, si tratterà di concerti con orchestra ridotta e solisti di canto o strumentali. In platea e nei palchi fino a 600 persone - come ha disposto per la Scala il Comitato tecnico scientifico ed ha autorizzato.
Questa nuova modalità per il pubblico va sperimentata, provata e semmai corretta, non deve trovare impreparate le istituzioni alla ripresa autunnale. allora sarà tropo tardi - come del resto si va anche dicendo della ripresa 'in presenza' dell'attività scolastica.
Poi naturalmente c'è il grosso problema della ripresa dell'opera. Come si fa con cantanti e coro in scena? si possono studiare e mettere in atto regie 'a distanza'? Sì e no. E' possibile con un repertorio che non è certo quello dell'Ottocento ; ma comunque anche nel repertorio precedente il problema del distanziamento esiste. E non sarà affatto facile risolverlo. Opere in forma di concerto? Opere con un solo protagonista? tutte possibilità in campo, ma resta difficile se non impossibile adattare il repertorio tradizionale alla attuale situazione. E questa situazione dovrebbe stimolare i compositori di oggi ad immaginare opere con pochi personaggi e magari con coro quasi inesistente, ai registi comunque l'arduo compito di tenere tutti a distanza sanitaria.
Intanto ripensare dalla base la nostra attività operistica è compito arduo, e forse pensando anzi sperando ed augurandosi che il vaccino si trovi presto, conviene fare opportune ma non stravolgenti correzioni; anche se il pericolo di nuove pandemie d'ora in avanti deve essere tenuto sempre presente.
***
Il nuovo scenario sta facendo riflettere anche sugli aspetti economici e finanziari della musica al presente. Se si fosse impiantato il sistema tanto amato dall'americano Uolter Veltroni, oggi avremmo avuto zero finanziamenti pubblici e anche zero finanziatori privati, con la conseguenza immediata i dover chiudere tutto - come del resto è accaduto al MET di New York, mandando a casa tutti e distruggendo un sistema costruito in anni ed anni nelle varie realtà del nostro paese.
Meno male che c'è il finanziamento pubblico a lenire le ferite lavorative del Coronavirus. Non siamo per niente d'accordo con l'amico Giuseppe Pennisi che lamenta la determinazione del FUS ai livelli del 2019-2020 e la sua attribuzione secondo i parametri già individuati. La riforma del FUS va certamente ripensata, ma prima deve finire la pandemia, altrimenti avremmo ancora altre migliaia di disoccupati e la distruzione di un sistema ricco di saperi e fortemente attrattivo.
Su questo aspetto è intervenuto anche Filippo Del Corno, compositore, ed assessore alla cultura del Comune di Milano da sette lunghi anni. E da lui che ha sempre visto di buon occhio la collaborazione fra pubblico e privato, viene l'apprezzamento della finanziamento pubblico che oggi è come la manna per l' Italia della musica. E se anche tale finanziamento necessità di una revisione di criteri di attribuzione -comunque da rimandare al dopo pandemia- Del Corno mette sull'avviso, respingendoli, coloro i quali hanno pensato di riorganizzare il settore a colpi di algoritmi - la stoccata è sicuramente indirizzata a Salvo Nastasi che un bel colpo alla distruzione del sistema musicale in Italia l'ha dato nella sua precedente attività al Ministero, dove, nonostante questo, il prode Franceschini l'ha richiamato. Del Corno vuol dire. guai se accade un'altra volta. Se l'intero sistema va ripensato lo si deve fare 'cum iudicio', e non affidandolo ad elefanti che ben conosciamo, capaci di calpestare e distruggere più che salvaguardare e far crescre.
martedì 30 giugno 2020
Riapertura scuole. La ministra Azzolina non è all'altezza. Sarebbe meglio se lasciasse
Oggi Scurati, lo scrittore autore di'M', da qualche tempo collaboratore del Corriere; qualche giorno fa anche Verdelli, sempre sul Corriere, e pure la prof. Saraceno su Repubblica, dove mesi fa aveva scritto Sergio Rizzo - da notare come brilli per assenza nel presente dibattito Il Fatto di Travaglio, a tutti gli effetti 'house organ' grillino - hanno pubblicato interventi poco teneri nei confronti della gestione della 'ripartenza'scolastica, della quale l'unica cosa apparentemente certa (?) è la data: 14 settembre, ad opera della ministra Azzolina.
Alcuni durissimi, come quelli di Scurati e Saraceno, che senza mezzi termini le hanno dato dell'incapace e di persona non all'altezza del compito.
Se l'argomento di discussione non fosse la scuola - cioè l'asset strategico fondamentale nella vita di una nazione - si potrebbe anche sorridere sulle sue reiterate uscite senza capo nè coda.
Quando mesi fa per la prima volta la ministra , dopo aver preannunciato che aveva istituito un comitato di esperti, presieduto dal prof. Bianchi, aveva ipotizzato l'utilizzo per le lezioni 'in presenza' di parchi, cinema, teatri, oratori - per sopperire alla mancanza di spazi capaci di garantire il cosiddetto 'distanziamento' e per ovviare alle classi cosiddette 'pollaio' - Rizzo aveva prontamente replicato: ma di quale paese parla la ministra? Fossimo in un paese del nord Europa, o in qualunque altro paese europeo ma non in Italia, forse parchi, palestre, musei, cinema e teatri si presterebbero ad ospitare per un periodo classi di studenti. Ma in Italia dove tutto è trasandato, dismesso, cadente, ci mandiamo gli studenti a deprimersi ancora di più?
Si potrebbe continuare con le argomentazioni di Rizzo che riguardavano anche gli ingressi 'scaglionati', il trasporto scolastico, e come conciliare il lavoro dei genitori con le entrate a scuola dei loro figli.
Negli ultimi tempi le uscite della ministra sono state sempre più frequenti ma anche sempre più ingarbugliate; al punto che hanno suscitato necessarie correzioni da parte dell'interessata, e la smentita perfino del presidente del suo comitato di esperti, prof. Bianchi, al quale la giornalista del Corriere che si occupa di scuola ( Fragonara) ha chiesto se era disponibile a fare il ministro della Pubblica Istruzione, al posto della Azzolina, ricevendone risposta di disponibilità. Dunque anche il presidente del Comitato che la ministra Azzolina ha voluto, si rende conto che la ministra per la quale Lui lavora non è all'altezza, e forse cambiarla il prima possibile costituirebbe la soluzione migliore per la scuola italiana.
Le conferenze stampa ultime, a fianco di Conte, in cui ha annunciato stanziamenti per la scuola - finora 2,5 miliardi - hanno aggiunto altra confusione, perchè tali stanziamenti dovrebbero servire a trovare nuovi spazi, a renderli agibili, compresi quegli esistenti, a dotare le classi delle suppellettili necessarie, ad assumere nuovi insegnanti e personale ausiliario ecc... sì, ma quando? se siamo già a fine giugno e le scuole o gli spazi alternativi - e non sono gli unici problemi da risolvere - fra due mesi dovrebbero essere già pronti per la ripartenza? Siamo in ritardo tragico e la ministra continua a fare annunci, come se l'ora dei fatti non fosse già scoccata da tempo.
La Azzolina parla a vanvera, non è all'altezza dei suoi compiti e la sua permanenza al dicastero di Viale Trastevere, può portare gravissimi danni alla scuola italiana che nei mesi dell'emergenza è rimasta chiusa - fatto unico in tutta Europa - e di danni agli studenti ne ha recati già tanti.
Ecco perchè l'intervento di oggi di Scurati, duro ma non persecutorio, e chiaro, ultima fra le tante autorevoli voci che si sono levate del medesimo coro di critiche, dovrebbe avere un esito immediato: le dimissioni della Azzolina, prima che sia troppo tardi e che il 14 settembre faccia trovare la scuola italiana di fronte ad una nuova più grave emergenza scaturita dalla sua incapacità a gestire la riapertura, necessaria e improcrastinabile.
P.S.
un ministro all'altezza del suo compito capirebbe che prima del 14 settembre alcune modalità del rientro ( misurazione temperatura, mascherine, distanziamento, scaglionamento entrate, classi ridotte ecc...) andrebbero provate, sperimentate, perchè non si possono improvvisare, getterebbero nella confusione più totale una ripartenza che comunque si annuncia già ricca di incognite ed imprevisti. E anche a questo Lei non ha ancora pensato.
Alcuni durissimi, come quelli di Scurati e Saraceno, che senza mezzi termini le hanno dato dell'incapace e di persona non all'altezza del compito.
Se l'argomento di discussione non fosse la scuola - cioè l'asset strategico fondamentale nella vita di una nazione - si potrebbe anche sorridere sulle sue reiterate uscite senza capo nè coda.
Quando mesi fa per la prima volta la ministra , dopo aver preannunciato che aveva istituito un comitato di esperti, presieduto dal prof. Bianchi, aveva ipotizzato l'utilizzo per le lezioni 'in presenza' di parchi, cinema, teatri, oratori - per sopperire alla mancanza di spazi capaci di garantire il cosiddetto 'distanziamento' e per ovviare alle classi cosiddette 'pollaio' - Rizzo aveva prontamente replicato: ma di quale paese parla la ministra? Fossimo in un paese del nord Europa, o in qualunque altro paese europeo ma non in Italia, forse parchi, palestre, musei, cinema e teatri si presterebbero ad ospitare per un periodo classi di studenti. Ma in Italia dove tutto è trasandato, dismesso, cadente, ci mandiamo gli studenti a deprimersi ancora di più?
Si potrebbe continuare con le argomentazioni di Rizzo che riguardavano anche gli ingressi 'scaglionati', il trasporto scolastico, e come conciliare il lavoro dei genitori con le entrate a scuola dei loro figli.
Negli ultimi tempi le uscite della ministra sono state sempre più frequenti ma anche sempre più ingarbugliate; al punto che hanno suscitato necessarie correzioni da parte dell'interessata, e la smentita perfino del presidente del suo comitato di esperti, prof. Bianchi, al quale la giornalista del Corriere che si occupa di scuola ( Fragonara) ha chiesto se era disponibile a fare il ministro della Pubblica Istruzione, al posto della Azzolina, ricevendone risposta di disponibilità. Dunque anche il presidente del Comitato che la ministra Azzolina ha voluto, si rende conto che la ministra per la quale Lui lavora non è all'altezza, e forse cambiarla il prima possibile costituirebbe la soluzione migliore per la scuola italiana.
Le conferenze stampa ultime, a fianco di Conte, in cui ha annunciato stanziamenti per la scuola - finora 2,5 miliardi - hanno aggiunto altra confusione, perchè tali stanziamenti dovrebbero servire a trovare nuovi spazi, a renderli agibili, compresi quegli esistenti, a dotare le classi delle suppellettili necessarie, ad assumere nuovi insegnanti e personale ausiliario ecc... sì, ma quando? se siamo già a fine giugno e le scuole o gli spazi alternativi - e non sono gli unici problemi da risolvere - fra due mesi dovrebbero essere già pronti per la ripartenza? Siamo in ritardo tragico e la ministra continua a fare annunci, come se l'ora dei fatti non fosse già scoccata da tempo.
La Azzolina parla a vanvera, non è all'altezza dei suoi compiti e la sua permanenza al dicastero di Viale Trastevere, può portare gravissimi danni alla scuola italiana che nei mesi dell'emergenza è rimasta chiusa - fatto unico in tutta Europa - e di danni agli studenti ne ha recati già tanti.
Ecco perchè l'intervento di oggi di Scurati, duro ma non persecutorio, e chiaro, ultima fra le tante autorevoli voci che si sono levate del medesimo coro di critiche, dovrebbe avere un esito immediato: le dimissioni della Azzolina, prima che sia troppo tardi e che il 14 settembre faccia trovare la scuola italiana di fronte ad una nuova più grave emergenza scaturita dalla sua incapacità a gestire la riapertura, necessaria e improcrastinabile.
P.S.
un ministro all'altezza del suo compito capirebbe che prima del 14 settembre alcune modalità del rientro ( misurazione temperatura, mascherine, distanziamento, scaglionamento entrate, classi ridotte ecc...) andrebbero provate, sperimentate, perchè non si possono improvvisare, getterebbero nella confusione più totale una ripartenza che comunque si annuncia già ricca di incognite ed imprevisti. E anche a questo Lei non ha ancora pensato.
Festival Puccini. GIanni Schicchi a Viareggio. In scena tutti con le mascherine. per evitare di ammalarsi di Covid, che si è preso il ricco Buoso Donati ( da La repubblica, di Gregorio Moppi)
Melodramma distanziato, sanificato, con mascherina e guanti obbligatori. Anche l’opera, dopo la sinfonica, si rimette in moto. Con un esperimento — chissà quanto poi replicabile in altri contesti e con altri titoli. Ma intanto l’importante è che si riparta. E per primo in Italia — forse in Europa — tocca al Festival Pucciniano. Stasera alle 21.15, con un Gianni Schicchi nella Cittadella del Carnevale a Viareggio, davanti a 550 spettatori. Un Puccini in epoca Covid, dunque dotato di tutti i presìdi sanitari che il governo prescrive. D’altronde la partitura prescelta racconta, sia pure in tono agrodolce, di malattia e morte. «Per giunta fu terminata un secolo fa durante l’epidemia di spagnola che falcidiò il globo non meno del virus di oggi», sottolinea la regista Valentina Carrasco, argentina d’origine, a lungo pezzo forte della Fura dels Baus, la compagnia catalana fautrice di un teatro innovativo di macchine, fisicità, tecnologia. Lo spettacolo è stato messo su in una manciata di giorni. «Non solo abbiamo lavorato durante le prove con ogni protezione necessaria, ma le disposizione sanitarie sono anche diventate parte dell’allestimento. I 14 cantanti, su un palco tutto sommato piccolo, indosseranno sempre la mascherina. Soltanto per qualche romanza — come O mio babbino caro — potranno abbassarsela, tuttavia tenendosi lontani dagli altri colleghi almeno un metro e mezzo, per evitare il droplet. Altrimenti bocca sempre coperta, e un servo di scena che pulisce continuamente l’ambiente e separa chi tende ad avvicinarsi troppo agli altri». Probabile che cantando così si sia sempre a corto di aria. «Schicchi dura meno di un’ora. Ci si può fare», afferma fiduciosa Carrasco. «Solo che da parte mia ho reso ai personaggi la vita ancor più difficile, dato che li costringo ad agitarsi nervosamente un bel po’». Né potrebbe andare diversamente: il ricco Buoso Donati è moribondo, forse per il Covid, assistito a domicilio da un medico del servizio sanitario nazionale, e i parenti-serpenti al capezzale temono di venire contagiati, anche se l’ingordigia per l’eredità può, in loro, più della paura. «Comunque è una famiglia paranoica, che teme qualsiasi contatto fisico. Figurarsi quando compare Schicchi, un poliziotto della stradale che per lavoro è sempre stato in mezzo alla gente nei mesi della pandemia». La microfonazione aiuterà a far sì che le ugole — Bruno Taddia, Elisabetta Zizzo, Rossana Rinaldi, Alessandro Fantoni tra gli interpreti principali — riescano ad andar d’accordo con l’Orchestra della Toscana diretta da John Axelrod, collocata piuttosto lontana dalla scena e spalmata su una superficie vasta a causa del distanziamento. «Siamo i primi, sì, che mettiamo mano a un’opera dopo il lockdown, e mi piace ricominciamo proprio da una commedia d’umor nero alla Risi, alla Monicelli, che gioca con una realtà tremenda facendo ridere», spiega Carrasco. «Lo spettacolo avrà un doppio finale. A sorpresa. Perché abbiamo pensato che questa serata debba veicolare un’idea contraria a quella che la pandemia ci sta inculcando. Oramai tutti ci facciamo guidare dalla paura, un sentimento che predomina sugli esseri umani quando i problemi da affrontare non appaiono razionalizzabili. Dunque l’angoscia del contagio sulla scena stigmatizza le nostre angosce quotidiane. Lo notavo l’altro giorno nella figlia di una mia amica, una bambina, che camminando in strada va sull’altro marciapiede non appena vede qualcuno che potrebbe passarle accanto. Ecco, mi chiedo, anche attraverso il mio “Schicchi”, vale davvero la pena vivere in una società del genere?». Ancora qualche posto disponibile. Info 0584 359322.
Tribunale di Miliano: Casa Ricordi versi i diritti delle opere di Puccini alla omonima fondazioen
Il Tribunale di Milano ha dato ragione alla Fondazione Giacomo Puccini nella causa milionaria sui diritti d’autore del Maestro, che da anni la vedeva contrapposta alla Casa Ricordi. Il giudice ha quindi accolto le istanze della Fondazione lucchese, disponendo con immediata esecutività, che la casa editrice versi gli arretrati della quota di diritti Siae che erano stati indebitamente sospesi fin dal 2015: quasi 2 milioni e mezzo di euro complessivi, solo di arretrati, almeno il doppio considerando i diritti in corso. La Ricordi dovrà anche pagare le spese legali.
In ballo c’erano i proventi relativi a due opere pucciniane, “La Fanciulla del West” e “Turandot” dal primo semestre del 2015 ad oggi, nonché quelli de “Il Tabarro”, fino al 31 dicembre 2016, anno in cui l’opera è caduta in pubblico dominio. I proventi delle opere di Giacomo Puccini, sino alla sospensione dei pagamenti scattata unilateralmente a metà del 2015, erano così suddivisi: il 50% a Casa Ricordi, mentre la restante metà andava per due terzi alla Fondazione Giacomo Puccini e per un terzo alla nipote Simonetta Puccini (poi, dopo il suo testamento, alla “Fondazione Simonetta Puccini per Giacomo Puccini“).
La causa interessava indirettamente anche le opere “Gianni Schicchi” e “Suor Angelica”. Seguendo il medesimo filo conduttore, Casa Ricordi, infatti, aveva annunciato la propria intenzione di sospendere i pagamenti della quota di proventi di queste due opere spettante alla Fondazione a partire dal 2026. Di conseguenza, la Fondazione aveva chiesto al Tribunale di accertare, invece, la sussistenza del proprio diritto a percepire tale quota di proventi fino al 2040, anno in cui le due opere cadranno in pubblico dominio.
In ballo c’erano i proventi relativi a due opere pucciniane, “La Fanciulla del West” e “Turandot” dal primo semestre del 2015 ad oggi, nonché quelli de “Il Tabarro”, fino al 31 dicembre 2016, anno in cui l’opera è caduta in pubblico dominio. I proventi delle opere di Giacomo Puccini, sino alla sospensione dei pagamenti scattata unilateralmente a metà del 2015, erano così suddivisi: il 50% a Casa Ricordi, mentre la restante metà andava per due terzi alla Fondazione Giacomo Puccini e per un terzo alla nipote Simonetta Puccini (poi, dopo il suo testamento, alla “Fondazione Simonetta Puccini per Giacomo Puccini“).
La causa interessava indirettamente anche le opere “Gianni Schicchi” e “Suor Angelica”. Seguendo il medesimo filo conduttore, Casa Ricordi, infatti, aveva annunciato la propria intenzione di sospendere i pagamenti della quota di proventi di queste due opere spettante alla Fondazione a partire dal 2026. Di conseguenza, la Fondazione aveva chiesto al Tribunale di accertare, invece, la sussistenza del proprio diritto a percepire tale quota di proventi fino al 2040, anno in cui le due opere cadranno in pubblico dominio.
lunedì 29 giugno 2020
Teatro alla Scala. Riapre con pubblico ridotto il 6 luglio (AGI)
Il Teatro alla Scala riaprirà già a luglio, dal giorno 6 fino al 15, con 4 concerti. Lo ha annunciato il sovrintendente Dominique Meyer in una conferenza stampa online.
Non si dovrà aspettare settembre, dunque, come inizialmente sembrava, per tornare in teatro. Si tratta di concerti in forma ridotta, ai quali potranno assistere solo 600 spettatori per rispettare le regole sul distanziamento. Restano chiusi il bar e il guardaroba.
Dopo la pausa estiva, durante la quale si faranno alcuni lavori di manutenzione, soprattutto la sostituzione della pavimentazione del palcoscenico, ci saranno i concerti più attesi e già annunciati: il 3 il Requiem di Verdi in Duomo, e il 5 (la data è stata svelata oggi) la Nona di Beethoven in teatro, con la direzione del maestro Riccardo Chailly.
"Per molti amanti della musica è il momento di tornare a sentire la musica dal vivo anche se i mezzi sono ridotti" ha detto il sovrintendente senza nascondere che non vede l'ora di tornare a far vivere il suo teatro.
"Dopo tre mesi di dieta dal teatro, è bellissimo sentire di nuovo musica dal vivo in teatro", ha aggiunto Meyer parlando del concerto di lunedì prossimo. E anche se la programmazione vera e propria del Piermarini riparte a settembre, "dal momento in cui abbiamo avuto l’autorizzazione di riaprire abbiamo deciso subito di organizzare una serie di concerti" ha spiegato.
La "finestra è un po’ corta per i lavori di restauro che si devono fare", quindi i 4 concerti sono stati concentrati in una decina di giorni. "Per me era molto importante far tornare l'orchestra in teatro" ha aggiunto spiegando che "saranno dei concerti senza pausa, da 65 minuti". Tutto nel rispetto delle norme anti contagio del Covid.
"Abbiamo organizzato l'entrata e l'uscita degli spettatori. Tutti avranno un protocollo dettagliato per sapere come muoversi". In teatro la piantina è stata studiata in modo tale da poter far 'lievitare' il numero delle persone che possono entrare: all'inizio si parlava di 200 spettatori, mentre adesso ce ne potranno essere 600. Forse anche perchè "nei palchi ci sarà la possibilità di ospitare dei nuclei familiari che possono stare insieme" ha aggiunto Meyer.
I protocolli di rientro in teatro sono stati messi a punto con la consulenza dell'ospedale Sacco di Milano. "Abbiamo preparato questo lavoro - ha precisato - con i professori del Sacco, senza far correre rischi al personale e al pubblico. Ci hanno aiutato a comunicare con il personale e mettere a punto i protocolli. Non voglio far correre rischi a nessuno alla Scala. Da due settimane le regole sono più chiare e possiamo ospitare 600 spettatori e andiamo avanti così".
I prezzi saranno di 48 euro per la platea e i palchi, mentre 24 euro per le gallerie. Ci sarà una prevendita abbonati, che inizia oggi alle 15. La vendita normale sarà da mercoledì, alle 11. Saranno venduti non più di 2 biglietti a spettatore. Il sovrintendente ha confermato che i concerti si potranno ascoltare in diretta. "Faremo alla Scala un sistema di streaming che permetta di mandare in onda quasi tutto quello che si fa. Se il numero di spettatori è ridotto in sala è importante mandare in onda per avere una presenza a livello mondiale", ha affermato Meyer, durante una conferenza stampa online ha confermato l'idea di dirette streaming,
Meyer ha poi detto che il programma per la prossima stagione del Teatro alla Scala di Milano sarà presentato entro fine agosto. La tournée in Giappone è stata cancellata, lasciando a spasso cantanti già contrattualizzati, e inoltre si dovrà tenere in considerazione il fatto mancheranno i turisti tra gli spettatori: rappresentano una parte importante degli incassi del botteghino, pesano per un terzo.
Per l'annuncio della stagione 2020/21 che come da tradizione sarà inaugurata il giorno di Sant'Ambrogio, il 7 dicembre, dunque, bisognerà aspettare. "Stiamo controllando tutto anche dal punto di vista del budget - ha precisato Meyer - Dobbiamo tener conto che gli spettatori stranieri sono un terzo del totale, che viene meno. Non vorrei andare a 200 chilometri di velocità a sbattere contro un muro. Dobbiamo avanzare con molto realismo. Stiamo studiando tutte le ipotesi".
Non si dovrà aspettare settembre, dunque, come inizialmente sembrava, per tornare in teatro. Si tratta di concerti in forma ridotta, ai quali potranno assistere solo 600 spettatori per rispettare le regole sul distanziamento. Restano chiusi il bar e il guardaroba.
Dopo la pausa estiva, durante la quale si faranno alcuni lavori di manutenzione, soprattutto la sostituzione della pavimentazione del palcoscenico, ci saranno i concerti più attesi e già annunciati: il 3 il Requiem di Verdi in Duomo, e il 5 (la data è stata svelata oggi) la Nona di Beethoven in teatro, con la direzione del maestro Riccardo Chailly.
"Per molti amanti della musica è il momento di tornare a sentire la musica dal vivo anche se i mezzi sono ridotti" ha detto il sovrintendente senza nascondere che non vede l'ora di tornare a far vivere il suo teatro.
"Dopo tre mesi di dieta dal teatro, è bellissimo sentire di nuovo musica dal vivo in teatro", ha aggiunto Meyer parlando del concerto di lunedì prossimo. E anche se la programmazione vera e propria del Piermarini riparte a settembre, "dal momento in cui abbiamo avuto l’autorizzazione di riaprire abbiamo deciso subito di organizzare una serie di concerti" ha spiegato.
La "finestra è un po’ corta per i lavori di restauro che si devono fare", quindi i 4 concerti sono stati concentrati in una decina di giorni. "Per me era molto importante far tornare l'orchestra in teatro" ha aggiunto spiegando che "saranno dei concerti senza pausa, da 65 minuti". Tutto nel rispetto delle norme anti contagio del Covid.
"Abbiamo organizzato l'entrata e l'uscita degli spettatori. Tutti avranno un protocollo dettagliato per sapere come muoversi". In teatro la piantina è stata studiata in modo tale da poter far 'lievitare' il numero delle persone che possono entrare: all'inizio si parlava di 200 spettatori, mentre adesso ce ne potranno essere 600. Forse anche perchè "nei palchi ci sarà la possibilità di ospitare dei nuclei familiari che possono stare insieme" ha aggiunto Meyer.
I protocolli di rientro in teatro sono stati messi a punto con la consulenza dell'ospedale Sacco di Milano. "Abbiamo preparato questo lavoro - ha precisato - con i professori del Sacco, senza far correre rischi al personale e al pubblico. Ci hanno aiutato a comunicare con il personale e mettere a punto i protocolli. Non voglio far correre rischi a nessuno alla Scala. Da due settimane le regole sono più chiare e possiamo ospitare 600 spettatori e andiamo avanti così".
I prezzi saranno di 48 euro per la platea e i palchi, mentre 24 euro per le gallerie. Ci sarà una prevendita abbonati, che inizia oggi alle 15. La vendita normale sarà da mercoledì, alle 11. Saranno venduti non più di 2 biglietti a spettatore. Il sovrintendente ha confermato che i concerti si potranno ascoltare in diretta. "Faremo alla Scala un sistema di streaming che permetta di mandare in onda quasi tutto quello che si fa. Se il numero di spettatori è ridotto in sala è importante mandare in onda per avere una presenza a livello mondiale", ha affermato Meyer, durante una conferenza stampa online ha confermato l'idea di dirette streaming,
Meyer ha poi detto che il programma per la prossima stagione del Teatro alla Scala di Milano sarà presentato entro fine agosto. La tournée in Giappone è stata cancellata, lasciando a spasso cantanti già contrattualizzati, e inoltre si dovrà tenere in considerazione il fatto mancheranno i turisti tra gli spettatori: rappresentano una parte importante degli incassi del botteghino, pesano per un terzo.
Per l'annuncio della stagione 2020/21 che come da tradizione sarà inaugurata il giorno di Sant'Ambrogio, il 7 dicembre, dunque, bisognerà aspettare. "Stiamo controllando tutto anche dal punto di vista del budget - ha precisato Meyer - Dobbiamo tener conto che gli spettatori stranieri sono un terzo del totale, che viene meno. Non vorrei andare a 200 chilometri di velocità a sbattere contro un muro. Dobbiamo avanzare con molto realismo. Stiamo studiando tutte le ipotesi".
Spettacolo dal vivo. Indagine su uno spettatore al di sopra di ogni contagio
Primi risultati emersi della ricerca di Studio Bottoni in collaborazione col CNR-Irpps (Consiglio Nazionale delle Ricerche – Istituto di Ricerche sulla Popolazione e le Politiche Sociali) e con il patrocinio di AGIS (Associazione Generale Italiana dello Spettacolo) AIAM (Associazione Attività Musicali italiane) e CIDIM (Comitato Nazionale Italiano Musica).
Il ritorno alla normalità passa anche attraverso la riapertura di teatri. Il pubblico vorrebbe tornare a frequentare i luoghi di spettacolo dal vivo ma a ben precise condizioni di sicurezza. L'arrivo dell'estate e i festival all'aperto possono fare da traino. Spaventano le file ma non il distanziamento fisico, e tanti sono favorevoli a scaricare la App immuni. Sono queste alcune delle risposte emerse dalla ricerca "Indagine su uno spettatore al di sopra di ogni contagio" intrapresa, a seguito della pandemia, da Studio Bottoni in collaborazione col CNR-Irpps (Consiglio Nazionale delle Ricerche – Istituto di Ricerche sulla Popolazione e le Politiche Sociali) e con il patrocinio di AGIS (Associazione Generale Italiana dello Spettacolo) AIAM (Associazione Attività Musicali italiane) e CIDIM (Comitato Nazionale Italiano Musica). L’indagine, condotta da Gaia Bottoni e Ludovica Del Bono, è stata effettuata attraverso un questionario on line. Sulla base delle interviste raccolte fino all'8 giugno, i ricercatori del gruppo di lavoro del CNR-Irpps - Loredana Cerbara, Maria Girolama Caruso e Antonio Tintori - hanno elaborato un primo rapporto (disponibile su https://www.studiobottoni.com/ritornoallacultura), partendo dal quale è possibile avviare alcune considerazioni e trarre spunti di riflessione.
Il pubblico vorrebbe tornare a vedere spettacoli dal vivo, un terzo degli intervistati lo dichiara apertamente. E, a ben precise condizioni di sicurezza, si dicono disponibili a tornare subito, o al massimo fra pochi mesi, con interessanti differenze fra regioni.
Il 27% preferirebbe frequentare festival all’aperto.
Per meno della metà degli intervistati (48%) essere distanziati dal proprio accompagnatore inciderebbe negativamente,
mentre per il 57% l’attesa dovuta ai necessari controlli di sicurezza non dovrebbe superare la mezz’ora.
Il 70% apprezzerebbe forme innovative di spettacolo.
Oltre la metà degli intervistati userebbe la applicazione Immuni.
I dati raccolti verranno ulteriormente approfonditi ed analizzati e i risultati diventeranno il punto di partenza per lo studio di nuove strategie di coinvolgimento del pubblico, in un'ottica di rilancio e rafforzamento del settore dello spettacolo e della cultura.
Per maggiori informazioni: g.bottoni@studiobottoni.com - 3207651789 |
Fendi - S.Cecilia - Anna Tifu: Vivaldi ( Estate dalle 'Stagioni) dal Colosseo 'quadrato' all'EUR (ANSA)
Le arcate suggestive del Palazzo della Civiltà Italiana all'Eur, il violino di Anna Tifu e l'orchestra di Santa Cecilia per la musica di Antonio Vivaldi: la bellezza come segnale di rinascita e della voglia di ritrovarsi dopo la chiusura e l'isolamento imposti della pandemia. La maison Fendi e l'Accademia Nazionale hanno scelto questa formula e il solstizio d'estate per lanciare online un messaggio di ottimismo attraverso la moda, l'arte e le note con il progetto ''Renaissance-Anima Mundi'': l'esecuzione dell'Estate, dalle Quattro Stagioni di Vivaldi, con l'Orchestra ceciliana e la star del violino nel set spettacolare del Colosseo Quadrato, sede della casa di moda.
Nel video della performance - disponibile online su Youtube e sui siti di Fendi e dell'Accademia Nazionale - i musicisti dapprima suonano separatamente per riunirsi nell'orchestra. Anna Tifu, considerata tra le migliori violiniste della sua generazione, indossa tre abiti Fendi Couture e suona uno Stradivari "Marèchal Berthier" del 1716 appartenuto a Napoleone.
La giovane musicista cagliaritana si esibisce con i professori d'orchestra scandendo nell'arco di una giornata i movimenti della composizione vivaldiana: all'alba sulle scalinate, poi sotto le arcate e infine al tramonto sul tetto del magnifico edificio.
Fendi Renaissance-Anima Mundi segna l'avvio di una collaborazione tra l'Accademia di Santa Cecilia e la casa di moda, due realtà legate profondamente alla città di Roma.
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Non sappiamo quale collaborazione sia stata avviata con questo video musicale fra l'Accademia di S. Cecilia e Fendi. Speriamo, quale che sia, giovi ad ambedue; magari appena un pò di più all'Accademia.
Per ora dobbiamo solo constatare che come palcoscenico del video è stato scelto il cosiddetto 'Colosseo quadrato', quartier generale della nota maison; che la giovane violinista indossa tre bellissimi abiti Fendi; e il gruppo strumentale di S. Cecilia con Lei passare dalla scalinata a metà altezza, fra gli archi del monumento dell'EUR, sulla terrazza, bruttissima, che ha rotto l'incantesimo e la suggestione della moderna architettura romana.
E Vivaldi, per la Festa della Musica.
Se son rose fioriranno! ( P.A.)
Nel video della performance - disponibile online su Youtube e sui siti di Fendi e dell'Accademia Nazionale - i musicisti dapprima suonano separatamente per riunirsi nell'orchestra. Anna Tifu, considerata tra le migliori violiniste della sua generazione, indossa tre abiti Fendi Couture e suona uno Stradivari "Marèchal Berthier" del 1716 appartenuto a Napoleone.
La giovane musicista cagliaritana si esibisce con i professori d'orchestra scandendo nell'arco di una giornata i movimenti della composizione vivaldiana: all'alba sulle scalinate, poi sotto le arcate e infine al tramonto sul tetto del magnifico edificio.
Fendi Renaissance-Anima Mundi segna l'avvio di una collaborazione tra l'Accademia di Santa Cecilia e la casa di moda, due realtà legate profondamente alla città di Roma.
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Non sappiamo quale collaborazione sia stata avviata con questo video musicale fra l'Accademia di S. Cecilia e Fendi. Speriamo, quale che sia, giovi ad ambedue; magari appena un pò di più all'Accademia.
Per ora dobbiamo solo constatare che come palcoscenico del video è stato scelto il cosiddetto 'Colosseo quadrato', quartier generale della nota maison; che la giovane violinista indossa tre bellissimi abiti Fendi; e il gruppo strumentale di S. Cecilia con Lei passare dalla scalinata a metà altezza, fra gli archi del monumento dell'EUR, sulla terrazza, bruttissima, che ha rotto l'incantesimo e la suggestione della moderna architettura romana.
E Vivaldi, per la Festa della Musica.
Se son rose fioriranno! ( P.A.)
sabato 27 giugno 2020
Battistelli, dalle mille vite, vola a Trento dopo aver lasciato Firenze.Ma tiene anche Torre del Lago e L'Aquila ed altro ancora. E poi fa anche il compositore
Il cda della Fondazione Haydn di Bolzano e Trento ha nominato all'unanimità Giorgio Battistelli nuovo direttore artistico dell'Orchestra della stessa Fondazione a partire da settembre 2021. Battistelli subentrerà a Daniele Spini, il cui incarico terminerà nell'agosto 2021 e non sarà prorogabile.
In questi ultimi mesi, nonostante lo stato di emergenza Covid 19, la Fondazione ha esaminato oltre 50 profili di figure professionali provenienti da tutta Europa. Il cda, a seguito di una serie di colloqui virtuali, è quindi pervenuto alla scelta di Giorgio Battistelli, in virtù del suo curriculum professionale, dell'esperienza pluriennale come direttore artistico di vari Enti e Istituzioni, quali l'Opera di Roma, la Biennale di Venezia, l'Arena di Verona e l'Orchestra Regionale della Toscana, e per la sua visione e capacità di innovazione. Battistelli firmerà, quindi, la programmazione sinfonica da settembre 2021 fino ad agosto 2024. (ANSA)
In questi ultimi mesi, nonostante lo stato di emergenza Covid 19, la Fondazione ha esaminato oltre 50 profili di figure professionali provenienti da tutta Europa. Il cda, a seguito di una serie di colloqui virtuali, è quindi pervenuto alla scelta di Giorgio Battistelli, in virtù del suo curriculum professionale, dell'esperienza pluriennale come direttore artistico di vari Enti e Istituzioni, quali l'Opera di Roma, la Biennale di Venezia, l'Arena di Verona e l'Orchestra Regionale della Toscana, e per la sua visione e capacità di innovazione. Battistelli firmerà, quindi, la programmazione sinfonica da settembre 2021 fino ad agosto 2024. (ANSA)
Festival di VIlla Solomei lungo un giorno solo , 4 luglio, ha annunciato la Fondazione Brunello e Federica Cucinelli
Pur se in versione "mini" il Festival Villa Solomei ci sarà anche quest'anno. Ad annunciare questa particolare 22/a edizione, che si concentrerà in una sola giornata (4 luglio) e con tre concerti, è la Fondazione Brunello e Federica Cucinelli.
Le note saranno da quelle di Mozart alla musica del mondo fino alla tradizione organistica d'oltralpe. "Il festival quest'anno non vestirà i colori di nessuna bandiera straniera, non avrà ospiti di grido e si farà piccolo piccolo ma ci sarà" sottolineano gli organizzatori. Che danno quindi appuntamento al "miniFestival" di Solomeo "carichi di energia e spinti dalla voglia di fare, dalla voglia di dare un segnale". Con modalità di accesso riviste, in ottemperanza alle linee guida per la riapertura delle attività anche dello spettacolo dal vivo dopo l'emergenza Covid-19, i concerti saranno comunque gratuiti. (ANSA).
Le note saranno da quelle di Mozart alla musica del mondo fino alla tradizione organistica d'oltralpe. "Il festival quest'anno non vestirà i colori di nessuna bandiera straniera, non avrà ospiti di grido e si farà piccolo piccolo ma ci sarà" sottolineano gli organizzatori. Che danno quindi appuntamento al "miniFestival" di Solomeo "carichi di energia e spinti dalla voglia di fare, dalla voglia di dare un segnale". Con modalità di accesso riviste, in ottemperanza alle linee guida per la riapertura delle attività anche dello spettacolo dal vivo dopo l'emergenza Covid-19, i concerti saranno comunque gratuiti. (ANSA).
Al Museo Puccini di Lucca( casa natale), il Ventagflio che Toscanini donò ad Elvira, all'indomani della ripresa di 'Butterfly' alla Scala ( 1925)
"A donna Elvira Puccini per la Première della Butterflaina. Milano Toscanini": è quanto scrisse Arturo Toscanini sul ventaglio che donò a Elvira Bonturi, moglie di Giacomo Puccini, in occasione della prima diretta il 29 novembre 1925 alla Scala per commemorare l'anniversario della morte dell'amico compositore e a cui seguirono undici repliche.
Adesso questo ventaglio, finito poi alla famiglia Orlandini, viene oggi donato da Claudio e Mauro Orlandini al museo Casa natale Giacomo Puccini di Lucca.
Verosimilmente è un oggetto di scena, è in legno, ha diametro di 80 centimetri e è decorato su entrambi i lati con immagini di gusto e atmosfera orientale.
Su una delle stecche la dedica di Toscanini che quella sera portò in scena Madama Butterfly dopo il memorabile fiasco del 1904 per il quale Toscanini gli vietò addirittura l'ingresso in teatro e a cui Puccini rispose con epiteti infamanti. L'amicizia tra i due, scaturita dal primo incontro il 17 marzo 1894 per 'Manon Lescaut', è durata fino alla morte di Puccini tra alti e bassi, litigi e grandi collaborazioni. (ANSA).
Adesso questo ventaglio, finito poi alla famiglia Orlandini, viene oggi donato da Claudio e Mauro Orlandini al museo Casa natale Giacomo Puccini di Lucca.
Verosimilmente è un oggetto di scena, è in legno, ha diametro di 80 centimetri e è decorato su entrambi i lati con immagini di gusto e atmosfera orientale.
Su una delle stecche la dedica di Toscanini che quella sera portò in scena Madama Butterfly dopo il memorabile fiasco del 1904 per il quale Toscanini gli vietò addirittura l'ingresso in teatro e a cui Puccini rispose con epiteti infamanti. L'amicizia tra i due, scaturita dal primo incontro il 17 marzo 1894 per 'Manon Lescaut', è durata fino alla morte di Puccini tra alti e bassi, litigi e grandi collaborazioni. (ANSA).
Gergiev oggi a Ravenna e in luglio a Lugo
Valery Gergiev raddoppia al Ravenna Festival. Tra gli interpreti da sempre più affezionati alla rassegna, il direttore russo non ha mai abbandonato la speranza di partecipare alla XXXI edizione, confermandosi subito fra gli ospiti del nuovo programma con il concerto di domenica 28 giugno alla Rocca Brancaleone, realizzato con il contributo del Gruppo Sapir. Con il maestro, l'Orchestra Giovanile Luigi Cherubini e Beatrice Rana, nome già sinonimo di perfetto controllo e profonda poesia, per il Terzo Concerto di Beethoven; completa il programma, tutto dedicato al compositore di Bonn, la Pastorale.
E all'evento di questa domenica si aggiunge ora l'annuncio di un secondo concerto con Gergiev sul podio: sbarcherà in Italia l'Orchestra del Teatro Mariinsky, per riunirsi al proprio direttore lunedì 27 luglio, alle 21.30 al Pavaglione di Lugo, e arricchire il cartellone sinfonico di un appuntamento organizzato in collaborazione con Ravello Festival. Le prevendite per il nuovo concerto si aprono sabato 27 giugno alle 10, online su www.ravennafestival.org. (ANSA).
E all'evento di questa domenica si aggiunge ora l'annuncio di un secondo concerto con Gergiev sul podio: sbarcherà in Italia l'Orchestra del Teatro Mariinsky, per riunirsi al proprio direttore lunedì 27 luglio, alle 21.30 al Pavaglione di Lugo, e arricchire il cartellone sinfonico di un appuntamento organizzato in collaborazione con Ravello Festival. Le prevendite per il nuovo concerto si aprono sabato 27 giugno alle 10, online su www.ravennafestival.org. (ANSA).
Ischia festival. Premi ad Andrea Sannino, Sumi Jo e a Jacopo Mastrangelo, divenuto famoso per la sua esibizione suì tetti di Roma
Va ad Andrea Sannino, autore della canzone 'Abbracciame', l'Ischia People Award del 18esimo Global Film & Music Festival (12-19 luglio), premio quest'anno dedicato agli artisti che hanno dato un particolare contributo nei giorni del lockdown.
Riconoscimento anche al celebre soprano coreano Sumi Jo, simbolo della città di Seul. ''Abbracciame è stato un autentico inno che ha unito l'Italia dei balconi portando nel mondo l'immagine di un paese ricco di sentimenti e più forte della pandemia, un brano che resterà. Sumi Jo è una artista straordinaria, da sempre particolarmente legata all'Italia'' spiega Tony Renis, presidente onorario del festival, che consegnerà un riconoscimento anche al giovane chitarrista Jacopo Mastrangelo, divenuto celebre sulla rete per i suoi live romani dai tetti, dinanzi a una Piazza Navona deserta. Andrea Sannino ha oggi all'attivo un milione di visualizzazioni sul suo canale youtube per il celebre pezzo, cantato spontaneamente in un flash mob dai balconi di un condominio in provincia di Napoli, nei primi giorni del lockdown. Le immagini riprese dai cellulari e postate sui social hanno commosso la rete e sono state rilanciate da telegiornali e trasmissioni televisive. (ANSA).
Riconoscimento anche al celebre soprano coreano Sumi Jo, simbolo della città di Seul. ''Abbracciame è stato un autentico inno che ha unito l'Italia dei balconi portando nel mondo l'immagine di un paese ricco di sentimenti e più forte della pandemia, un brano che resterà. Sumi Jo è una artista straordinaria, da sempre particolarmente legata all'Italia'' spiega Tony Renis, presidente onorario del festival, che consegnerà un riconoscimento anche al giovane chitarrista Jacopo Mastrangelo, divenuto celebre sulla rete per i suoi live romani dai tetti, dinanzi a una Piazza Navona deserta. Andrea Sannino ha oggi all'attivo un milione di visualizzazioni sul suo canale youtube per il celebre pezzo, cantato spontaneamente in un flash mob dai balconi di un condominio in provincia di Napoli, nei primi giorni del lockdown. Le immagini riprese dai cellulari e postate sui social hanno commosso la rete e sono state rilanciate da telegiornali e trasmissioni televisive. (ANSA).
Paolo Fresu alle compagnie aeree. che facciamo con gli strumenti? Anche quelli in stiva? assurdo ed impossibile ( da LA REPUBBLICA)
Attendevamo con ansia l'ultima novità sul coronavirus: quella dell'impossibilità di viaggiare in aereo con un trolley in cabina. Le nuove misure per i viaggiatori entreranno in vigore oggi, seppure siano state anticipate dal DPCM dell'undici giugno. L'Enac ha comunicato che, per motivi di sicurezza in relazione al Covid-19, portare i trolley da posizionare in cappelliera incita all'assembramento. Nonostante i viaggiatori, seduti alla distanza di un posto laterale ma anche nei posti davanti e dietro con distanze inferiori ad un metro, si assembrino ulteriormente al ritiro del bagaglio al nastro arrivi.
Nella vita faccio il musicista, seppure qualcuno continui a pensare che il mio non sia un mestiere per esercitarlo ho bisogno dei miei strumenti di lavoro. Questi sono una tromba e un flicorno con i quali mi accompagno da quarant'anni e che sono contenuti in un apposito trolley, dalle misure previste dalla legge del trasporto aereo, che li protegge. Inoltre viaggiano con me e in nessun altro modo perché sono la mia protesi, perché sono fragili e perché, dovessero essere persi in un transito come troppo spesso accade, non mi permettono di fare il concerto per il quale sto viaggiando.
Stesso problema ovviamente per tutti i musicisti che suonano strumenti a fiato, archi e corde con l'ovvia esclusione del pianoforte...
Con la differenza che alcuni di questi, in genere quelli che non possono stare in cabina per le eccessive dimensioni, hanno dei flightcase costruiti appositamente e spesso, invece che arrivare a Catania, vengono spediti a Cincinnati o Mumbai.
Resterebbe poi il problema dei costi dovuti al numero dei colli e al peso nonché quello del trasportare queste casse rinforzate all'arrivo in terra ferma.
Se siamo in tour per più giorni o più settimane tra aeroporti, stazioni ferroviarie e autostrade la vita diviene impossibile e inoltre le regole di ogni compagnia aerea sono diverse.
E se un musicista arrivasse dall'estero con una compagnia straniera dovrebbe lasciare, all'arrivo in un aeroporto italiano, i suoi strumenti personali in balia delle società aeroportuali preparandosi a fare file infinite ai "Lost & Found" per dichiarare la perdita degli strumenti o peggio ancora il danneggiamento.
Strumenti unici costruiti appositamente per noi, che ci hanno accompagnato per anni e che, come un bimbo, con noi sono cresciuti.
Lascereste un bimbo in stiva?
Dopo quattro mesi di lockdown riaprono le attività dello spettacolo.
Ne siamo felici e non vedevamo l'ora di riprendere, senza dimenticare che lo spettacolo dal vivo è stata la prima attività ad essersi fermata e l'ultima a ripartire.
Proprio ora che mi riapproprio della mia vita artistica e professionale non posso muovermi con i miei strumenti di lavoro, come non potranno viaggiare i tanti colleghi già fortemente vessati dalla difficile situazione che stiamo vivendo e che ha lasciato il nostro mondo in condizioni tragiche.
E se fosse in treno e non in aereo?
Nelle carrozze pare che i trolley si possano portare come del resto gli altri bagagli (compreso un contrabbasso) e mi chiedo quali siano le differenze tra gli assembramenti da coronavaligia.
È dalla Sardegna però che devo raggiungere il Continente e non so nuotare: un vero sardo con difficoltà di continuità territoriale?
Sì ma, soprattutto, problemi di trasporto strumenti musicali perché da oggi potranno viaggiare solo i musicisti che suonano l'armonica a bocca, l'ottavino e lo scacciapensieri.
Vista l'assurda regola, l'idiofono con la piccola linguetta metallica a forma di ferro di cavallo sarà il più suonato in tutto lo stivale e il nome non può essere più adeguato alla contingenza di ora: su un aereo scaccia i pensieri rispetto a una tromba o un violino.
Intanto ci si assembra agli aperitivi, e alle feste delle partite di calcio.
Ci assembriamo dappertutto ma gli aeroporti sono spettrali, eccetto Fiumicino e Malpensa dove si sosta in transito verso altre destinazioni.
In più si infittiscono i misteri: ad esempio il fatto che non ci sia il limone al bar, e che non ci si possa sedere per mangiare un panino ma si stia invece accalcati al bancone.
L'altro mistero è come si possa, con queste regole, pensare di incentivare il turismo in un momento in cui questa è una delle chiavi per leggere la rinascita economica delle nostre comunità.
Se chi va verso le località marittime può mettere un costume in tasca chi va in montagna cosa porta con sé come bagaglio a mano da collocare sotto il sedile, avendone peraltro uno vuoto a fianco?
Qualcuno ha parlato di tecnocrazia cervellotica.
Io parlerei di esasperata idiosincrasia e, in questo caso specifico, di poca conoscenza e rispetto per la musica e l'arte.
Nella vita faccio il musicista, seppure qualcuno continui a pensare che il mio non sia un mestiere per esercitarlo ho bisogno dei miei strumenti di lavoro. Questi sono una tromba e un flicorno con i quali mi accompagno da quarant'anni e che sono contenuti in un apposito trolley, dalle misure previste dalla legge del trasporto aereo, che li protegge. Inoltre viaggiano con me e in nessun altro modo perché sono la mia protesi, perché sono fragili e perché, dovessero essere persi in un transito come troppo spesso accade, non mi permettono di fare il concerto per il quale sto viaggiando.
Stesso problema ovviamente per tutti i musicisti che suonano strumenti a fiato, archi e corde con l'ovvia esclusione del pianoforte...
Con la differenza che alcuni di questi, in genere quelli che non possono stare in cabina per le eccessive dimensioni, hanno dei flightcase costruiti appositamente e spesso, invece che arrivare a Catania, vengono spediti a Cincinnati o Mumbai.
Resterebbe poi il problema dei costi dovuti al numero dei colli e al peso nonché quello del trasportare queste casse rinforzate all'arrivo in terra ferma.
Se siamo in tour per più giorni o più settimane tra aeroporti, stazioni ferroviarie e autostrade la vita diviene impossibile e inoltre le regole di ogni compagnia aerea sono diverse.
E se un musicista arrivasse dall'estero con una compagnia straniera dovrebbe lasciare, all'arrivo in un aeroporto italiano, i suoi strumenti personali in balia delle società aeroportuali preparandosi a fare file infinite ai "Lost & Found" per dichiarare la perdita degli strumenti o peggio ancora il danneggiamento.
Strumenti unici costruiti appositamente per noi, che ci hanno accompagnato per anni e che, come un bimbo, con noi sono cresciuti.
Lascereste un bimbo in stiva?
Dopo quattro mesi di lockdown riaprono le attività dello spettacolo.
Ne siamo felici e non vedevamo l'ora di riprendere, senza dimenticare che lo spettacolo dal vivo è stata la prima attività ad essersi fermata e l'ultima a ripartire.
Proprio ora che mi riapproprio della mia vita artistica e professionale non posso muovermi con i miei strumenti di lavoro, come non potranno viaggiare i tanti colleghi già fortemente vessati dalla difficile situazione che stiamo vivendo e che ha lasciato il nostro mondo in condizioni tragiche.
E se fosse in treno e non in aereo?
Nelle carrozze pare che i trolley si possano portare come del resto gli altri bagagli (compreso un contrabbasso) e mi chiedo quali siano le differenze tra gli assembramenti da coronavaligia.
È dalla Sardegna però che devo raggiungere il Continente e non so nuotare: un vero sardo con difficoltà di continuità territoriale?
Sì ma, soprattutto, problemi di trasporto strumenti musicali perché da oggi potranno viaggiare solo i musicisti che suonano l'armonica a bocca, l'ottavino e lo scacciapensieri.
Vista l'assurda regola, l'idiofono con la piccola linguetta metallica a forma di ferro di cavallo sarà il più suonato in tutto lo stivale e il nome non può essere più adeguato alla contingenza di ora: su un aereo scaccia i pensieri rispetto a una tromba o un violino.
Intanto ci si assembra agli aperitivi, e alle feste delle partite di calcio.
Ci assembriamo dappertutto ma gli aeroporti sono spettrali, eccetto Fiumicino e Malpensa dove si sosta in transito verso altre destinazioni.
In più si infittiscono i misteri: ad esempio il fatto che non ci sia il limone al bar, e che non ci si possa sedere per mangiare un panino ma si stia invece accalcati al bancone.
L'altro mistero è come si possa, con queste regole, pensare di incentivare il turismo in un momento in cui questa è una delle chiavi per leggere la rinascita economica delle nostre comunità.
Se chi va verso le località marittime può mettere un costume in tasca chi va in montagna cosa porta con sé come bagaglio a mano da collocare sotto il sedile, avendone peraltro uno vuoto a fianco?
Qualcuno ha parlato di tecnocrazia cervellotica.
Io parlerei di esasperata idiosincrasia e, in questo caso specifico, di poca conoscenza e rispetto per la musica e l'arte.
venerdì 26 giugno 2020
Riccardo Muti agli Stati generali, è stato invitato? ( Corriere della Sera)
«No, comunque non ci sarei andato. Il problema della cultura è serio, non si risolve esponendo un’idea che poi muore lì. Io l’ho detto cento volte: i teatri abbandonati dovrebbero essere riaperti e dati ai giovani talenti: attori, musicisti, ballerini»
Dall'editore DEDALO di Bari, libri in formato 'da viaggio'. Collana 'LE GRANDI VOCI'
Da filologo puro, il suo manoscritto è arrivato in casa editrice scritto letteralmente a mano. Luciano Canfora, raro intellettuale capace di coniugare la voce cristallina e contemporanea di chi guarda e legge il mondo com'è ora al saldo passo dello studioso plasmato dalla visione diritta dei classici, ha messo da parte quello che già aveva scritto sul Fascismo, tema caldo prima del Covid, e ha voluto riflettere sull'Europa al confronto inedito, scioccante, con una pandemia.
Così, s'intitolerà 'Europa gigante incatenato', il suo testo, pensato in forma di lectio magistralis, che al principio di luglio inaugurerà la nuova collana " Le grandi voci" delle Edizioni Dedalo, testi brevi, agili, piccoli anche nel formato 13 per 18. " Quando l'abbiamo pensata, immaginavamo una lettura che durasse un viaggio in treno, o in aereo, poi la gente si è fermata, il concetto stesso del viaggiare è mutato. Ma invece di rimandare la pubblicazione a settembre, così come avevamo ipotizzato, abbiamo deciso di andare in stampa comunque, provarci, anche perché i dati della rete di promozione di giugno, inaspettatamente sono stati incoraggianti, parlano di una possibile ripresa, e quel che accadrà dopo l'estate resta una grande incognita".
Ancora una volta, Claudia Coga, direttrice della barese Dedalo, non si perde d'animo e rilancia, chiamando a raccolta scienziati di prestigio, divulgatori di ampia fama, esponenti della cultura italiana. "L'idea ci è venuta pensando proprio alle loro lezioni splendide, agli interventi, agli incontri che tengono su temi a loro cari in giro per l'Italia, per il mondo, e magari vanno un po' perse, mentre andrebbero fermate in un testo e rese accessibili a più gente possibile". Per Canfora, in particolare, " proprio perché aveva deciso di cambiare il suo libro radicalmente, riflettendo sull'Europa sottomessa all'America, sulla sua stessa funzione, abbiamo pensato che, per quanto di una validità senza tempo, non era possibile aspettare settembre ".
Come si legge nella scheda del volumetto, 80 pagine in tutto,
" questo libro mette in luce per quali ragioni, economiche, politiche, strategiche e culturali, l'Europa - attualmente in piena crisi - può salvarsi: se cesserà di essere " atlantica", nel senso fazioso che questo termine ha assunto, e diventerà finalmente europea, mediterranea e continentale. Non più suddita del potente ex-alleato ma padrona dei propri destini sullo scenario mondiale".
L'11 luglio Canfora presenterà Europa gigante incatenato al " Libro possibile" di Polignano. Stessa riflessione che ha richiesto l'altro libro della collana Il cielo è di tutti, che esce anche il 9 luglio, scritto da Patrizia Caraveo, dirigente di ricerca all'Istituto nazionale di Astrofisica ( Inaf), scienziata e collaboratrice di missioni spaziali internazionali. "Anche con lei, che sarà al festival di Polignano l'8 luglio, ci siamo dette che andava pubblicato, perché proprio d'estate alziamo di più gli occhi verso il cielo". Cielo che, come si apprende dalla pubblicazione - " è inquinato, non solo dalle emissioni di anidride carbonica, ma anche da rifiuti ben più grossi, satelliti e detriti spaziali che affollano sempre più il nostro spazio. L'Unesco ha definito la volta celeste un patrimonio dell'umanità, purtroppo, però, l'oscurità della notte è messa in serio pericolo dalle luci parassite con le quali stiamo creando una nuova subdola forma di inquinamento, quello luminoso. E l'Italia gode del non invidiabile primato di essere uno dei Paesi industrializzati con il più alto inquinamento luminoso".
I prossimi titoli sono già pronti: a settembre tocca a Nicola Armaroli con Emergenza energia. Non abbiamo più tempo; saranno in libreria a ottobre Elena Ioli con Il clima che cambia. Viaggio in Antartide ed Emanuele Arciuli con La bellezza della nuova musica. Seguiranno Luca Bonfanti, Gianfranco Pacchioni, Stefano Sandrelli e, nel 2022, molto probabilmente anche Piergiorgio Odrifreddi: la collana ha subito suscitato entusiasmo e conseguenti adesioni. " Mi piace pensare - conclude la direttrice Coga - che questa serie, grazie alle voci di autorevoli figure che scrivono su argomenti di cui sono inequivocabilmente esperti, sia, nella congerie di informazioni, notizie, dati che circolano in rete, soprattutto in un periodo come questo, un ponte ben saldo che ci aiuti ad attraversare un fiume fuori controllo".
Così, s'intitolerà 'Europa gigante incatenato', il suo testo, pensato in forma di lectio magistralis, che al principio di luglio inaugurerà la nuova collana " Le grandi voci" delle Edizioni Dedalo, testi brevi, agili, piccoli anche nel formato 13 per 18. " Quando l'abbiamo pensata, immaginavamo una lettura che durasse un viaggio in treno, o in aereo, poi la gente si è fermata, il concetto stesso del viaggiare è mutato. Ma invece di rimandare la pubblicazione a settembre, così come avevamo ipotizzato, abbiamo deciso di andare in stampa comunque, provarci, anche perché i dati della rete di promozione di giugno, inaspettatamente sono stati incoraggianti, parlano di una possibile ripresa, e quel che accadrà dopo l'estate resta una grande incognita".
Ancora una volta, Claudia Coga, direttrice della barese Dedalo, non si perde d'animo e rilancia, chiamando a raccolta scienziati di prestigio, divulgatori di ampia fama, esponenti della cultura italiana. "L'idea ci è venuta pensando proprio alle loro lezioni splendide, agli interventi, agli incontri che tengono su temi a loro cari in giro per l'Italia, per il mondo, e magari vanno un po' perse, mentre andrebbero fermate in un testo e rese accessibili a più gente possibile". Per Canfora, in particolare, " proprio perché aveva deciso di cambiare il suo libro radicalmente, riflettendo sull'Europa sottomessa all'America, sulla sua stessa funzione, abbiamo pensato che, per quanto di una validità senza tempo, non era possibile aspettare settembre ".
Come si legge nella scheda del volumetto, 80 pagine in tutto,
" questo libro mette in luce per quali ragioni, economiche, politiche, strategiche e culturali, l'Europa - attualmente in piena crisi - può salvarsi: se cesserà di essere " atlantica", nel senso fazioso che questo termine ha assunto, e diventerà finalmente europea, mediterranea e continentale. Non più suddita del potente ex-alleato ma padrona dei propri destini sullo scenario mondiale".
L'11 luglio Canfora presenterà Europa gigante incatenato al " Libro possibile" di Polignano. Stessa riflessione che ha richiesto l'altro libro della collana Il cielo è di tutti, che esce anche il 9 luglio, scritto da Patrizia Caraveo, dirigente di ricerca all'Istituto nazionale di Astrofisica ( Inaf), scienziata e collaboratrice di missioni spaziali internazionali. "Anche con lei, che sarà al festival di Polignano l'8 luglio, ci siamo dette che andava pubblicato, perché proprio d'estate alziamo di più gli occhi verso il cielo". Cielo che, come si apprende dalla pubblicazione - " è inquinato, non solo dalle emissioni di anidride carbonica, ma anche da rifiuti ben più grossi, satelliti e detriti spaziali che affollano sempre più il nostro spazio. L'Unesco ha definito la volta celeste un patrimonio dell'umanità, purtroppo, però, l'oscurità della notte è messa in serio pericolo dalle luci parassite con le quali stiamo creando una nuova subdola forma di inquinamento, quello luminoso. E l'Italia gode del non invidiabile primato di essere uno dei Paesi industrializzati con il più alto inquinamento luminoso".
I prossimi titoli sono già pronti: a settembre tocca a Nicola Armaroli con Emergenza energia. Non abbiamo più tempo; saranno in libreria a ottobre Elena Ioli con Il clima che cambia. Viaggio in Antartide ed Emanuele Arciuli con La bellezza della nuova musica. Seguiranno Luca Bonfanti, Gianfranco Pacchioni, Stefano Sandrelli e, nel 2022, molto probabilmente anche Piergiorgio Odrifreddi: la collana ha subito suscitato entusiasmo e conseguenti adesioni. " Mi piace pensare - conclude la direttrice Coga - che questa serie, grazie alle voci di autorevoli figure che scrivono su argomenti di cui sono inequivocabilmente esperti, sia, nella congerie di informazioni, notizie, dati che circolano in rete, soprattutto in un periodo come questo, un ponte ben saldo che ci aiuti ad attraversare un fiume fuori controllo".
Sagra Musicale Umbra a settembre. Tutto Beethoven. Il nuovo direttore artistico, Enrico Bronzi annuncia chec i sarà anche 'ser ciappelletto'
"Ludwig l'indispensabile. La libertà sopra ogni cosa" è il tema della 75/a edizione della Sagra musicale umbra, rassegna di genere sacro più antica d'Italia, si terrà dal 3 al 13 settembre a Perugia, Spoleto e Norcia. Dopo il periodo di chiusura dell'attività concertistica dovuto al lockdown da Covid-19, la Fondazione Perugia musica classica ha ora annunciato che si terrà anche quest'anno pur se condizionata dalle regole di sicurezza anti contagio.
Il filo conduttore di quest'edizione sarà quindi un omaggio a Ludwig van Beethoven, in particolare attraverso l'esecuzione integrale delle 32 Sonate per pianoforte eseguite da Filippo Gamba (progetto in 10 parti), ma anche con altri concerti di grande interesse.
Il festival valorizzerà soprattutto i musicisti locali, in particolare saranno protagonisti l'Orchestra da Camera di Perugia con 4 concerti e Marco Scolastra, con un progetto dal titolo 'The young Beethoven' che oltre al pianista avrà come protagonista la voce narrante di Sandro Cappelletto. Due concerti (Trio Chagall e Quartetto Henao) sono inoltre inseriti in un progetto nazionale dal titolo "Musica con Vista".
La Sagra musicale umbra celebrerà così, come afferma il direttore artistico Enrico Bronzi, "la ricorrenza musicale più importante dell'anno, i 250 anni dalla nascita di uno dei compositori più amati di sempre". (ANSA).
Il filo conduttore di quest'edizione sarà quindi un omaggio a Ludwig van Beethoven, in particolare attraverso l'esecuzione integrale delle 32 Sonate per pianoforte eseguite da Filippo Gamba (progetto in 10 parti), ma anche con altri concerti di grande interesse.
Il festival valorizzerà soprattutto i musicisti locali, in particolare saranno protagonisti l'Orchestra da Camera di Perugia con 4 concerti e Marco Scolastra, con un progetto dal titolo 'The young Beethoven' che oltre al pianista avrà come protagonista la voce narrante di Sandro Cappelletto. Due concerti (Trio Chagall e Quartetto Henao) sono inoltre inseriti in un progetto nazionale dal titolo "Musica con Vista".
La Sagra musicale umbra celebrerà così, come afferma il direttore artistico Enrico Bronzi, "la ricorrenza musicale più importante dell'anno, i 250 anni dalla nascita di uno dei compositori più amati di sempre". (ANSA).
Teatro Comunale di Bologna. L'orchestra a ranghi ridotti e in platea torna a suonare. Il pubblico, nei palchi, applaude
A distanza di quattro mesi dall'ultima recita, il 23 febbraio, di Madama Butterfly, le note sono tornate a risuonare ieri sera nella sala del Bibiena del Teatro Comunale di Bologna: ad alzare la bacchetta è stato, non casualmente, Michele Mariotti, il maestro che dal 2007 è stato più presente in quella sala, prima come direttore principale poi come direttore musicale. Per questo sia la sua ormai ex orchestra che il pubblico lo hanno accolto con grande calore, ma anche con emozione e un pizzico di malinconia dopo il lungo periodo di chiusura.
Una serata particolare dedicata agli sponsor e a tutti coloro che sono stati vicini al Comunale in questi mesi, aperta simbolicamente con le note di Gluck, la Danza degli Spiriti beati dall'Orfeo ed Euridice, il compositore al quale nel 1763 venne commissionata Il trionfo di Clelia, l'opera che aprì il teatro. Anche per il concerto di ieri sera spettatori e orchestra (un organico ridotto a 45 elementi) ha osservato le regole del distanziamento sociale, indossato la mascherina e sanificate le mani. Poi, dopo il saluto e i ringraziamenti del sovrintendente Fulvio Macciardi, la musica ha preso il sopravvento pur in un'atmosfera particolare, con gli strumentisti sistemati nell'ampia platea e il pubblico nei palchi.
Alla partitura gluckiana, Michele Mariotti ha fatto seguire le più conosciute Sinfonia n. 25 in sol minore di Mozart e Sinfonia n. 5 in do minore di Beethoven. Un programma in buona parte legato alla città di Bologna poiché anche Mozart, giovanissimo, vi soggiornò per un esame con Padre Giovanbattista Martini. Di Beethoven quest'anno ricorre poi il 250/esimo anniversario della nascita, e dunque, un omaggio obbligato. Visibilmente emozionato, Michele Mariotti ha diretto con lo slancio consueto, a dimostrazione che il feeling che aveva stabilito in tanti anni di collaborazione con i professori dell'Orchestra del Comunale è più che mai vivo. Al termine successo caloroso per tutti. (ANSA).
Una serata particolare dedicata agli sponsor e a tutti coloro che sono stati vicini al Comunale in questi mesi, aperta simbolicamente con le note di Gluck, la Danza degli Spiriti beati dall'Orfeo ed Euridice, il compositore al quale nel 1763 venne commissionata Il trionfo di Clelia, l'opera che aprì il teatro. Anche per il concerto di ieri sera spettatori e orchestra (un organico ridotto a 45 elementi) ha osservato le regole del distanziamento sociale, indossato la mascherina e sanificate le mani. Poi, dopo il saluto e i ringraziamenti del sovrintendente Fulvio Macciardi, la musica ha preso il sopravvento pur in un'atmosfera particolare, con gli strumentisti sistemati nell'ampia platea e il pubblico nei palchi.
Alla partitura gluckiana, Michele Mariotti ha fatto seguire le più conosciute Sinfonia n. 25 in sol minore di Mozart e Sinfonia n. 5 in do minore di Beethoven. Un programma in buona parte legato alla città di Bologna poiché anche Mozart, giovanissimo, vi soggiornò per un esame con Padre Giovanbattista Martini. Di Beethoven quest'anno ricorre poi il 250/esimo anniversario della nascita, e dunque, un omaggio obbligato. Visibilmente emozionato, Michele Mariotti ha diretto con lo slancio consueto, a dimostrazione che il feeling che aveva stabilito in tanti anni di collaborazione con i professori dell'Orchestra del Comunale è più che mai vivo. Al termine successo caloroso per tutti. (ANSA).
Vincenzo Bellini. Il vero volto del musicista sarebbe quello dipinto da Angelo D'Agata, del quale una copia è conservato all'Università di Catania
Uno studio dell'università di Catania ha dato un volto più verosimile al compositore Vincenzo Bellini e posto dei seri dubbi sul duo decesso. Le indagini sono state condotte da due gruppi di ricercatori dell'Ateneo e potrebbero anche far luce sulle cause della sua morte. La versione ufficiale parlò di infezione intestinale, ma alcuni storici hanno ipotizzato una morte per avvelenamento.
Il risultato della ricerca è stato la ricostruzione in 3D del possibile vero viso di Bellini. Secondo queste conclusioni ad essere inattendibile sarebbe proprio il referto autoptico ufficiale e ciò potrebbe aprire nuovi sviluppi sulle cause del decesso.
L'esame autoptico del prof. Adolphe Dalmas parlò di morte per colite ulcerosa. I ricercatori sono partiti da questo risultato, in particolare da alcune maschere del volto di Bellini.
Un primo gruppo di ricercatori ha dimostrato incongruenze con il referto medico legale ed è giunto alla conclusione che se ad essere valido fosse il referto di Dalmas, le maschere sarebbero incompatibili con il volto del musicista pur essendo riconducibili a uno stesso volto. Se invece le maschere fossero effettivamente di Bellini, allora l'analisi autoptica di Dalmas sarebbe inattendibile.
Un secondo gruppo di ricercatori ha sviluppato un software per la comparazione tra la maschera mortuaria del Museo Belliniano e 14 ritratti del compositore dell'epoca e individuato 16 punti chiave antropometrici, che sono stati analizzati e comparati con i relativi landmark.
Il punteggio più alto è stato assegnato all'opera del maestro Angelo D'Agata, che è risultata quindi la più simile al vero volto del Bellini. Copia del quadro è ora conservata nel "Museo dei Saperi e delle Mirabilia siciliane", nel Palazzo centrale dell'Università di Catania. (ANSA).
Il risultato della ricerca è stato la ricostruzione in 3D del possibile vero viso di Bellini. Secondo queste conclusioni ad essere inattendibile sarebbe proprio il referto autoptico ufficiale e ciò potrebbe aprire nuovi sviluppi sulle cause del decesso.
L'esame autoptico del prof. Adolphe Dalmas parlò di morte per colite ulcerosa. I ricercatori sono partiti da questo risultato, in particolare da alcune maschere del volto di Bellini.
Un primo gruppo di ricercatori ha dimostrato incongruenze con il referto medico legale ed è giunto alla conclusione che se ad essere valido fosse il referto di Dalmas, le maschere sarebbero incompatibili con il volto del musicista pur essendo riconducibili a uno stesso volto. Se invece le maschere fossero effettivamente di Bellini, allora l'analisi autoptica di Dalmas sarebbe inattendibile.
Un secondo gruppo di ricercatori ha sviluppato un software per la comparazione tra la maschera mortuaria del Museo Belliniano e 14 ritratti del compositore dell'epoca e individuato 16 punti chiave antropometrici, che sono stati analizzati e comparati con i relativi landmark.
Il punteggio più alto è stato assegnato all'opera del maestro Angelo D'Agata, che è risultata quindi la più simile al vero volto del Bellini. Copia del quadro è ora conservata nel "Museo dei Saperi e delle Mirabilia siciliane", nel Palazzo centrale dell'Università di Catania. (ANSA).
Si tornerà lentamente nei teatri anche in Italia. Ma 'cum judicio'
Più ottimisti rispetto all'Inghilterra, senza significative differenze fra regioni, attenti a limitare il contagio (e ciò fa temere una flessione al botteghino, soprattutto nei primi mesi di riapertura) ma desiderosi, e molto, di applaudire nuovamente gli spettacoli dal vivo, a partire dai più giovani.
E' l'identikit degli spettatori italiani dopo il Covid19, come viene tratteggiato dalla ricerca "After the interval - Dopo l'intervallo" svolta in Italia fra il 27 maggio e il 19 giugno 2020 e ispirata da un analogo sondaggio svolto in Gran Bretagna. La ricerca è stata promossa dal Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia in partnership con la società inglese INDIGO e in collaborazione con Assomusica e Agis; una indagine che ha raccolto 32.000 risposte.
I risultati: si respira innanzitutto un generale maggiore ottimismo rispetto all'Inghilterra (motivato anche dal fatto che la ricerca si è svolta: in Italia in una fase meno drammatica dell'emergenza). Il 96 per cento degli spettatori ha sentito la mancanza degli eventi dal vivo (93% in Inghilterra), e il 30,5% di questi sta già comprando - o pensa di comprare a breve - biglietti per spettacoli (nel Regno Unito lo fa il 17%). Il sentiment è diffuso sul territorio italiano, Lombardia compresa.
Anagraficamente, se i più giovani ritorneranno nei luoghi di spettacolo con maggior fiducia e nell'immediato, appaiono più preoccupati gli spettatori di fascia matura: una parte attenderà a lungo prima di prenotare nuovi eventi (il 24% attenderà 3-4 mesi, il 18% fino a 6 mesi). E' per questo che organizzatori e teatri ipotizzano - soprattutto nei primi mesi di riapertura - una flessione nella presenza di pubblico fino al 20-25%. (ANSA).
E' l'identikit degli spettatori italiani dopo il Covid19, come viene tratteggiato dalla ricerca "After the interval - Dopo l'intervallo" svolta in Italia fra il 27 maggio e il 19 giugno 2020 e ispirata da un analogo sondaggio svolto in Gran Bretagna. La ricerca è stata promossa dal Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia in partnership con la società inglese INDIGO e in collaborazione con Assomusica e Agis; una indagine che ha raccolto 32.000 risposte.
I risultati: si respira innanzitutto un generale maggiore ottimismo rispetto all'Inghilterra (motivato anche dal fatto che la ricerca si è svolta: in Italia in una fase meno drammatica dell'emergenza). Il 96 per cento degli spettatori ha sentito la mancanza degli eventi dal vivo (93% in Inghilterra), e il 30,5% di questi sta già comprando - o pensa di comprare a breve - biglietti per spettacoli (nel Regno Unito lo fa il 17%). Il sentiment è diffuso sul territorio italiano, Lombardia compresa.
Anagraficamente, se i più giovani ritorneranno nei luoghi di spettacolo con maggior fiducia e nell'immediato, appaiono più preoccupati gli spettatori di fascia matura: una parte attenderà a lungo prima di prenotare nuovi eventi (il 24% attenderà 3-4 mesi, il 18% fino a 6 mesi). E' per questo che organizzatori e teatri ipotizzano - soprattutto nei primi mesi di riapertura - una flessione nella presenza di pubblico fino al 20-25%. (ANSA).
La Filarmonica della Scala a piccoli gruppi suona in tutta Milano
La Filarmonica della Scala è tornata a esibirsi per la prima volta dalla fine del lockdown dando un abbraccio ideale a tutta la città.
Per farlo (e rispettare le norme anticovid) si è divisa in otto ensemble più o meno piccoli che si sono esibiti tutti alla stessa ora, le 19.30, in altrettanti luoghi della città: dal giardino della casa degli Atellani, a due passi dal Cenacolo vinciano, al cortile dell'università Statale al più periferico Mare Culturale Urbano.
Diverse le formazioni e diversi i programmi, che però hanno avuto un punto di incontro alla fine. Tutti infatti hanno eseguito come bis il Canone di Pachelbel, che avevano già eseguito ciascuno dal proprio balcone in un flash mob a cui hanno invitato tutti a partecipare il giorno di Pasqua, nel periodo di massima chiusura.
Anche con il 'tutto esaurito' dei concerti gratuiti ma con prenotazione obbligatoria (altrettanti sono in programma oggi e domenica) sarà possibile comunque seguire in diretta un concerto a sera in streaming 5G grazie alla partnership della Filarmonica con Vodafone. (ANSA).
Per farlo (e rispettare le norme anticovid) si è divisa in otto ensemble più o meno piccoli che si sono esibiti tutti alla stessa ora, le 19.30, in altrettanti luoghi della città: dal giardino della casa degli Atellani, a due passi dal Cenacolo vinciano, al cortile dell'università Statale al più periferico Mare Culturale Urbano.
Diverse le formazioni e diversi i programmi, che però hanno avuto un punto di incontro alla fine. Tutti infatti hanno eseguito come bis il Canone di Pachelbel, che avevano già eseguito ciascuno dal proprio balcone in un flash mob a cui hanno invitato tutti a partecipare il giorno di Pasqua, nel periodo di massima chiusura.
Anche con il 'tutto esaurito' dei concerti gratuiti ma con prenotazione obbligatoria (altrettanti sono in programma oggi e domenica) sarà possibile comunque seguire in diretta un concerto a sera in streaming 5G grazie alla partnership della Filarmonica con Vodafone. (ANSA).
giovedì 25 giugno 2020
I vitalizi e chi li percepisce. Duri a morire ( da IL GIORNALE, di Michele Di Lollo)
Addio al taglio dei vitalizi. Via libera della Commissione contenziosa del Senato all'annullamento della delibera del Consiglio di presidenza che, il 16 ottobre 2018, ha deciso il taglio dei privilegi. Nell'organismo, chiamato a esaminare i ricorsi presentati dai senatori, tre sono stati i voti a favore e due i contrari, stando a quanto riferiscono fonti parlamentari. Per il "no" i due senatori della Lega, Simone Pillon e Alessandra Riccardi (ex M5s da poco passata al gruppo di Matteo Salvini).
La commissione, si legge nel documento approvato, "accoglie parzialmente i ricorsi esaminati e per l'effetto annulla le disposizioni della deliberazione nella parte in cui prevedono una totale rimozione dei provvedimenti di liquidazione a suo tempo legittimamente adottati e impongono una nuova liquidazione che introduce criteri totalmente diversi".
Annullata la delibera anche nella parte in cui si "prevedono il ricalcolo dell'ammontare degli importi mediante la moltiplicazione del montante contributivo individuale per il coefficiente relativo all'età anagrafica del senatore alla data della decorrenza dell'assegno vitalizio o del trattamento previdenziale pro rata, anziché alla data dell'entrata in vigore" del taglio dei vitalizi.
Inoltre, viene annullata la parte della delibera in cui "si prevedono dei coefficienti di trasformazione che determinano sensibili riduzioni, con incidenza sulla qualità della vita, degli importi di minore entità, senza alcun effetto su quelli di importo massimo".
E la parte in cui "si prevedono criteri di correzione di temperamento dei risultati del citato ricalcolo e, comunque, non idonei a eliminare le conseguenze più gravi derivanti dall'applicazione del metodo adottato, come ha già ritenuto con sentenza del 22 aprile del 2020 il Consiglio giurisdizionale della Camera che ha annullato il comma 7 della deliberazione del Consiglio di presidenza della Camera".
E nella parte in cui "applicando gli stessi criteri anche ai trattamenti di reversibilità, non tengono conto del fatto che tali trattamenti sono già stati decurtati rispetto agli assegni diretti del 40% e che l'ulteriore riduzione prevista incide gravemente sulla qualità della vita". Il documento rinvia al "dispositivo definitivo e completo che verrà pubblicato in sede di deposito della decisione".
Il taglio dei vitalizi è stato annullato perché ritenuto ingiustificata a fronte della giurisprudenza consolidata della Corte Costituzionale e del diritto dell'Unione europea, in base alla quale di fronte a una situazione consolidata gli interventi di riduzione degli importi devono rispondere a cinque requisiti, nessuno dei quali era stato rispettato dalla delibera.
"È uno schiaffo a un Paese che soffre. La casta si tiene il malloppo, noi non molleremo mai per ripristinare lo Stato di diritto e il principio di uguaglianza. Chi dobbiamo ringraziare per questa operazione, la presidenza del Senato?", polemizza il capo politico del Movimento 5 Stelle, Vito Crimi.
La commissione, si legge nel documento approvato, "accoglie parzialmente i ricorsi esaminati e per l'effetto annulla le disposizioni della deliberazione nella parte in cui prevedono una totale rimozione dei provvedimenti di liquidazione a suo tempo legittimamente adottati e impongono una nuova liquidazione che introduce criteri totalmente diversi".
Annullata la delibera anche nella parte in cui si "prevedono il ricalcolo dell'ammontare degli importi mediante la moltiplicazione del montante contributivo individuale per il coefficiente relativo all'età anagrafica del senatore alla data della decorrenza dell'assegno vitalizio o del trattamento previdenziale pro rata, anziché alla data dell'entrata in vigore" del taglio dei vitalizi.
Inoltre, viene annullata la parte della delibera in cui "si prevedono dei coefficienti di trasformazione che determinano sensibili riduzioni, con incidenza sulla qualità della vita, degli importi di minore entità, senza alcun effetto su quelli di importo massimo".
E la parte in cui "si prevedono criteri di correzione di temperamento dei risultati del citato ricalcolo e, comunque, non idonei a eliminare le conseguenze più gravi derivanti dall'applicazione del metodo adottato, come ha già ritenuto con sentenza del 22 aprile del 2020 il Consiglio giurisdizionale della Camera che ha annullato il comma 7 della deliberazione del Consiglio di presidenza della Camera".
E nella parte in cui "applicando gli stessi criteri anche ai trattamenti di reversibilità, non tengono conto del fatto che tali trattamenti sono già stati decurtati rispetto agli assegni diretti del 40% e che l'ulteriore riduzione prevista incide gravemente sulla qualità della vita". Il documento rinvia al "dispositivo definitivo e completo che verrà pubblicato in sede di deposito della decisione".
Il taglio dei vitalizi è stato annullato perché ritenuto ingiustificata a fronte della giurisprudenza consolidata della Corte Costituzionale e del diritto dell'Unione europea, in base alla quale di fronte a una situazione consolidata gli interventi di riduzione degli importi devono rispondere a cinque requisiti, nessuno dei quali era stato rispettato dalla delibera.
"È uno schiaffo a un Paese che soffre. La casta si tiene il malloppo, noi non molleremo mai per ripristinare lo Stato di diritto e il principio di uguaglianza. Chi dobbiamo ringraziare per questa operazione, la presidenza del Senato?", polemizza il capo politico del Movimento 5 Stelle, Vito Crimi.
Per una volta parliamo di DONNE. Influencer, selfiste, grandisorellevip ed anche qualche videogiornalista. Hanno perso la faccia
Tante volte, prima d'ora ci siamo chiesti se fosse opportuno, nel nostro blog che si occupa solitamente d'altro, parlare anche di donne. E prima d'ora, tutte le volte, ci siamo detti che non era il caso. Ora, invece, pensiamo che qualche pensierino sulle donne più in vista, perchè sempre 'in vetrina' nel nostro paese, possiamo farlo. Qualche rarissima volta, in verità, lo abbiamo fatto parlando di una giovane direttrice d'orchestra che tiene più alla sua avvenenza che alla bravura nel mestiere che pratica.
Almeno di tre - quasi quattro - categorie, fra quelle che ogni giorno nelle News che ci arrivano su computer e telefonini, e colpiscono la nostra vista, più della nostra attenzione, vogliamo occuparci.
C'è un'altra ragione, ben più forte, che ci ha spinti ad occuparcene. Mentre sentiamo tanti sempre più spesso vantarsi che 'mettono la faccia', ad indicare che nell'assumere certe decisioni o posizioni, i diretti interessati si dichiarano apertamente, assumendosi tutte le conseguenze, nel caso delle nostre signore o signorine, tutte in giovane età, verrebbe da dire che non mettono mai la faccia, perchè 'l'hanno persa'.
In senso letterale. Da mesi di certune di esse non sappiamo più che faccia abbiano, nonostante che ogni giorno le vediamo e le sentiamo parlare. Come è possibile?
Le nostre si fotografano o si fanno fotografare 'senza faccia' , dalle spalle in giù - ma senza scendere troppo con la messa a fuoco - e, il più delle volte, di spalle e a mezza altezza, per mostrarci ciò per cui vanno più fiere.
I numerosi fans non se lo chiedono, mentre noi sì, ci domandiamo che mestiere facciano o intendano fare queste nostre signore o signorine. Bisogna che ce lo dicano, perchè noi non riusciamo più a capire quale sia la loro principale attività. Specie ora che non riusciamo a dedurla dalle loro facce, che non possiamo neppure immaginare, attratti da ciò che Loro stesse, e non altri, mettono in mostra.
Almeno questo difetto gli uomini non ce l'hanno così evidente. Forse perchè quale che sia il loro mestiere, hanno poco da mostrare, mentre le facce fanno più paura di tutto il resto.
Almeno di tre - quasi quattro - categorie, fra quelle che ogni giorno nelle News che ci arrivano su computer e telefonini, e colpiscono la nostra vista, più della nostra attenzione, vogliamo occuparci.
C'è un'altra ragione, ben più forte, che ci ha spinti ad occuparcene. Mentre sentiamo tanti sempre più spesso vantarsi che 'mettono la faccia', ad indicare che nell'assumere certe decisioni o posizioni, i diretti interessati si dichiarano apertamente, assumendosi tutte le conseguenze, nel caso delle nostre signore o signorine, tutte in giovane età, verrebbe da dire che non mettono mai la faccia, perchè 'l'hanno persa'.
In senso letterale. Da mesi di certune di esse non sappiamo più che faccia abbiano, nonostante che ogni giorno le vediamo e le sentiamo parlare. Come è possibile?
Le nostre si fotografano o si fanno fotografare 'senza faccia' , dalle spalle in giù - ma senza scendere troppo con la messa a fuoco - e, il più delle volte, di spalle e a mezza altezza, per mostrarci ciò per cui vanno più fiere.
I numerosi fans non se lo chiedono, mentre noi sì, ci domandiamo che mestiere facciano o intendano fare queste nostre signore o signorine. Bisogna che ce lo dicano, perchè noi non riusciamo più a capire quale sia la loro principale attività. Specie ora che non riusciamo a dedurla dalle loro facce, che non possiamo neppure immaginare, attratti da ciò che Loro stesse, e non altri, mettono in mostra.
Almeno questo difetto gli uomini non ce l'hanno così evidente. Forse perchè quale che sia il loro mestiere, hanno poco da mostrare, mentre le facce fanno più paura di tutto il resto.
mercoledì 24 giugno 2020
Creativi in Campidoglio e all'Accademia di santa Cecilia
Chi dice che le nostre migliori menti, una volta formate in Italia - dove ancora, nonostante le istituzioni, ci sono buone scuole su su fino alle università - emigrano, dice il falso sapendo di dirlo.
E vi spieghiamo perchè. Se molti giovani di valore, una volta terminati gli studi in Italia, vanno via per stabilirsi all'estero, il richiamo maggiore ad emigrare sta nella carriera e nei soldi, oltre che, magari, in una migliore situazione lavorativa e di ricerca. Non certamente nella mancanza di occasioni in Italia, per mettersi in mostra.
E per questo sono molti, anzi moltissimi coloro che, nati nel nostro Paese e nel nostro Paese formatisi, decidono di restarvi a lavorare, perchè le occasioni per esercitare creatività, invenzione qui sono coltivate al massimo grado, anche se non sempre riconosciute a dovere e ben retribuite.
E, per convincervi, vi offriamo due esempi significativi. Solo due fra i più eccelsi, ben sapendo che moltissimi altri siamo costretti a tralasciarli perchè quella stesa creatività e invenzione mettono al servizio del nulla o poco, come quella piccola comunità che anche nel nome non ha soddisfatto in passato nè promette qualcosa di buono per il futuro. Ci riferiamo alla 'Bestia' salviniana, il cui destino è segnato anche dal trucido nome.
Il primo esempio risale ad una settimana fa, ed ha come palcoscenico il Campidoglio, dove una comunità di creativi lavora agli ordini della sindaca Raggi e dell'assessore Bergamo. E riguarda il nome nuovo affibbiato alla cosiddetta Estate romana, invenzione fantastica di Nicolini, ma banale nel nome.
D'ora in avanti si chiamerà ROMARAMA, che non è abbreviazione di ROMARAMAZZA, come è venuto in mente a qualche denigratore dell'azione della sindaca e dell'assessore alla 'ricrescita culturale'.
ROMARAMA sta a dire che l'Estate a Roma si espande, si amplia, si allarga ben oltre l'autunno ed arriva alle porte dell'inverno. Insomma un'Estate che dura tutto l'anno e include qualunque cosa.
Ed ora diteci se per una simile invenzione sarebbe bastato un pubblicitario qualsiasi. No, solo delle menti vulcaniche e sopraffine potevano partorire quella variante.
Il secondo esempio, ancora più recente, ci viene dall'Accademia di santa Cecilia che ha appena annunciato la ripresa dell'attività sinfonica, dal 'vivo' ( dopo quelle cosucce via streaming con le quali ha tentato di distrarre la nostra attenzione dai problemi reali della musica dal vivo) nella grande 'cavea' dell' Auditorium di Roma. Mille posti o forse qualche centinaio in più, rispetto alla capienza di quasi 4000, ed un programma tutto beethoveniano, nel mese di luglio, con l'esecuzione delle sue nove sinfonie.
L'Accademia ha riunito il suo team creativo, sotto l'ingombrante presidenza del suo sovrintendente, ed ha partorito un nome che ha dell'incredibile: 'BEETHOVEN STARt'.
Uno pensa che quella 't' minuscola sia sfuggita ai grafici nel mentre che badavano a disegnare STAR. E, invece no, come ci spiega uno che creativo è per l'età: un bambino. STARt gioca sul termine STAR che naturalmente si addice a Beethoven, ma anche su 'start'-inglese, ovvio - che indica la ripresa del movimento, la cosiddetta ripartenza. E che la 't' vi compaia 'minuscola' , è per non offuscare il termine STAR che Beethoven è più che ogni altro, nel mondo della musica di tutti i tempi.
Ora, in tutta sincerità, diteci se un'idea così rivoluzionaria sarebbe mai potuta venire in mente ad un creativo non italiano, comprendendovi fra di loro anche quelli italiani che si sono trasferiti all'estero e che, a questo punto, dovremo convincerci si sono afflosciati, a differenza di quelli che sono restati nel nostro paese.
Prova ne sono quelli che operano in Campidoglio e all'Accademia di santa Cecilia.
E vi spieghiamo perchè. Se molti giovani di valore, una volta terminati gli studi in Italia, vanno via per stabilirsi all'estero, il richiamo maggiore ad emigrare sta nella carriera e nei soldi, oltre che, magari, in una migliore situazione lavorativa e di ricerca. Non certamente nella mancanza di occasioni in Italia, per mettersi in mostra.
E per questo sono molti, anzi moltissimi coloro che, nati nel nostro Paese e nel nostro Paese formatisi, decidono di restarvi a lavorare, perchè le occasioni per esercitare creatività, invenzione qui sono coltivate al massimo grado, anche se non sempre riconosciute a dovere e ben retribuite.
E, per convincervi, vi offriamo due esempi significativi. Solo due fra i più eccelsi, ben sapendo che moltissimi altri siamo costretti a tralasciarli perchè quella stesa creatività e invenzione mettono al servizio del nulla o poco, come quella piccola comunità che anche nel nome non ha soddisfatto in passato nè promette qualcosa di buono per il futuro. Ci riferiamo alla 'Bestia' salviniana, il cui destino è segnato anche dal trucido nome.
Il primo esempio risale ad una settimana fa, ed ha come palcoscenico il Campidoglio, dove una comunità di creativi lavora agli ordini della sindaca Raggi e dell'assessore Bergamo. E riguarda il nome nuovo affibbiato alla cosiddetta Estate romana, invenzione fantastica di Nicolini, ma banale nel nome.
D'ora in avanti si chiamerà ROMARAMA, che non è abbreviazione di ROMARAMAZZA, come è venuto in mente a qualche denigratore dell'azione della sindaca e dell'assessore alla 'ricrescita culturale'.
ROMARAMA sta a dire che l'Estate a Roma si espande, si amplia, si allarga ben oltre l'autunno ed arriva alle porte dell'inverno. Insomma un'Estate che dura tutto l'anno e include qualunque cosa.
Ed ora diteci se per una simile invenzione sarebbe bastato un pubblicitario qualsiasi. No, solo delle menti vulcaniche e sopraffine potevano partorire quella variante.
Il secondo esempio, ancora più recente, ci viene dall'Accademia di santa Cecilia che ha appena annunciato la ripresa dell'attività sinfonica, dal 'vivo' ( dopo quelle cosucce via streaming con le quali ha tentato di distrarre la nostra attenzione dai problemi reali della musica dal vivo) nella grande 'cavea' dell' Auditorium di Roma. Mille posti o forse qualche centinaio in più, rispetto alla capienza di quasi 4000, ed un programma tutto beethoveniano, nel mese di luglio, con l'esecuzione delle sue nove sinfonie.
L'Accademia ha riunito il suo team creativo, sotto l'ingombrante presidenza del suo sovrintendente, ed ha partorito un nome che ha dell'incredibile: 'BEETHOVEN STARt'.
Uno pensa che quella 't' minuscola sia sfuggita ai grafici nel mentre che badavano a disegnare STAR. E, invece no, come ci spiega uno che creativo è per l'età: un bambino. STARt gioca sul termine STAR che naturalmente si addice a Beethoven, ma anche su 'start'-inglese, ovvio - che indica la ripresa del movimento, la cosiddetta ripartenza. E che la 't' vi compaia 'minuscola' , è per non offuscare il termine STAR che Beethoven è più che ogni altro, nel mondo della musica di tutti i tempi.
Ora, in tutta sincerità, diteci se un'idea così rivoluzionaria sarebbe mai potuta venire in mente ad un creativo non italiano, comprendendovi fra di loro anche quelli italiani che si sono trasferiti all'estero e che, a questo punto, dovremo convincerci si sono afflosciati, a differenza di quelli che sono restati nel nostro paese.
Prova ne sono quelli che operano in Campidoglio e all'Accademia di santa Cecilia.
Vaccino contro il Coronavirus. Avviato il test sull'uomo
E' entrato in fase di sperimentazione clinica anche il vaccino britannico dell'Imperial College di Londra contro il Covid-19: i primi volontari sani hanno ricevuto ieri la prima delle due dosi in quella che è la fase I della sperimentazione, in cui si valuterà se il vaccino è ben tollerato e stimola una risposta immunitaria contro il virus. E' la prima volta che il vaccino viene testato sulle persone, come rende noto lo UK Research and Innovation (Ukri), organizzazione non governativa che finanzia lo studio.
In questa prima parte dello studio si cercherà la dose ottimale del vaccino su 15 persone sane tra i 17 e 45 anni, partendo da un dosaggio molto basso per aumentare progressivamente. Successivamente si passerà nella fase II su 300 volontari. Tutti avranno due dosi e due visite, a distanza di 4 settimane l'una dall'altra. Se il vaccino si mostrerà sicuro e darà una promettente risposta immunitaria nell'uomo, si passerà poi ai test di fase III nei prossimi mesi su circa 6000 volontari sani. Se tutto dovesse andar bene, il vaccino dovrebbe essere pronto all'inizio della prossima primavera. (ANSA).
In questa prima parte dello studio si cercherà la dose ottimale del vaccino su 15 persone sane tra i 17 e 45 anni, partendo da un dosaggio molto basso per aumentare progressivamente. Successivamente si passerà nella fase II su 300 volontari. Tutti avranno due dosi e due visite, a distanza di 4 settimane l'una dall'altra. Se il vaccino si mostrerà sicuro e darà una promettente risposta immunitaria nell'uomo, si passerà poi ai test di fase III nei prossimi mesi su circa 6000 volontari sani. Se tutto dovesse andar bene, il vaccino dovrebbe essere pronto all'inizio della prossima primavera. (ANSA).
martedì 23 giugno 2020
Festival del Balletto e della Musica di Nervi. Si riparte
La progettazione di un Festival è sempre un’operazione delicata e complessa: occorre cercare novità (che sono la ragione d’essere di un Festival, in caso contrario retrocesso a semplice “rassegna” del già visto) , far quadrare i conti, essere convincenti nei confronti degli sponsor (fondamentali, oggi più che mai) e del pubblico. In tempi di coronavirus l’operazione si fa quasi proibitiva, perché le novità debbono anche rispettare i criteri di sicurezza previsti dalle norme ministeriali.
Partendo da queste considerazioni, il cartellone del Festival Internazionale del Balletto e della musica di Nervi organizzato dal Teatro Carlo Felice con la Regione, il Comune, il Porto Antico e la collaborazione del Teatro Nazionale, va salutato con soddisfazione perché oltre a rispondere alle note esigenze di sicurezza, offre una serie di appuntamenti non di ripiego ma di sicura attrattiva nei confronti di un pubblico alquanto variegato. In più, dimostra la volontà del mondo artistico genovese di “esserci”, di voler reagire.
L’aggiunta, nel titolo, della dicitura “della Musica” chiarisce subito che non si tratta dalla resurrezione dello storico Festival del Balletto, già annunciata lo scorso anno. Il Covid ha avuto ripercussioni particolarmente gravi proprio nel mondo del balletto. Impossibile reclutare compagnie grandi o piccole. Tramontata quindi l’ipotesi di un ritorno, ad esempio, del Complesso di Moisseev che a Nervi regalò in anni lontani serate emozionanti.
Possibili unicamente “soli” e “pas de deux” se però questi ultimi sono interpretati da artisti che formano una coppia anche nella vita! E questa è stata la strada scelta per lo spettacolo inaugurale, una prima assoluta alquanto originale. Il 17 luglio Mario Brunello, violoncello e Beatrice Rana, pianoforte, accompagneranno “Duetti e soli”, i primi rigorosamente fra coppie anche nella vita (vere o combinate lì per lì?). Interverranno etoiles di varie compagnie fra le quali l’Hamburg Ballet, l’Opera di Berlino e l’Opera di Parigi. Brunello e Rana, artisti di straordinaria levatura duetteranno e regaleranno anche pagine solistiche, il primo la Ciaccona bachiana, la seconda “La valse” di Ravel.
Il 29 luglio, invece, sarà Eleonora Abbagnato la grande protagonista (insieme a dodici danzatori opportunamente distanziati) di una serata basata su coreografie di Giuliano Peparini e dedicate all’amore declinato in svariegate sfumature.
Per il settore classico i due appuntamenti da non perdere saranno in coda. Il 1° agosto Leonardo Sini dirigerà l’Orchestra del Teatro Carlo Felice nelle “Creature di Prometeo” di Beethoven, opera di raro ascolto che costituisce l’unica escursione del grande compositore tedesco in questo ambito musicale. Una scelta dettata dalla volontà di ricordare Beethoven nel 250° anniversario della nascita. La coreografia sarà di Simona Bucci e i costumi originali di Roberto Capucci. Lo spettacolo il 28 agosto sarà al Festival di Spoleto.
Il 2 agosto, invece, Alvise Casellati dirigerà “Werther” un melologo (ovvero una particolare forma di prosa accompagnata dalla musica) di Gaetano Pugnani, violinista e compositore di talento, maestro fra gli altri di Viotti. Lo spettacolo, una novità assoluta, sarà in collaborazione con il Teatro Nazionale.
Il resto del cartellone prevede l’arrivo di nomi di richiamo quali Mario Biondi (18 luglio, unica tappa italiana del suo tour), Beppe Gambetta (19 luglio), Roberto Vecchioni (21 luglio), il Trio jazz De Piscopo, Moroni e Zunino (22 luglio), Arturo Bracchetti (23 luglio), Giovanni Allevi protagonista di un languido recital pianistico (24 luglio) e Fabio Armiliato che con il pianista Fabrizio Mocata darà vita a una serata dedicata al tango di Gardel (26 luglio).
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Ma perchè Alvise Casellatui, figlio della presidente del Senato dirige solo e sempre in certi teatri, Genova fra questi e forse nessun altro in Italia? ( P.A.)
Il Nuovo Carlo Felice di Genova suona dopo la emergenza coronavirus
La grande musica del Carlo Felice riparte in tour e lo fa da Sarzana, con un concerto che vedrà grandi nomi della lirica a livello internazionale accompagnati dall'orchestra del teatro genovese. Appuntamento sabato 27 giugno in piazza Matteotti. Le più importanti arie d'opera saranno proposte sotto le stelle, in una piazza che ospiterà oltre 500 persone con distanze di sicurezza e accessi contingentati. "Finalmente abbiamo potuto riorganizzare eventi culturali e abbiamo subito pensato in grande. Sarzana è città di cultura e non può che puntare sulla cultura come chiave per la rinascita, sempre in sicurezza - sottolinea la sindaca Cristina Ponzanelli -. Che l'eccellenza ligure e nazionale del Carlo Felice abbia scelto proprio Sarzana per il suo primo grande evento dopo la pandemia è un orgoglio, oltre che un riconoscimento. Sarzana vuole rinascere e la cultura sarà la sua porta, orgogliosa che lo fa sua insieme anche per la Liguria".
L'evento ( é un 'concerto' vero?) è organizzato da Comune, Carlo Felice e Sarzana Opera Festival. Il programma prevede l'esecuzione di brani d'opera di Bellini, Donizetti, Rossini, Verdi, Bizet, Puccini. Direzione del maestro Giuseppe Finzi. (ANSA).
******************************************************Ma perchè anche l'ANSA usa stupide, banali espressioni come, 'la GRANDE Musica...con GRANDI nomi della lirica a LIVELLO INTERNAZIONALE ( P.A.)
L'evento ( é un 'concerto' vero?) è organizzato da Comune, Carlo Felice e Sarzana Opera Festival. Il programma prevede l'esecuzione di brani d'opera di Bellini, Donizetti, Rossini, Verdi, Bizet, Puccini. Direzione del maestro Giuseppe Finzi. (ANSA).
******************************************************Ma perchè anche l'ANSA usa stupide, banali espressioni come, 'la GRANDE Musica...con GRANDI nomi della lirica a LIVELLO INTERNAZIONALE ( P.A.)
I magistrati che hanno fatto arrestare Emilio Fede, sono gli stessi o parenti stretti di quelli che hanno mandato ai domiciliari Zagaria? vorremo saperlo
Emilio Fede è stato arrestato per evasione dagli arresti domiciliari mentre stava cenando con la moglie per festeggiare il suo 89° compleanno a Napoli.
Lui ha detto di aver avvertito i carabinieri; avrebbe dovuto avvertire il giudice di sorveglianza che ha , di conseguenza, emanato il mandato di cattura.
Si vede che la magistratura, benché attraversata da sconquassi mai visti prima, non ha molto da fare.
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La notizia
Il giornalista Emilio Fede è stato arrestato ieri sera a Napoli per evasione. A darne notizia è il quotidiano napoletano "Il Roma", che riporta come l'ex direttore del Tg4 fosse a cena con la moglie sul lungomare partenopeo per festeggiare il suo 89esimo compleanno, quando dei Carabinieri in borghese lo hanno avvicinato notificandogli il provvedimento del magistrato di Milano.
Fede, condannato in via definitiva a 4 anni e 7 mesi nell'ambito del processo Ruby Bis, ha scontato 7 mesi di arresti domiciliari e deve completare la pena con 4 anni di servizi sociali, ma sarebbe partito da Milano in direzione Napoli senza attendere l'autorizzazione del giudice del tribunale di sorveglianza milanese. Sempre secondo quanto riportato dal quotidiano "Il Roma", Fede è stato scortato in albergo e gli è stato intimato di non lasciare la struttura, fino alla decisione del magistrato di sorveglianza che dovrebbe arrivare in mattinata.
Lui ha detto di aver avvertito i carabinieri; avrebbe dovuto avvertire il giudice di sorveglianza che ha , di conseguenza, emanato il mandato di cattura.
Si vede che la magistratura, benché attraversata da sconquassi mai visti prima, non ha molto da fare.
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La notizia
Il giornalista Emilio Fede è stato arrestato ieri sera a Napoli per evasione. A darne notizia è il quotidiano napoletano "Il Roma", che riporta come l'ex direttore del Tg4 fosse a cena con la moglie sul lungomare partenopeo per festeggiare il suo 89esimo compleanno, quando dei Carabinieri in borghese lo hanno avvicinato notificandogli il provvedimento del magistrato di Milano.
Fede, condannato in via definitiva a 4 anni e 7 mesi nell'ambito del processo Ruby Bis, ha scontato 7 mesi di arresti domiciliari e deve completare la pena con 4 anni di servizi sociali, ma sarebbe partito da Milano in direzione Napoli senza attendere l'autorizzazione del giudice del tribunale di sorveglianza milanese. Sempre secondo quanto riportato dal quotidiano "Il Roma", Fede è stato scortato in albergo e gli è stato intimato di non lasciare la struttura, fino alla decisione del magistrato di sorveglianza che dovrebbe arrivare in mattinata.
L'Alitalia avvia una campagna promozionale per la rotta Roma- Londra, siffatta: 'Grand Bretagna, anche se è terra di stronzi... visitatela volando con noi!'
Il Ceo britannico della Compagnia aerea, Johan Lundgren ha inviato una lettera di scuse alla Presidente della Regione calabria, Jole Santelli che aveva duramente criticato la descrizione del territorio sul sito della Compagnia: "La pseudo operazione di marketing sulla Calabria realizzata da EasyJet è offensiva, miope e ha un chiaro sapore razzista. Si potevano usare tante parole per descrivere la meraviglia e la straordinarietà di una regione unica al mondo, ma
la compagnia inglese ha scelto le più becere e le più consunte, realizzando una pubblicità ingannevole che non è altro che una sommatoria di inqualificabili pregiudizi".
Nella missiva Lundgren annuncia oltre alla rimozione del testo, l'avvio di un'indagine interna e la richiesta di un incontro "per lavorare allo scopo di sostenere il rilancio del turismo nella vostra regione e continuare a portare i turisti in Calabria". Già questa mattina in una nota EasyJet si scusava "apertamente con tutti i calabresi e la Regione Calabria per la descrizione contenuta nella scheda informativa all'interno del sito. L'intento originale del testo era sottolineare quanto la Calabria sia sottovalutata all'estero da un punto di vista turistico".
"La Calabria è una terra per noi molto importante, che amiamo e che promuoviamo da sempre con numerosi voli su Lamezia Terme - fanno saper ancora dalla Compagnia - Ne è una dimostrazione anche il fatto che il primo volo del 15 giugno, che coincide con il ripristino delle operazioni post lockdown, è stato quello verso l'aeroporto di Lamezia Terme". "Abbiamo provveduto immediatamente - conclude EasyJet - a rimuovere il testo in questione e avviato un'indagine interna per capire l'accaduto e fare in modo che non accada mai più".
Scritta shock sul sito della Compagnia aerea
"Questa regione soffre di un'evidente assenza di turisti a causa della sua storia di attività mafiosa e di terremoti". E' la scritta che era comparsa sul sito ufficiale della compagnia aerea low cost Easyjet in una pagina che pubblicizza la Calabria. Frase che ha provocato polemiche sui social e non solo.
Nella pagina, si scriveva anche che la Calabria soffre "la mancanza di città iconiche come Roma o Venezia capaci di attrarre i fan di Instagram". Per poi proseguire: "Ma se cerchi un piccolo assaggio della dolce vita, senza troppi turisti, allora sei nel posto giusto. Arrampicati fino alla città di montagna di Morano Calabro per panorami mozzafiato e case bizzarre costruite su cime, che dovrai vedere per credere. Potrai essere tra i pochi turisti a conoscere e apprezzare veramente i tre spettacolari parchi nazionali di questa regione". Ironica la risposta data al messaggio dalla pagina Facebook "Lo Statale Jonico": "Grazie agli amici di EasyJet per la splendida descrizione, ma ci teniamo a precisare
- per amore di onestà - che abbiamo anche dei difetti".
Polemiche sui social dunque, ma anche a livello politico. Molti gli esponenti di diversi partiti che si sono scagliati contro la pubblicità della compagnia low-cost. "E' una vergognosa descrizione che offende la regione e la mia gente, crea un danno d'immagine e scoraggia evidentemente i turisti a visitare la nostra terra, che è e deve essere nota per il suo ricco e meraviglioso patrimonio paesaggistico ed enogastronomico, per le sue antiche tradizioni e per l'accoglienza ineguagliabile che i cittadini calabresi riservano ai turisti e agli ospiti tutti".
Lo afferma, in una nota, l'europarlamentare del Movimento 5 Stelle Laura Ferrara."In qualità di membro della Commissione Trasporti e Turismo del Parlamento europeo - annuncia - scriverò ai vertici di EasyJet per chiedere che la descrizione della mia Regione venga cambiata immediatamente. La Calabria è una terra meravigliosa che merita rispetto. Basta pregiudizi sul Sud Italia".
Protesta pure Ernesto Magorno, senatore di Italia Viva che su Twitter scrive: "Una sola parola per EasyJet: Vergogna!La Calabria è una terra meravigliosa con persone eccezionali. La Calabria è una terra che accoglie e, con buona pace di chi scrive il contrario, è una regione che non soffre di assenza di turisti. EasyJet deve chiedere scusa e, prima di scrivere di Calabria, dovrebbe documentarsi meglio".
Una sola parola per #EasyJet: VERGOGNA!
La #Calabria è una terra meravigliosa con persone eccezionali. La Calabria è una terra che accoglie e, con buona pace di chi scrive il contrario, è una regione non soffre di assenza di turisti. pic.twitter.com/pRVhAPKwgM
— Ernesto Magorno (@Emagorno) June 23, 2020
"Descrivere la Calabria come una terra di mafia e di terremoti dalla quale i turisti stanno alla larga, e i pochi che arrivano possono ammirare solo delle 'case bizzarre' - scrive Wanda Ferro, parlamentare di FdI - , è di una gravità senza precedenti. Una 'cartolina' del tutto falsa e piena di assurdi pregiudizi, che ha l'effetto di danneggiare l'immagine di una regione che non solo può offrire ai visitatori un immenso patrimonio di tesori naturalistici, culturali e identitari, quanto oggi è una terra completamene libera dal Covid, ed è pronta ad accogliere in sicurezza turisti e viaggiatori grazie anche all'ottimo lavoro messo in campo dalla presidente Jole Santelli e dall'assessore al Turismo. Per questo andrebbe sospeso immediatamente ogni eventuale rapporto della Regione con la compagnia aerea e andrebbero valutate possibili azioni risarcitorie''.
Modaffari: "Ignora cosa sia davvero la Calabria"
"La Calabria è una terra che i social non possono raccontare, è una terra da vivere. Questa è la descrizione della corretta della nostra regione, non quella offerta dalla compagnia aerea EasyJet che, con quelle poche righe pubblicate sul sito, ha mostrato semplicemente unica cosa: di ignorare cosa sia, davvero la Calabria". Così lo scrittore calabrese, Antonio Modaffari.
la compagnia inglese ha scelto le più becere e le più consunte, realizzando una pubblicità ingannevole che non è altro che una sommatoria di inqualificabili pregiudizi".
Nella missiva Lundgren annuncia oltre alla rimozione del testo, l'avvio di un'indagine interna e la richiesta di un incontro "per lavorare allo scopo di sostenere il rilancio del turismo nella vostra regione e continuare a portare i turisti in Calabria". Già questa mattina in una nota EasyJet si scusava "apertamente con tutti i calabresi e la Regione Calabria per la descrizione contenuta nella scheda informativa all'interno del sito. L'intento originale del testo era sottolineare quanto la Calabria sia sottovalutata all'estero da un punto di vista turistico".
"La Calabria è una terra per noi molto importante, che amiamo e che promuoviamo da sempre con numerosi voli su Lamezia Terme - fanno saper ancora dalla Compagnia - Ne è una dimostrazione anche il fatto che il primo volo del 15 giugno, che coincide con il ripristino delle operazioni post lockdown, è stato quello verso l'aeroporto di Lamezia Terme". "Abbiamo provveduto immediatamente - conclude EasyJet - a rimuovere il testo in questione e avviato un'indagine interna per capire l'accaduto e fare in modo che non accada mai più".
Scritta shock sul sito della Compagnia aerea
"Questa regione soffre di un'evidente assenza di turisti a causa della sua storia di attività mafiosa e di terremoti". E' la scritta che era comparsa sul sito ufficiale della compagnia aerea low cost Easyjet in una pagina che pubblicizza la Calabria. Frase che ha provocato polemiche sui social e non solo.
Nella pagina, si scriveva anche che la Calabria soffre "la mancanza di città iconiche come Roma o Venezia capaci di attrarre i fan di Instagram". Per poi proseguire: "Ma se cerchi un piccolo assaggio della dolce vita, senza troppi turisti, allora sei nel posto giusto. Arrampicati fino alla città di montagna di Morano Calabro per panorami mozzafiato e case bizzarre costruite su cime, che dovrai vedere per credere. Potrai essere tra i pochi turisti a conoscere e apprezzare veramente i tre spettacolari parchi nazionali di questa regione". Ironica la risposta data al messaggio dalla pagina Facebook "Lo Statale Jonico": "Grazie agli amici di EasyJet per la splendida descrizione, ma ci teniamo a precisare
- per amore di onestà - che abbiamo anche dei difetti".
Polemiche sui social dunque, ma anche a livello politico. Molti gli esponenti di diversi partiti che si sono scagliati contro la pubblicità della compagnia low-cost. "E' una vergognosa descrizione che offende la regione e la mia gente, crea un danno d'immagine e scoraggia evidentemente i turisti a visitare la nostra terra, che è e deve essere nota per il suo ricco e meraviglioso patrimonio paesaggistico ed enogastronomico, per le sue antiche tradizioni e per l'accoglienza ineguagliabile che i cittadini calabresi riservano ai turisti e agli ospiti tutti".
Lo afferma, in una nota, l'europarlamentare del Movimento 5 Stelle Laura Ferrara."In qualità di membro della Commissione Trasporti e Turismo del Parlamento europeo - annuncia - scriverò ai vertici di EasyJet per chiedere che la descrizione della mia Regione venga cambiata immediatamente. La Calabria è una terra meravigliosa che merita rispetto. Basta pregiudizi sul Sud Italia".
Protesta pure Ernesto Magorno, senatore di Italia Viva che su Twitter scrive: "Una sola parola per EasyJet: Vergogna!La Calabria è una terra meravigliosa con persone eccezionali. La Calabria è una terra che accoglie e, con buona pace di chi scrive il contrario, è una regione che non soffre di assenza di turisti. EasyJet deve chiedere scusa e, prima di scrivere di Calabria, dovrebbe documentarsi meglio".
Una sola parola per #EasyJet: VERGOGNA!
La #Calabria è una terra meravigliosa con persone eccezionali. La Calabria è una terra che accoglie e, con buona pace di chi scrive il contrario, è una regione non soffre di assenza di turisti. pic.twitter.com/pRVhAPKwgM
— Ernesto Magorno (@Emagorno) June 23, 2020
"Descrivere la Calabria come una terra di mafia e di terremoti dalla quale i turisti stanno alla larga, e i pochi che arrivano possono ammirare solo delle 'case bizzarre' - scrive Wanda Ferro, parlamentare di FdI - , è di una gravità senza precedenti. Una 'cartolina' del tutto falsa e piena di assurdi pregiudizi, che ha l'effetto di danneggiare l'immagine di una regione che non solo può offrire ai visitatori un immenso patrimonio di tesori naturalistici, culturali e identitari, quanto oggi è una terra completamene libera dal Covid, ed è pronta ad accogliere in sicurezza turisti e viaggiatori grazie anche all'ottimo lavoro messo in campo dalla presidente Jole Santelli e dall'assessore al Turismo. Per questo andrebbe sospeso immediatamente ogni eventuale rapporto della Regione con la compagnia aerea e andrebbero valutate possibili azioni risarcitorie''.
Modaffari: "Ignora cosa sia davvero la Calabria"
"La Calabria è una terra che i social non possono raccontare, è una terra da vivere. Questa è la descrizione della corretta della nostra regione, non quella offerta dalla compagnia aerea EasyJet che, con quelle poche righe pubblicate sul sito, ha mostrato semplicemente unica cosa: di ignorare cosa sia, davvero la Calabria". Così lo scrittore calabrese, Antonio Modaffari.
Washington muove contro Bruxelles sulla WEB TAX
Si riaccende la tensione tra Usa e Ue sulla web tax. La decisione di Trump di sospendere le trattative al tavolo dell'Ocse ha fatto infuriare le capitali europee. Dopo aver tolto i sigilli dalla lettera di 'ritiro' del segretario americano al Tesoro, Steve Mnuchin - indirizzata ai ministri dell'Economia di Italia, Francia, Spagna e Regno Unito - Parigi non le ha mandate a dire.
"E' una provocazione", ha tuonato il ministro francese Bruno Le Maire. E anche Bruxelles tira dritto e non si piega alle minacce di Washington di imporre dazi se i Ventisette decideranno di mettere le mani nelle tasche dei colossi americani del digitale come Google, Amazon e Facebook.
"Abbiamo chiesto agli Usa di tornare" a trattare, hanno fatto sapere dalla Commissione Ue. Ma se entro quest'anno non si troverà un'intesa globale sulla tassa "andremo avanti" da soli, "con una nuova proposta a livello europeo", ha scandito il commissario Ue per l'Economia, Paolo Gentiloni.
Aumentare le risorse proprie dell'Ue, con nuove entrate comunitarie come la web tax, e legarle al Recovery Fund è uno degli scenari auspicati da Bruxelles per riprendersi dalla crisi. L'imposta digitale porterebbe nelle casse continentali fino a 5 miliardi di euro in più all'anno ed è tra le proposte più gettonate. Ma fin qui le capitali Ue non sono mai riuscite a trovare l'unità. (ANSA).
"E' una provocazione", ha tuonato il ministro francese Bruno Le Maire. E anche Bruxelles tira dritto e non si piega alle minacce di Washington di imporre dazi se i Ventisette decideranno di mettere le mani nelle tasche dei colossi americani del digitale come Google, Amazon e Facebook.
"Abbiamo chiesto agli Usa di tornare" a trattare, hanno fatto sapere dalla Commissione Ue. Ma se entro quest'anno non si troverà un'intesa globale sulla tassa "andremo avanti" da soli, "con una nuova proposta a livello europeo", ha scandito il commissario Ue per l'Economia, Paolo Gentiloni.
Aumentare le risorse proprie dell'Ue, con nuove entrate comunitarie come la web tax, e legarle al Recovery Fund è uno degli scenari auspicati da Bruxelles per riprendersi dalla crisi. L'imposta digitale porterebbe nelle casse continentali fino a 5 miliardi di euro in più all'anno ed è tra le proposte più gettonate. Ma fin qui le capitali Ue non sono mai riuscite a trovare l'unità. (ANSA).
lunedì 22 giugno 2020
La Mostra del Cinema di Venezia avrà il 'red carpet'. rispettando le norme di sicurezza ( Rai NEWS)
La Mostra del Cinema di Venezia avrà il suo red carpet, seppure con le precauzioni richieste per la prevenzione del Covid-19. A confermarlo su Instagram è il direttore della Mostra, Alberto Barbera, che ha risposto ad una domanda sull'argomento fattagli nei commenti di un post dal Lido. "Direttore, quest'anno ci sarà il red carpet? Sarà accessibile al pubblico?", ha chiesto una follower. E Barbera ha risposto senza tentennamenti: "Sì, certo. Con le precauzioni del caso...". E infatti il red carpet ci sarà, così come ci saranno i tradizionali spalti dedicati a fotografi e cameramen, anche ampliati. Il tutto con il 'grado' di distanziamento fisico che sarà richiesto al momento della Mostra, che inaugura il 2 settembre.
Intanto, è stata fissata per il 28 luglio la conferenza stampa di presentazione della Mostra e molto probabilmente avverrà in forma telematica ed accessibile ai giornalisti di tutto il mondo da remoto. Non dovrebbe, invece, essere una presidente 'da remoto' Cate Blanchett, che guiderà la giuria del concorso di quest'anno. Il fatto che l'attrice australiana viva attualmente in Inghilterra sembra facilitare l'ipotesi di un suo arrivo in laguna. E se le notizie sulla pandemia continueranno a migliorare non dovrebbero esserci problemi per la sua permanenza per l'intera durata della Mostra, dal 2 al 12 settembre.
Sul fatto che sarà un'edizione dipendente dalle norme sanitarie che saranno in vigore al momento, Barbera è stato molto chiaro fin dall'inizio: "Sarà un'edizione con caratteristiche uniche nella sua storia - aveva scritto su Instagram, arrivando al Lido il 26 maggio, per entrare nel vivo della selezione - ed anche per questo verrà ricordata. Ancora non sappiamo esattamente che cosa si potrà fare, ma intanto procediamo con la selezione dei film e la messa a punto di un piano che possa garantire a tutti i partecipanti la massima sicurezza. Contiamo sul sostegno di tutti per ripartire nel modo migliore", aveva auspicato allora.
Nel frattempo l'Italia è entrata nella Fase3, i cinema hanno riaperto e anche gli spettacoli dal vivo sono ripresi, seppure con il distanziamento. Aspetto che sta richiedendo uno sforzo organizzativo notevole alla Mostra per poter assicurare le proiezioni in sicurezza, tra le sale esistenti (nel Palazzo del Cinema, alla Darsena e nel Palazzo del Casinò) e arene all'aperto. In questi giorni sono partite anche le lettere di accredito per i giornalisti italiani e internazionali. E anche gli alberghi del Lido sono in pieno fermento: lo storico Excelsior del Lido riapre il 16 luglio e anche nelle altre strutture ricettive è già difficile trovare posto nei giorni della Mostra.
Proprio oggi anche 'Variety' torna ad occuparsi del Lido, citando una una fonte interna alla Biennale, per spiegare che, dovendo garantire un certo distanziamento nelle sale, l'unica certezza che la Mostra ha già in tasca è il numero ridotto di film in cartellone rispetto alle edizioni precedenti: ''Ci saranno necessariamente meno film, ma comunque abbastanza titoli da garantire un'edizione importante'', ha detto la fonte a 'Variety'.
Per garantire il distanziamento in sala i film a Venezia verranno proiettati contemporaneamente in diverse sale, per permetterne la visione a pubblico e accreditati, e questo rende necessaria la riduzione dei titoli della Mostra, che normalmente presente circa 60 anteprime mondiali.
'Variety' sottolinea inoltre l'apertura del governatore del Veneto, Luca Zaia (che è anche membro del Cda della Biennale), a una deroga sul limite dei posti nella Sala Grande del Palazzo del Cinema del Lido. Zaia ha infatti ipotizzato di poter allargare l'attuale limite di 200 posti utilizzabili sui 1100 presenti nella sala per portarlo al 50% dei posti disponibili.
Intanto, è stata fissata per il 28 luglio la conferenza stampa di presentazione della Mostra e molto probabilmente avverrà in forma telematica ed accessibile ai giornalisti di tutto il mondo da remoto. Non dovrebbe, invece, essere una presidente 'da remoto' Cate Blanchett, che guiderà la giuria del concorso di quest'anno. Il fatto che l'attrice australiana viva attualmente in Inghilterra sembra facilitare l'ipotesi di un suo arrivo in laguna. E se le notizie sulla pandemia continueranno a migliorare non dovrebbero esserci problemi per la sua permanenza per l'intera durata della Mostra, dal 2 al 12 settembre.
Sul fatto che sarà un'edizione dipendente dalle norme sanitarie che saranno in vigore al momento, Barbera è stato molto chiaro fin dall'inizio: "Sarà un'edizione con caratteristiche uniche nella sua storia - aveva scritto su Instagram, arrivando al Lido il 26 maggio, per entrare nel vivo della selezione - ed anche per questo verrà ricordata. Ancora non sappiamo esattamente che cosa si potrà fare, ma intanto procediamo con la selezione dei film e la messa a punto di un piano che possa garantire a tutti i partecipanti la massima sicurezza. Contiamo sul sostegno di tutti per ripartire nel modo migliore", aveva auspicato allora.
Nel frattempo l'Italia è entrata nella Fase3, i cinema hanno riaperto e anche gli spettacoli dal vivo sono ripresi, seppure con il distanziamento. Aspetto che sta richiedendo uno sforzo organizzativo notevole alla Mostra per poter assicurare le proiezioni in sicurezza, tra le sale esistenti (nel Palazzo del Cinema, alla Darsena e nel Palazzo del Casinò) e arene all'aperto. In questi giorni sono partite anche le lettere di accredito per i giornalisti italiani e internazionali. E anche gli alberghi del Lido sono in pieno fermento: lo storico Excelsior del Lido riapre il 16 luglio e anche nelle altre strutture ricettive è già difficile trovare posto nei giorni della Mostra.
Proprio oggi anche 'Variety' torna ad occuparsi del Lido, citando una una fonte interna alla Biennale, per spiegare che, dovendo garantire un certo distanziamento nelle sale, l'unica certezza che la Mostra ha già in tasca è il numero ridotto di film in cartellone rispetto alle edizioni precedenti: ''Ci saranno necessariamente meno film, ma comunque abbastanza titoli da garantire un'edizione importante'', ha detto la fonte a 'Variety'.
Per garantire il distanziamento in sala i film a Venezia verranno proiettati contemporaneamente in diverse sale, per permetterne la visione a pubblico e accreditati, e questo rende necessaria la riduzione dei titoli della Mostra, che normalmente presente circa 60 anteprime mondiali.
'Variety' sottolinea inoltre l'apertura del governatore del Veneto, Luca Zaia (che è anche membro del Cda della Biennale), a una deroga sul limite dei posti nella Sala Grande del Palazzo del Cinema del Lido. Zaia ha infatti ipotizzato di poter allargare l'attuale limite di 200 posti utilizzabili sui 1100 presenti nella sala per portarlo al 50% dei posti disponibili.
Per riaprire il 14 settembre la scuola in sicurezza ( da IL GIORNALE, di Francesca Angeli)
Test sierologici e tamponi per tutto il personale della scuola prima che riprendano le lezioni. Dopo le raccomandazioni del Comitato Tecnico scientifico che prevedono mascherine per tutti, ingressi scaglionati, orari ridotti e distanziamento sociale già rese note ora scende in campo anche Francesco Vaia, direttore sanitario dello Spallanzani di Roma che è centro di riferimento per l'emergenza Covid 19. Con un appello affinché si torni a scuola in sicurezza.
"Serve una grande alleanza per la scuola", dice Vaia che esorta, sempre mantenendo le dovute misure di sicurezza a riaprire veramente tutto. "Guardiamo alla scuola, di ogni ordine e grado. Va riaperta ma serve una grande alleanza ha aggiunto Vaia La sanità pubblica faccia il grande sforzo di testare tutto il personale, docente e non docente, attraverso una campagna di approfondimento diagnostico, dando così certezza e serenità ai genitori".
Indicazione accolta con favore dal premier Giuseppe Conte che ne ha discusso ieri con il Comitato Tecnico Scientifico nella sede della Protezione Civile. Ma il punto è che da settimane i dirigenti scolastici avvertono: i criteri raccomandati dal Cts per la riapertura sono incompatibili con l' organizzazione del sistema scolastico e con le disponibilità economiche.
Anche ieri Mario Rusconi, presidente dell'Associazione nazionale presidi del Lazio, Anp, ha ribadito che le norme di sicurezza dettate dagli esperti non sono praticabili. "Decine di dirigenti delle scuole romane dichiarano nelle nostre chat di non poter mantenere il distanziamento così come indicato nei protocolli di sicurezza", avverte Rusconi. E nella maggioranza dei casi "l'ipotesi di adozione di spazi alternativi sarà difficilmente realizzabile per un gran numero di scuole. Ne consegue che se sarà necessario rispettare il distanziamento, si dovrà ripensare in parte all'adozione della didattica a distanza".
E se le classi verranno divise ci sarà anche un problema di carenza del personale docente. La maggioranza ipotizza di aumentare le ore di insegnamento frontale previste dal contratto per i docenti delle superiori da 18 settimanali a 24. I fondi messi a disposizione per la scuola però sono insufficienti. Anche Vaia chiede alla politica di investire "massicciamente in un piano nazionale straordinario che aumenti le disponibilità delle aule e ne migliori la qualità e gratifichi di più, anche economicamente, le professionalità alle quali affidiamo figli e nipoti".
Il ministro dell'Istruzine, Lucia Azzolina, assicura che entro giovedì saranno definite le linee guida del ministero per la riapertura degli edifici scolastici. La data per la riapertura è il 14 settembre. Ma oltre quella non c'è nulla. Nessun piano. Anzi in prospettiva è già stata messa in calendario la probabile interruzione delle lezioni per il voto delle regionali. Intanto in Emilia Romagna è stato deciso di istituire un presidio medico fisso in tutte le scuole.
"Serve una grande alleanza per la scuola", dice Vaia che esorta, sempre mantenendo le dovute misure di sicurezza a riaprire veramente tutto. "Guardiamo alla scuola, di ogni ordine e grado. Va riaperta ma serve una grande alleanza ha aggiunto Vaia La sanità pubblica faccia il grande sforzo di testare tutto il personale, docente e non docente, attraverso una campagna di approfondimento diagnostico, dando così certezza e serenità ai genitori".
Indicazione accolta con favore dal premier Giuseppe Conte che ne ha discusso ieri con il Comitato Tecnico Scientifico nella sede della Protezione Civile. Ma il punto è che da settimane i dirigenti scolastici avvertono: i criteri raccomandati dal Cts per la riapertura sono incompatibili con l' organizzazione del sistema scolastico e con le disponibilità economiche.
Anche ieri Mario Rusconi, presidente dell'Associazione nazionale presidi del Lazio, Anp, ha ribadito che le norme di sicurezza dettate dagli esperti non sono praticabili. "Decine di dirigenti delle scuole romane dichiarano nelle nostre chat di non poter mantenere il distanziamento così come indicato nei protocolli di sicurezza", avverte Rusconi. E nella maggioranza dei casi "l'ipotesi di adozione di spazi alternativi sarà difficilmente realizzabile per un gran numero di scuole. Ne consegue che se sarà necessario rispettare il distanziamento, si dovrà ripensare in parte all'adozione della didattica a distanza".
E se le classi verranno divise ci sarà anche un problema di carenza del personale docente. La maggioranza ipotizza di aumentare le ore di insegnamento frontale previste dal contratto per i docenti delle superiori da 18 settimanali a 24. I fondi messi a disposizione per la scuola però sono insufficienti. Anche Vaia chiede alla politica di investire "massicciamente in un piano nazionale straordinario che aumenti le disponibilità delle aule e ne migliori la qualità e gratifichi di più, anche economicamente, le professionalità alle quali affidiamo figli e nipoti".
Il ministro dell'Istruzine, Lucia Azzolina, assicura che entro giovedì saranno definite le linee guida del ministero per la riapertura degli edifici scolastici. La data per la riapertura è il 14 settembre. Ma oltre quella non c'è nulla. Nessun piano. Anzi in prospettiva è già stata messa in calendario la probabile interruzione delle lezioni per il voto delle regionali. Intanto in Emilia Romagna è stato deciso di istituire un presidio medico fisso in tutte le scuole.
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