Viaggiare con la musica, oltre lo spazio e il tempo
(per riscoprire e mettere a confronto tradizioni e linguaggi)
La musica come linguaggio universale, così potente da travalicare barriere e confini geografici. E musica come viaggio nello spazio e nel tempo, capace di trasportare alla scoperta dei territori e delle tradizioni che hanno modellato le diverse identità culturali del mondo. E che nella società globale di oggi sono in costante ridefinizione. In questo scenario, il Festival MITO Settembre Musica, che per il tredicesimo anno unisce Milano e Torino, si svolge (dal 3 al 19 settembre) mettendo a confronto la produzione artistica del presente, presentando compositori figli del proprio tempo, con le tradizioni e i linguaggi che hanno determinato le diverse espressioni culturali. Geografie è infatti il tema portante dell’edizione 2019 del festival. È stato ideato come un’occasione per esplorare il repertorio delle diverse scuole nazionali che hanno segnato la storia della musica, accanto alla produzione contemporanea di compositori appartenenti al nuovo “nomadismo transnazionale”. Propone un cartellone dal tema attualissimo: indaga, infatti, territori fisici – dall’Europa alle Americhe fino ai paesi del Sol Levante – ma anche luoghi immaginari, in cui la musica costruisce una connessione ben salda fra paesaggi simbolici, emozioni, spazi di vita e di memoria. Ancora una volta, dunque, il festival, nato grazie al sodalizio tra le due principali città dell’Italia settentrionale, tra la Fondazione per la Cultura di Torino e la Fondazione I Pomeriggi Musicali di Milano, e con la presidenza di Anna Gastel e la direzione artistica di Nicola Campogrande, declina la cultura musicale facendone un bene comune.
La tredicesima edizione di MITO Settembre Musica conferma il suo format oramai consolidato incentrato sulla musica classica di ogni secolo. Propone grandi orchestre e interpreti di fama su di un tema preciso, quest’anno Geografie, appunto. Offre così al pubblico un viaggio musicale che attraversa nazioni e territori, ma anche epoche diverse. Il festival presenta oltre 20 prime esecuzioni fra i 128 concerti in cartellone che si svolgeranno simultaneamente tra Milano e Torino. Tutti i concerti hanno programmi appositamente ideati. E sono eseguiti da alcuni fra i maggiori musicisti internazionali e dalle compagini musicali milanesi e torinesi più qualificate.
Il programma del festival abbraccia anche quest’anno un arco temporale molto ampio che va da Palestrina a Bach, da Händel a Beethoven e Brahms, fino al Novecento di Gershwin e Bernstein. E arriva ai giorni nostri con l’esecuzione di brani appartenenti a 127 compositori viventi, fra cui Steve Reich, Chick Corea e Gavin Bryars. Invece fra le prima esecuzioni assolute, europee e italiane, spiccano Perpetulum di Philip Glass, co-commissionato da MITO per il Third Coast Percussion; il Path of Miracles di Joby Talbot la cui esecuzione è affidata ai cantori di Tenebrae diretti da Nigel Short; il brano Jook-urr-pa, composto e eseguito dal violoncellista Giovanni Sollima. Ad esse si aggiungono quelle di brani di Qigang Chen, Chris Rogerson, Jennifer Higdon, Giulio Castagnoli (con una commissione del Festival). E ancora, Tatev Amiryan, Tomislav Šaban, David Skidmore, Devonté Hynes, Raffaele Cifani. Ed anche di Lorenzo Fattambrini, Fela Sowande e Samuel Akpabot. Un’attenzione particolare è riservata anche quest’anno alla musica corale. Fra gli appuntamenti più attesi di MITO, sabato 7 settembre a Torino è proprio il Giorno dei cori: 15 le formazioni in programma, non solo italiane, e saranno distribuite in dieci concerti.
I prezzi dei biglietti restano particolarmente accessibili. I concerti pomeridiani e gli spettacoli per bambini sono proposti a 5 euro. I biglietti per i concerti serali vanno da 10 a 30 euro (ma chi è nato dal 2005 paga solo 5 euro), mentre quelli per i concerti serali diffusi nel territorio metropolitano costano 3 euro.