Venerdì 6 ottobre alle ore 20, al Piccolo Regio Puccini, va in scena in prima esecuzione a Torino un nuovo allestimento di Un mari à la porte, operetta frizzante e raramente rappresentata di Jacques Offenbach.
Composta a Parigi nel 1859 su libretto di Alfred Delacour e Léon Morand, andò in scena al Théâtre des Bouffes Parisiens il 22 giugno dello stesso anno. Questo titolo è l’ideale contraltare della Juive, nata ventiquattro anni prima. L’accostamento tra il grand-opéra e l’operetta vuole dare l’opportunità al pubblico di immergersi completamente nell’atmosfera di fervore culturale parigino di metà ‘800. Prosegue quindi il viaggio tra Italia e Francia iniziato con La Fille du régiment di Gaetano Donizetti. L’orchestrazione è stata curata da Alessandro Palumbo.
Dopo la bellissima collaborazione instaurata con le compagini artistiche del Teatro, e grazie all’esperienza del Regio Ensemble, il giovanissimo Riccardo Bisatti torna a dirigere l’Orchestra del Regio come direttore ospite. La nuova produzione, con la regia di Anna Maria Bruzzese, è interamente targata Regio con le scene di Claudia Boasso, i costumi di Laura Viglione e le luci di Andrea Rizzitelli. Il quartetto dei giovani protagonisti vede in scena il tenore polacco Paweł Żak, nel ruolo di Florestan Ducroquet, artista bohémien poco talentuoso e squattrinato; il mezzosoprano russo Ksenia Chubunova la neo sposina dispettosa Suzanne; il soprano austriaco Amélie Hois nei panni di Rosita, l’amica della sposa dal carattere indipendente e travolgente – tutti e tre Artisti del Regio Ensemble – e, infine, il baritono italiano Matteo Mollica nel ruolo di Henri Martel, il marito del titolo.
«È un’opera sorbetto – afferma divertito il direttore d’orchestra Riccardo Bisatti – dopo la splendida Juive, ha fatto bene il Teatro Regio a programmare questa splendida e divertente operetta di Jacques Offenbach. Invito tutti a partecipare e a venire ad ascoltarla per passare una bella serata, con musica molto bella e travolgente».
La regista Anna Maria Bruzzese afferma: «Attraverso la lente della commedia e la leggerezza del valzer, lo spettatore è portato a una riflessione più approfondita sulle relazioni e sulla condizione femminile dell’epoca, la seconda metà dell’Ottocento».
La trama gira intorno a quattro personaggi: è mezzanotte a Parigi, e l’artista Florestan, in fuga da un marito geloso e da un ufficiale giudiziario, si rifugia sui tetti e si cala da un camino piombando nel salottino di Suzanne; sentendo voci e musica, decide di nascondersi nell’armadio. Suzanne è una giovane sposina gelosa che per dispetto vuole vendicarsi del marito Henri Martel lasciandolo tutta la notte «à la porte» e l’amica Rosita non riesce a farla ragionare. Florestan, scoperto da Suzanne, non può scappare perché l’appartamento è al terzo piano e il pergolato cui tenta di aggrapparsi si spezza. Nel frattempo rientra Rosita e Florestan ha modo di raccontare che è un vero artista, ma sfortunato. Si scopre anche che l’ufficiale giudiziario da cui fugge è Martel, il marito di Suzanne che, tornato a casa, sente la voce dell’uomo e monta su tutte le furie credendo che la moglie voglia ingelosirlo. Nella concitazione, Suzanne fa cadere la chiave dalla finestra: Henri Martel, fuori dalla stanza, finge di spararsi e Florestan tenta la fuga con una corda piombata improvvisamente dall’alto con un coup de théâtre. Tutto si sblocca quando il fuggitivo ricorda la disponibilità di una vecchia zia a pagare i suoi debiti se si fosse sposato. Ecco che si affretta, dunque, a chiedere la mano di Rosita che, presa alla sprovvista, prende tempo. Finalmente Martel apre la porta ed entra in scena, e tutti insieme cantano citando Molière: «Te la sei cercata, George Dandin!».
Il finale si ricollega all’inizio e ribadisce il senso satirico dell’operetta, all’insegna del divertimento garantito. Il libretto racchiude situazioni assurde, colpi di scena, nonsense e contraddizioni, con spunti parodistici e autobiografici, la musica è la vera chiave del successo dell’operetta in generale e di questo titolo in particolare: un susseguirsi di raffinati e trascinanti valzer, mazurche, polke e galop. L’azione è retta da numerosi “dialoghi cantati” serratissimi; spicca l’unica aria virtuosistica – affidata alla voce del soprano Rosita – un elogio al valzer «J’entends ma belle» caratterizzata da trilli, ampi salti e vocalizzi che metterà in luce il talento di Amélie Hois.
Un mari à la porte è eseguita in lingua originale francese, con sopratitoli in italiano; inoltre, sarà disponibile il libretto di sala con testo originale e la traduzione italiana a fronte.
L’operetta sarà presentata oggi presso la Sala del Caminetto alle ore 18, l’incontro – a ingresso libero – è condotto da Susanna Franchi, con la partecipazione del direttore d’orchestra Riccardo Bisatti e della regista Anna Maria Bruzzese.
Recite (ottobre): venerdì 6 ore 20, domenica 8 ore 16, martedì 10 ore 20, venerdì 13 ore 20 e sabato 14 ore 20. L’operetta, in un atto unico senza intervallo, ha una durata di 50 minuti circa.
Prezzi: Posto unico € 30 - Under 30 € 24 - Regio Card Giovani € 10
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