Matteo Renzi lo aveva anticipato, Italia Viva si sarebbe astenuta sul voto al Recovery plan se le sue condizioni sul Mes non fossero state accettate. Non lo sono state e Teresa Bellanova ed Elena Bonetti si sono astenute. Le ministre renziane definiscono "incomprensibile" la rinuncia al fondo salva-stati e Conte replica che: "Il Mes non è compreso nel next generation, non è questa la sede per discutere il punto" e accusa Iv di speculare sul numero dei decessi in Italia per invocare l'attivazione del Fondo.
La decisione di Renzi era arrivata dopo una serie di stoccate reciproche con il premier Conte che si sono 'momentaneamente' concluse sulla linea dello scontro totale e la conferenza stampa convocata da Renzi per questo pomeriggio alla Camera potrebbe certificare l'addio di Iv al governo: "decidiamo in mattinata e poi lo comunicheremo alla stampa" ha detto ieri Renzi.
Se ci siano margini per ricompattare la maggioranza è il tema su cui si esercitano tutti i quotidiani. Che ci possa essere un gruppo di 'responsabili', come già evocato nei giorni scorsi dal premier, è generalmente visto con scetticismo per l'opposizione del Presidente Mattarella a maggioranza poco solide. Viene ricordato da alcune testate che il lavoro di mediazione del Pd non si è ancora concluso, è continuato nella notte e continuerà su Renzi, ma anche su Conte.
Nel caso non dovessero funzionare mediazioni o ritirate strategiche, sono stati già convocati due Cdm, uno questa sera sul nuovo decreto anti-covid (con lo stato di emergenza che potrebbe essere prorogato al 31 luglio), l'altro domani sul nuovo scostamento per i ristori di gennaio. Ad entrambi i provvedimenti Renzi ha promesso il voto favorevole di Italia Viva.
Voto favorevole in Parlamento e ministri dimissionari, questo è l'altro scenario di cui si discute, ma che si conosce dai tempi della prima repubblica come appoggio esterno. Nessuno dice di volerlo, Renzi stesso lo aveva escluso ancora a fine anno e ieri aveva attaccato: "Sarà un governo Conte-Mastella e noi saremo all'opposizione o un esecutivo diverso". Il Pd non lo ritiene praticabile per non essere ostaggio dei voti renziani.
Su tutte però dominano le parole di Goffredo Bettini, che in questi giorni di pre-crisi ha molto parlato sia con Conte che con Renzi: "Ci sono delle forze che vogliono contribuire nel segno di un rapporto con l'Europa e penso che al momento opportuno queste forze possano palesarsi".
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