Ira dei vertici militari nei confronti della circolare Salvini. Cosa è successo: il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, in mattinata invia una circolare nella quale intima ai destinatari di vigilare affinché il comandante e la proprietà della Mare Jonio, nave di una Ong italiana, «si attengano alle vigenti normative nazionali e internazionali in materia di coordinamento delle attività di soccorso in mare». Viene messo nero su bianco che la violazione di queste norme «accresce il pericolo di situazioni di rischio per la vita umana in mare e può determinare rischi di ingresso sul territorio nazionale di soggetti coinvolti in attività terroristiche o comunque pericolosi per l’ordine e la sicurezza pubblica».
l problema è che i destinatari non sono solo i vertici delle forze dell’ordine, su cui il Viminale ha competenza, ma anche il Capo di Stato maggiore della Marina e il comandante generale della Guardia Costiera, che non dipendono da Salvini ma dal ministero della Difesa del ministro Elisabetta Trenta. Un atto considerato ostile dallo Stato Maggiore, secondo quanto riferiscono diverse fonti di via XX Settembre: «Una vera e propria ingerenza senza precedenti nella recente storia della Repubblica». I militari, infatti, sono uomini dello Stato e rispondono solo al ministro della Difesa e al Capo dello Stato, che è il capo Supremo delle Forze Armate.
«Quel che è accaduto è gravissimo - continuano le stesse fonti - perché viola ogni principio, ogni protocollo e costituisce una forma di pressione impropria nei confronti del Capo di Stato Maggiore della Difesa, Enzo Vecciarelli. «Non è che un ministro può alzarsi e ordinare qualcosa a un uomo dello Stato. Queste cose accadono nei regimi, non in democrazia».
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